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Mentre la situazione relativa alle misure anti-covid nel nostro paese continua a presentare aspetti contraddittori e anche assai poco convincenti, l’ultimo Rapporto di Save the Children ci permette di entrare in possesso di un quadro planetario estremamente preoccupante in merito alle conseguenze della dichiarata pandemia e ancor di più delle politiche intraprese per fronteggiarla.
In chiara dissonanza con la nota fiduciosa con cui si chiudeva un comunicato risalente all’inizio di aprile, in cui si confidava nell’eventualità di un opportuno impegno governativo a favore di sistemi socio-economici più inclusivi, l’attuale Rapporto*, risultato di una vasta indagine condotta in 37 Paesi, attraverso le esperienze dirette di oltre 25 mila bambini e adulti coinvolti nei propri programmi di intervento, ci parla di una situazione definita, senza esitazione alcuna, come catastrofica, contraddistinta da una vera e propria“generazione perduta di bambini”, conseguenza diretta di una gravissima intensificazione delle diseguaglianze già esistenti.
Di fronte a quanto potrebbe verificarsi nei prossimi anni, il tanto sperato raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile si presenta sempre più come qualcosa di puramente retorico:
a livello mondiale, soltanto per l’anno in corso, ben 117 milioni di bambini in più potrebbero cadere in povertà; 9,7 milioni di minori stanno rischiando di non riuscire a tornare mai più a scuola e 80 milioni di bambini rischiano di non poter ricevere vaccini essenziali. A livello nazionale, invece, entro la fine dell’anno, 1 milione di minori in più potrebbero scivolare nella povertà assoluta, il doppio rispetto al 2019.
Nei 37 Paesi del mondo esaminati, tre famiglie su 4 hanno dichiarato di aver perso parte del proprio reddito, 2 su 3 non riescono a nutrire adeguatamente i propri figli e 9 su 10 non hanno possibilità di accesso alle cure mediche. I nuclei di maggiore povertà sono arrivati a subire diminuzioni di reddito superiori all’80% . Particolarmente gravi e allarmanti risultano le conseguenze in ambito educativo, con 8 bambini su 10 che, con la chiusura delle scuole, hanno finito per essere privati di qualsiasi forma di apprendimento.
Inoltre, i minori privati della possibilità di studiare si sono ritrovati ancora più esposti al rischio di violenze, anche all’interno delle proprie case dove le violenze risultano più che raddoppiate, e molti si sono trovati costretti a lavorare per contribuire al bilancio familiare, cosa che ha fatto ulteriormente aumentare le diseguaglianze di genere:
“Una delle conseguenze più drammatiche è che molti bambini non torneranno più a scuola, - ha affermato Daniela Fatarella, Direttrice generale di Save the Children - perché la povertà estrema nella quale sono cadute le famiglie li esporrà al lavoro minorile e al rischio di abusi e violenze. Un rischio ancora maggiore per le ragazze più giovani, la cui unica possibilità rischia di essere quella di sposare un uomo molto più grande di loro e fare dei bambini quando loro stesse sono ancora delle bambine”.
L’impennata dei prezzi relativi ai generi alimentari e soprattutto la perdita di risorse economiche sta gettando numerose famiglie in una condizione di insicurezza alimentare ai limiti della sopravvivenza: quasi 2 famiglie su 3 (62%) tra quelle coinvolte nell’indagine hanno infatti manifestato difficoltà nel reperimento di cibo nutriente, come carne, latte, cereali, frutta e verdura. Situazione questa che riguarda particolarmente bambini e famiglie che vivono in aree urbane, in cui vive 1 bambino su 3 tra coloro che sono colpiti da malnutrizione cronica.
Non certo ultima per gravità risulta poi la questione relativa alle difficoltà per quanto concerne l’accesso alle cure mediche e ai medicinali: quasi 9 famiglie su 10 tra quelle intervistate (89%) sta incontrando notevoli ostacoli, e la percentuale arriva anche al 95% tra le famiglie con bambini con problemi di salute cronici e al 96% tra quelle con minori con disabilità, a causa della chiusura delle strutture o della sospensione di molti servizi. Ovviamente, nella maggioranza dei casi, il principale ostacolo all’accesso alle cure è di natura economica: il 93% delle famiglie che ha perso più della metà del proprio reddito non riesce ad accedere ai servizi sanitari, mentre quasi la metà delle famiglie in condizioni economiche disagiate (45%) non ha i soldi per pagare le medicine.
“Il mondo - ha detto ancora Daniela Fatarella - deve agire in fretta per proteggere un'intera generazione di bambini dalla perdita di un futuro sano e stabile. Occorre intensificare gli sforzi per cancellare il debito dei Paesi a basso reddito e degli Stati più fragili, in modo che possano investire più facilmente nelle vite e nel futuro dei loro bambini, i cui bisogni e le cui opinioni devono essere al centro di qualsiasi piano per ricostruire ciò che il mondo ha perso negli ultimi mesi”.
*(Protect a generation: https://s3.savethechildren.it/public/files/uploads/pubblicazioni/protect-generation-impact-covid-19-childrens-lives.pdf )