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L’ALLARME PANDEMIA: UN’ARMA IN PIU’ PER I GOVERNI CONTRO I DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI - LE SCONCERTANTI DENUNCE DI AMNESTY INTERNATIONAL

By Roberto Fantini August 17, 2020 3661

 Già nell’oramai lontanissimo mese di marzo, manifestammo la sensazione che la vicenda del supervirus maleficus avrebbe potuto modificare in maniera forse irreversibile i rapporti fra cittadino e Stato, in modo analogo a quanto accaduto con la tragedia dell’11 settembre.*

Quanto verificatosi in questi ultimi mesi ha purtroppo ampiamente confermata (nonostante i dovuti distinguo) la legittimità di un simile accostamento fra le due pur tanto diverse vicende. E ciò perché, in entrambi i casi, indipendentemente dai numerosi lati oscuri relativi alle cause reali e dai “sospetti di occulte regie”, una cosa appare indubitabile: molte istituzioni governative, sfruttando la eccezionale debolezza venutasi a creare nelle collettività terrorizzate, hanno finito, in nome di interessi “superiori”, per accentuare e rafforzare le proprie inclinazioni autoritarie, esercitando una ampia gamma di azioni arbitrarie e antidemocratiche e, perciò, palesemente lesive dei diritti umani.

E’ quanto si è verificato e si continua a verificare, in particolare, ai danni dei difensori dei diritti umani, ovverosia di persone coraggiosamente impegnate, individualmente o in gruppo, per la difesa e la promozione dei diritti umani in modo nonviolento, raccogliendo e diffondendo informazioni, sostenendo le vittime di violazioni dei diritti umani, denunciando e combattendo l’impunità, favorendo scelte ed iniziative diplomatiche, politiche, culturali ed educative a favore dei diritti umani.

Nonostante, infatti, l’Alto commissariato Onu per i diritti umani, già lo scorso 25 marzo,  abbia richiesto a tutti gli stati, in risposta al problema Covid-19, il rilascio di “ogni persona detenuta senza una sufficiente motivazione giuridica, anche dei prigionieri politici e di coloro che sono detenuti per le proprie posizioni critiche o dissenzienti“, molti paesi hanno escluso i difensori dei diritti umani dalle misure di decongestione delle prigioni e di altri luoghi di detenzione, proseguendo, allo stesso tempo, con gli arresti di attivisti, giornalisti e oppositori.

Secondo le ricerche di Amnesty International, si sarebbero verificate aggressioni nei confronti dei difensori dei diritti umani, durante la pandemia, almeno in 46 paesi, tra cui Egitto, India, Iran e Turchia, paesi in cui i prigionieri di coscienza sono stati abbandonati in terribili condizioni, nonostante i piani di rilascio di detenuti abbondantemente quanto ipocritamente pubblicizzati.

Il Covid-19 è stato un’ulteriore punizione per i difensori dei diritti umani che sono detenuti ingiustamente ed è stato anche utilizzato come pretesto per ulteriori aggressioni, accuse e persino uccisioni“, ha dichiarato in una nota stampa Lisa Maracani, ricercatrice di Amnesty International sui difensori dei diritti umani.

L’esclusione dei difensori dei diritti umani dai provvedimenti di rilascio mette in luce la natura politica della loro detenzione. In Turchia, ad esempio, giornalisti, avvocati, attivisti e oppositori politici, in regime di detenzione preventiva per accuse infondate, restano in carcere nonostante le misure governative che hanno permesso da aprile il rilascio di oltre 100.000 persone. È evidente che il governo turco ancora teme più le critiche che la pandemia“, ha aggiunto Lisa Maracani.

In India, molti studenti e attivisti che hanno preso parte alle proteste pacifiche contro la discriminatoria legge indiana sulla cittadinanza continuano a essere detenuti ingiustamente.

In Egitto, il governo non ha rilasciato i difensori dei diritti umani detenuti esclusivamente per aver espresso le proprie opinioni, né migliaia di altri detenuti in regime di detenzione preventiva, molti dei quali affrontano accuse di “terrorismo” eccessivamente vaghe con la preoccupazione di violazioni di un equo processo.

