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Conversazione con Linda Maggiori, autrice di Semi di Pace!*
Abbiamo conosciuto Linda Maggiori all’inizio di giugno, a Roma, alla presentazione del suo Semi di pace! (La nonviolenza per curare un mondo minacciato da crisi ecologica, pandemia e guerra, Centro Gandhi Edizioni), libro bellissimo, straordinariamente illuminante, capace di fornire preziose chiavi di lettura su quanto accaduto in questi ultimi anni terribili, e capace di suggerire, su basi anche sperimentali, possibili concrete ed efficaci alternative al disumano sistema dominante. Linda è veramente una persona ammirevole, per la fermezza, la coerenza e la forza gentile con cui cerca di portare avanti non soltanto intelligenti discorsi controcorrente, ma anche e soprattutto per l’impegno da lei gioiosamente condotto nel praticare uno stile di vita ispirato con lucida sapienza a valori autenticamente ecopacifisti.
Con lei è nata la conversazione che segue.
- “Discriminare un essere umano, che magari era tuo amico, cacciarlo da un bar o dall’università o da un bus, dalla propria casa, accettare il fatto di dover presentare una tessera per lavorare o studiare, respingere un parente perché ha fatto una scelta diversa dalla tua. Come è potuto accadere, come è stato accettato?”
Con queste parole, Linda, sei riuscita a mettere a fuoco, i due interrogativi cruciali relativi a quanto accaduto nel nostro Paese, nei mesi passati, con l’introduzione del green pass, nelle sue varie declinazioni.
Qualcosa di terribile è accaduto. Qualcosa che non avremmo mai, fino a poco tempo fa, potuto immaginare. Ti ritieni soddisfatta delle risposte che sei riuscita a darti con la scrittura del tuo libro o ci sono ancora aspetti della vicenda che non riesci a spiegarti?
Ancora adesso sono sconvolta dall'efficacia delle strategie di psicologia sociale di manipolazione del consenso. Terrorizzare, martellare con continui messaggi sempre uguali, trovare un capro espiatorio, mettere gli uni contro gli altri, aizzare la rabbia del popolo contro un ipotetico nemico interno, premiare gli zelanti, umiliare i riottosi... ha sempre funzionato e sempre funzionerà, anche nelle nostre "democrazie occidentali". Per me è davvero qualcosa di inedito, che fa crollare tanti punti di riferimento, e di difficile comprensione, ancora adesso. E' incredibile come si possa scatenare la guerra civile tra gente che fino a poco prima viveva senza problemi insieme. Ma la storia ce lo insegna da tempo, e non c'è forse niente di nuovo sotto al sole, come dice una musicista, che ha rilasciato una toccante testimonianza nel mio libro. Nel libro traccio la trama degli interessi che sono sotto a queste gestioni autoritarie e tecnocratiche delle crisi: i grandi capitali finanziari traggono profitto da ogni crisi, come diceva Naomi Klein e lo abbiamo visto chi si è arricchito, chi è sprofondato.
- Difficile davvero resta e resterà il comprendere fino in fondo come sia stato possibile scardinare, con tanta facilità, i valori fondativi della moderna civiltà democratica relativi a libertà, uguaglianza e solidarietà.
Tu esprimi stupore ed amarezza a proposito di come la sinistra italiana e i sindacati abbiano potuto tollerare e sostenere le misure governative liberticide e discriminatorie, anche le più severe.
Ma, mi chiedo, non è ancora più sconcertante il silenzio o la complicità di buona parte del mondo cattolico, di quello del volontariato e dell’associazionismo (soprattutto quello relativo ai diritti umani)?
