L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Nella attuale tragica situazione internazionale, può certamente risultare di grande aiuto provare a sintonizzarsi con il pensiero di uno dei maggiori messaggeri di pace e di nonviolenza del XX e del XXI secolo: il maestro buddhista Thich Nath Hanh, scomparso oramai da quasi due anni (22 gennaio 2022)*.
Molto stimolante, in particolar modo, è quanto ebbe a scrivere in quel Messaggio per il nuovo secolo, in cui, dopo una breve analisi degli orientamenti dominanti nel nostro tempo, ci indicava le cose principali che avremmo dovuto operare nel secolo da poco iniziato, in vista di una profonda rigenerazione dell’intera famiglia umana.
Questi i punti salienti relativi al recente passato e agli auspici per il nuovo secolo:
- Il secolo XX è stato caratterizzato da violenze di massa e da tremendi massacri; dal dominio sempre più spregiudicato della tecnologia sulla natura; dal dilagare di sempre più potenti e veloci mezzi di comunicazione, ma, al contempo, dall’intensificarsi della condizione di profonda solitudine esistenziale.
- Crollate le antiche fedi e le ormai logore ideologie, sempre più persone si ritrovano prive di un qualche credo spirituale. Questo ha prodotto un disorientante sradicamento dalle tradizioni spirituali, favorendo degradanti forme di edonismo consumistico e autodistruttivo.
- Il sempre maggiore progresso conseguito in ambito tecnologico continua ad offrire all’umanità poteri immensi che, se non adeguatamente controllati, potrebbero condurla alla distruzione di massa.
- Sono germogliati, però, anche molti “semi di saggezza”, in particolar modo in ambito scientifico: “fisica e biologia hanno scoperto la natura dell’interconnessione, dell’inter-essere e del non-sé.”
- Fortunatamente, si sono sviluppate anche molteplici forme di comprensione e di compassione, “per prendersi cura dell’ambiente e degli animali, per ridurre il consumo della carne, per rinunciare al fumo e all’alcol, per fare un lavoro di sostegno sociale nei paesi sottosviluppati, per fare campagne per la pace e per i diritti umani, per incoraggiare una vita semplice e un consumo di cibo sano e per imparare la pratica del buddhismo come arte del vivere volta alla trasformazione e alla guarigione”.
Tutti questi sviluppi positivi potrebbero rappresentare una fonte splendente di luce capace di mostrare il giusto cammino da seguire.
- “Se il XX secolo è stato il secolo della conquista della natura da parte dell’uomo, il ventunesimo dovrebbe essere il secolo della conquista delle cause che sono alla radice della sofferenza umana: le nostre paure, l’ego, l’odio, l’avidità e così via.”
- Mentre nel XX secolo hanno trionfato individualismo e consumismo, il XXI secolo potrebbe, invece, essere caratterizzato dalla “comprensione profonda dell’inter-essere”; dall’affermazione di “un tipo di libertà che ci proteggerà dal venir sopraffatti e trascinati via dalla bramosia, dall’avversione e dal dolore”; dall’ ”arte del vivere consapevole”, e dal ritorno “alle radici spirituali della propria tradizione, cercando e ristabilendo i valori e le comprensioni profonde comuni.”
Ed ecco le sue raccomandazioni, rivolte in particolar modo ai membri del Sangha (la comunità buddhista composta da monaci, monache e laici), miranti ad indicare all’umanità la giusta direzione da seguire:
- Continuare l’opera di creazione di templi e centri di pratica in cui, soprattutto, poter fare esperienza della pratica del non attaccamento ai propri punti di vista, in modo da coltivare la tolleranza e generare le difese morali necessarie per impedire il sorgere di nuove guerre ideologiche e di religione.
- Studiare e praticare i Cinque impegni alla Consapevolezza all’interno della dimensione familiare, praticando, in particolar modo, “l’ascolto profondo e la parola amorevole”.
- Ricercare la felicità non nell’ambito del consumo, bensì nell’esercizio della comprensione, della compassione e dell’armonia.
- Imparare a “vivere in modo semplice, in maniera da avere più tempo per vivere la nostra vita quotidiana in profondità e libertà”.
Realizzando l’ideale della compassione in campo educativo, culturale, spirituale e sociale, sarà così possibile “toccare le meraviglie della vita, della trasformazione e della guarigione.”
Il XXI secolo, ci dice Thich Nath Hanh, è “una bella collina verde, con uno spazio immenso, con le stelle, la luna e tutte le meraviglie della vita.” Su di essa, il nostro maestro Zen ci esorta a salire “insieme, mano nella mano con i nostri antenati spirituali e di sangue e con i nostri bambini”, generando, ad ogni nostro passo,
libertà, gioia e pace.
Dopo i due abbondanti decenni trascorsi (traboccanti di strategie politiche cinicamente aggressive, cruente e discriminatorie), il procedere in questo nuovo secolo, più che salire su una ridente collina, ci è sembrato, in alcuni casi, uno sprofondare in paludi nebbiose, in altri un inerpicarci su aspre pareti, e, molto spesso, un angosciato perderci in deserti aridi e inospitali. E libertà, gioia e pace non sembra siano cresciute o stiano crescendo. Odio, avidità e intolleranza, invece, appaiono sempre più incontrastatamente dominare al centro della scena planetaria.
Ma i “semi di saggezza” di cui parla il nostro monaco gentile fortunatamente non mancano e, nonostante tutto, benché ignorati dalle ribalte mediatiche rozze e menzognere e mal sopportati dagli ipocriti padroni del potere, continuano lentamente e silenziosamente a crescere.
Dipenderà da ognuno di noi (come ci ripete insistentemente Thich Nath Hanh) decidere se impegnarci o meno ad innaffiarli.
Con cura, con costanza, con delicato Amore.
NOTE
*https://www.flipnews.org/index.php/life-styles/spirituality/item/3149-thich-nhat-hanh-maestro-di-pace-ovvero-l-arte-della-consapevolezza-e-del-ringraziamento.html