In Iran, nonostante le autorità abbiano annunciato di aver rilasciato provvisoriamente 85.000 persone detenute, molti difensori dei diritti umani continuano a essere detenuti in condizioni disastrose sulla base di accuse di matrice politica.

In numerosi paesi dove le carceri sono già gravemente sovraffollate, i governi hanno continuato ad arrestare difensori dei diritti umani servendosi di accuse false, mettendo a rischio ancora più persone.

In Azerbaigian, ad esempio, il governo ha dato vita a una nuova ondata di arresti e procedimenti nei confronti di decine di attivisti politici, giornalisti e difensori dei diritti umani, spesso in risposta alle loro contestazioni delle modalità di gestione della pandemia da parte del governo. In Tunisia, Marocco, Nigeria, Zimbabwe e Angola, si sarebbero verificati altri arresti di difensori dei diritti umani .

“ La cooperazione internazionale - afferma sempre la Maracani - deve provvedere a esercitare la propria pressione sui governi affinché rilascino le persone detenute esclusivamente per aver esercitato i propri diritti umani in maniera pacifica e che adesso rischiano seriamente di contrarre il Covid-19”.

Bisogna tener presente, poi, che le limitazioni agli spostamenti imposte dal lockdown hanno finito per mettere a repentaglio la stessa vita di molti difensori dei diritti umani, rendendoli obiettivi ancor più facili per coloro che vogliono mettere a tacere le loro voci. In Colombia e Messico, ad esempio, le misure di protezione della polizia sono state ridotte.

In Honduras, merita una particolare segnalazione la sparizione forzata di cinque giovani, quattro dei quali attivisti dell’Organizzazione fraterna nera honduregna – Ofraneh. Sono stati portati via dalle proprie abitazioni il 18 luglio da uomini in uniforme della polizia e da allora scomparsi.

In Colombia, l’organizzazione della società civile Indepaz ha denunciato 166 uccisioni durante i primi sei mesi del 2020. Tra questi, figura Carlota Isabel Salinas Pérez, attivista dei diritti delle donne uccisa all’esterno della sua abitazione a marzo. Carlota era un’esponente molto rappresentativa della comunità e il giorno in cui è stata uccisa si stava occupando di una raccolta per famiglie bisognose.

Il lavoro di coloro che difendono i diritti umani è fondamentale ora più che mai nella lotta per un equo accesso alla sanità, al cibo e all’alloggio e per dare informazioni alle persone sul virus e su come proteggersi. I governi che sfruttano la crisi per attaccare i difensori dei diritti umani dovrebbero sapere di essere strettamente osservati“, ha dichiarato Lisa Maracani.

E’ fondamentale, infatti, che i governi offrano protezione adeguata ai difensori dei diritti umani, facendo sì che l’allarme pandemico non venga odiosamente sfruttato per zittirli o, addirittura, eliminarli.

Invece di lasciare che i difensori dei diritti umani realizzino le proprie attività per affrontare la pandemia e per prepararsi a una ripresa equa, gli stati stanno attuando misure controproducenti per mettere a tacere presunti oppositori“, ha commentato Lisa Maracani.

Per maggiori informazioni, è possibile scaricare gratuitamente il recente rapporto di Amnesty International (https://www.amnesty.it/il-covid-19-entra-nelle-carceri-liberare-e-proteggere-i-difensori-dei-diritti-umani/ ), in cui vengono documentati in maniera inequivocabile attacchi nei confronti di difensori dei diritti umani, in 46 paesi, mostrando, fra l’altro, come le normative in materia di “fake news” e una maggiore intolleranza alle contestazioni abbiano portato a nuovi giri di vite in tutto il mondo, anche nei confronti dei segnalatori di illeciti nel settore sanitario e di coloro che mettono in luce l’inadeguatezza delle risposte alla pandemia.

Amnesty International ha identificato 131 persone impegnate nella difesa dei diritti umani in tutto il mondo che sono state aggredite, perseguite, uccise o detenute con pretesti relativi, in un modo o nell’altro, al Covid-19.

Inutile dire che, in questo come in tanti altri casi, è altamente probabile che questo dato rappresenti soltanto la punta dell’iceberg.

*https://www.flipnews.org/component/k2/il-sorriso-che-argina-la-paura.html

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Last modified on Monday, 17 August 2020 18:40
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