L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Sì, l’Amazzonia brucia. Scompaiono ogni giorno centinaia, migliaia di alberi. Immensi territori vengono sottratti alle popolazioni che, in perenne pericolo, vi vivono da epoche lontanissime. Specie vegetali e animali scompaiono per sempre, a volte senza che siano state neppure esaminate e classificate in ambito scientifico.
Oggi un po’ di più, certo. Oggi se ne parla in tutti i tg con toni allarmati ed allarmanti. Ma è storia vecchia. L’uomo bianco, cristiano europeo, ha cominciato a distruggere quel mondo da diversi secoli, dando la precedenza – con cinica strategia militare – all’eliminazione degli esseri umani ritenuti indegni di abitare luoghi stracolmi di ricchezze scioccamente non adeguatamente apprezzate e utilizzate.
E’ una storia vecchia, fatta di mille e mille violenze, soprusi, abusi, crimini di ogni sorta. Ma, non dimentichiamolo, è proprio da tutto questo che è nata la nostra tanto “evoluta civiltà moderna”! Grazie a tutto questo si sono riempite d’oro le nostre banche e le nostre chiese (dagli altari ai soffitti), si sono sviluppati immensi capitali, industrie, eserciti. Che hanno richiesto (e che continuano a richiedere) sempre più ricchezze per poter crescere, crescere e crescere ancora … Per distruggere, per divorare, per seminare, coltivare e mietere morte.
Sì, è storia vecchia. Molto, molto vecchia. Una storia che non fa piacere conoscere, che preferiamo ignorare. Una storia fatta di fiumi di sangue e di fiumi di catene, di cimiteri sterminati di alberi e di popoli, senza lapidi e senza croci. Sono secoli che l’uomo bianco si accanisce sugli altrui continenti, espropriando, schiavizzando, deportando, massacrando, imponendo il proprio dio e i propri preti, le proprie esigenze economiche, i propri calcoli di interesse, i propri indicibili giochi di ambizione e di dominio. Bolsonaro è certamente deprecabile e condannabile per la sua dissennatissima politica. * E certamente merita di essere fermato. Ma Bolsonaro non è altro che l’ennesima creatura-strumento nelle mani di tutto un sistema complesso di economia in cui tutti quanti noi siamo immersi, dal quale scaturisce la nostra (comoda e molto confortevole) condizione di privilegio. Condizione che, nonostante le nostre più o meno accorate lagrime, facciamo una gran fatica a pensare di dover abbandonare.
Tutto appare schiacciante e paralizzante. Ogni tanto, magari, aderiamo a qualche webappello e rabbiosamente firmiamo qualche saggia petizione … Analgesici della coscienza, un po’ come la monetina di elemosina durante la messa domenicale.
Ma, considerando con un pizzico di rigore logico e onestà morale e intellettuale il dato incontrovertibile secondo cui la maggior parte dei territori disboscati è destinata, direttamente o indirettamente, ad introdurre sempre più vasti allevamenti volti a soddisfare la crescente richiesta di carne per le nostre allegre grigliate e le nostre tavole imbandite, per i nostri hamburger e i nostri hot dog, forse non sarebbe tanto impensabile provare ad operare una coerente scelta di noncollaborazione nei confronti della più grande macchina devastatrice e creatrice di morte prodotta nella storia, rinunciando del tutto alla nostra alimentazione carnea, o, almeno, drasticamente riducendola.
I grandi Maestri di tutte le epoche, dal Buddha a Pitagora, da Tolstoj a Gandhi, ci hanno sempre esortato a non farci assassini dei nostri fratelli minori e a non diventare sepolcri dei loro corpi ridotti a cadaveri. Ce lo dicevano soprattutto per il bene della nostra anima e del nostro corpo, per la purificazione e la salvezza della psiche, e per la purificazione e la salute del sòma.
Ora, abbiamo un motivo ancora più nobile, ancora più urgente e incontestabile:
la sopravvivenza stessa del nostro pianeta …