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Marcia della Pace Perugia-Assisi |
Il 24 settembre, il Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, ha voluto rendere omaggio alla figura di Aldo Capitini, ricordando la Marcia della Pace Perugia-Assisi del 24 settembre del 1961 ed evitando encomiabilmente la vuota retorica e servendosi di parole ben ragionate, espressione di conoscenza approfondita e corretta.
Una iniziativa così merita di essere sottolineata con vera gioia.
Aldo Capitini, infatti, intellettuale antifascista e anticlericale fuori da ogni coro e da ogni parrocchia, dalla filosofia convintamente nonviolenta, pacifista e animalista, continua, nel nostro Paese, ad essere tristemente trascurato quando non del tutto dimenticato. Il suo pensiero, straordinariamente acuto e preveggente, costantemente accompagnato da inesausto impegno civile e pedagogico, dovrebbe invece essere considerato come un prezioso quanto inesauribile serbatoio di riflessione critica e di proposte operative, sia in ambito politico e civile che in ambito etico e sociale.
Questo il testo diffuso da David Sassoli:
"Il 24 di settembre cadeva di domenica, quando Aldo Capitini, con un seguito di coraggiose e coraggiosi cittadini, diede vita sulla strada che conduce da Perugia ad Assisi alla prima Marcia della Pace e per la fratellanza dei popoli nel 1961.
Brillante filosofo che sotto il regime fascista aveva conosciuto l'isolamento, l'ostracismo e la galera, Capitini con l'iniziativa visionaria della Marcia testimoniò che "il pacifismo, la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta
nelle solidarietà così come nelle noncollaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte".
Aldo Capitini
Un'intuizione formidabile, così come l'utilizzo, per la prima volta in Italia, della Bandiera della Pace con i colori dell'arcobaleno, oggi conservata presso la Biblioteca San Matteo degli Armeni a Perugia, con i colori un po' sbiaditi dal tempo.
Dopo il grandissimo successo, molti enti ed associazioni gli chiesero di ripetere l'iniziativa annualmente. Capitini rifiutò sempre, per evitare il rischio che la Marcia, e di conseguenza lo stesso ideale di Pace, divenissero ritualità e stanca ricorrenza.
Oggi la responsabilità dell'eredità di quella visione di Pace la viviamo noi. Sta a noi tentare di esserne all'altezza, con uno sguardo sempre aperto verso il futuro che abbiamo dinanzi; non dimenticando, mai, il passato che l'ha reso possibile."