Assolutamente sì, e aggiungo alla lista anche il mondo ambientalista dal quale io derivo. Ora che ne siamo fuori, o almeno siamo in mezzo ad una parentesi, è come se quel periodo di discriminazione sia un vuoto spazio temporale, un blackout di coscienza. Fino a qualche mese fa io (come tanti altri) ero trattata come un paria, esclusa dalle riunioni, respinta dai bus, o dalle biblioteche, e quasi nessuno degli amici attivisti si indignava, ma tollerava in silenzio o ne era un fiero sostenitore. Proprio coloro che da anni lottavano per le minoranze oppresse e per tutti gli emarginati, improvvisamente hanno accettato questa barriera invisibile, che separava umani da subumani, cittadini di serie A da cittadini di serie B. Hanno accettato la soppressione dei diritti di base. Qualcosa di pazzesco e surreale. Ora che siamo di nuovo tutti uguali, queste associazioni preferiscono glissare, non ricordare, non rivangare. C'è stato davvero un atteggiamento poco onesto da parte di tante associazioni. Uniche eccezioni: Amnesty, a gennaio, fece un timido comunicato contro le discriminazioni e anche Attac Roma lanciò pesanti e preoccupanti moniti, che ho prontamente citato nel libro, e ovviamente il mio gruppo Famiglie senza Auto. Per il resto il vuoto cosmico, a parte, come racconto, semi di pace che germogliavano qua e là, ma non da associazioni "storiche".
- Ampio spazio hai giustamente dedicato al mondo della scuola, probabilmente quello più flagellato dai vari provvedimenti governativi. Sei arrivata a scrivere parole durissime come le seguenti: “In pratica il governo ammette di usare una logica fascista” (p. 44) Qualcuno, certamente, potrà dire che hai esagerato …
Sicuramente lo diranno, ma la logica purtroppo è quella. La logica fascista è sempre stata "credere, obbedire combattere" e così gli insegnanti non vaccinati, pur non essendo pericolosi, sono stati puniti per non aver obbedito. Non facevano male a nessuno, ma sono stati prima sospesi, poi demansionati, come un mobbing di stato. Una scuola che privilegia l'obbedienza cieca e punisce e umilia chi dissente usa una logica e una modalità educativa fascista, una pedagogia nera. Esattamente il contrario dell'insegnamento di Don Milani che diceva che l'obbedienza non è più una virtù!
Nonostante questa devastante pressione per schiacciare la scuola pubblica, io ancora ci credo. Tutti e quattro i nostri figli vanno nelle scuole pubbliche, sono consigliera nel consiglio di istituto, e resto a combattere per migliorarle. So che ci sono tante scuole parentali, ma non tutti possono permettersi di pagare 2-300 euro al mese per ogni figlio. Non mi sembra neppure giusto che si stia andando verso un modello americano, con una scuola pubblica rottame e fiorenti scuole private.
Come diceva ancora Don Milani, uscire da un problema insieme è politica, uscirne da soli è egoismo.
- Il tuo libro parla veramente di tante cose. Una delle sezioni che ho trovato più interessanti e più originali è quella dedicata alle varie iniziative sorte per fronteggiare i disagi, le proibizioni e i problemi che si sono abbattuti su coloro (a volte intere famiglie) che non hanno accettato l’inoculazione forzata del cosiddetto “vaccino”.
Hai fatto veramente bene a raccontarci di tante esperienze e di tante iniziative belle, intelligenti e, soprattutto, utili! Non credi, però, che, nel complesso, la popolazione italiana abbia troppo subito e continui a troppo subire le strategie governative, senza esercitare nessuna forma di pensiero critico?
Sì, nonostante tanti semi di pace germogliati qua e là, la veduta complessiva è desolante. Una società spaccata, divisa e piegata, dove chi crea alternative lo fa in modo pressoché clandestino. Come spesso accade, invece che riflettere su ciò che è accaduto e cercare di comprendere, si preferisce dimenticare e non parlarne. Per questo ho voluto scrivere un libro, perché è successo qualcosa di così grosso, nella nostra società, che non possiamo dimenticare. Anche la libertà di stampa è crollata. Anch'io ne ho fatto le spese. Collaboravo con un quotidiano di sinistra, ma dopo aver criticato pubblicamente la gestione della pandemia e la linea editoriale filogovernativa, sono stata di fatto messa da parte.
La vita da freelance e scrittrice indipendente è sempre più difficile, in questo paese.