L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Ieri verso le 15 mi hanno arrestato all'aeroporto di Istanbul senza fornirmi alcuna spiegazione. Ero in transito per imbarcarmi su un volo interno diretto nel sud est anatolico. Sono una giornalista free lance in Turchia per seguire le elezioni del 14 maggio dal kurdistan turco. Ero insieme a una delegazione di osservatori elettorali, rappresentanti sindacali, cobas, giuristi ed esponenti dell'associazione 'No Bavaglio'. Al controllo passaporti mi hanno fermato e impedito di prendere il volo interno per Mardin. Mi hanno perquisita, sequestrato passaporto, medicina ei prodotti per l'igene personale. La polizia mi ha rinchiuso per circa 5 h in una camera di sicurezza interna all'aeroporto.Mi hanno preso le impronte digitali e fatto le foto segnaletiche. Non mi hanno dato nessuna motivazione del perchè mi abbiano fermata e “Deportata” come si legge dal verbale della polizia per che mi hanno costretta a firmare. Mi hanno espulsa dal paese insieme a una decina di subsahariane, maghrebine, pakistane, uzbeke, iraniane e afghane. Mi hanno imbarcato sul volo delle 21.45 per rientrare in Italia. Scortata dalle istituzioni turche e relegata da sola in fondo all'aereo al posto 32 senza possibilità di muovermi. All'atterraggio a Roma sono stata prelevata da poliziotti italiani, gentili e attoniti per quello che mi era successo. Non sono mai stata più fiera di essere cittadina italiana e mai mi sono sentita più al sicuro come in quel momento.Mi hanno rifocillata e supportata.
Emanuele Irace.