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UN ATTACCO AL MESE ... TOGLIE I MEDICI (SENZA FRONTIERE) DI TORNO?!

Sempre più disumano il conflitto nello Yemen.

La guerra in Yemen continua, nella disattenzione quasi generale, a produrre vittime ed atrocità. E continua anche a colpire chi le vittime cerca di soccorrerle.

In Yemen, Medici Senza Frontiere sta lavorando nei governatorati di Aden, Al- Dhale, Taiz, Saada, Amran, Hajjah, Ibb e Sana'a. Sin dall'inizio della crisi in corso, nel marzo 2015, le équipes di MSF hanno curato più di 20.000 feriti di guerra, inviando più di 790 tonnellate di materiale medico e riuscendo a gestire 11 ospedali e centri sanitari, supportandone regolarmente diciotto. In questo modo, con un sistema sanitario alquanto deficitario, MSF fornisce, di fatto, anche servizi sanitari non di semplice emergenza.

Ma il conflitto in Yemen, che si sta combattendo con un sempre più evidente disprezzo per le regole di guerra previste a livello internazionale, ha finito per attaccare le attività mediche di MSF in Yemen ben quattro volte in meno di tre mesi, con conseguenze di crescente gravità.

Il modo in cui si combatte in Yemen sta arrecando enormi sofferenze e dimostra che le parti in conflitto non riconoscono e non rispettano lo status protetto di ospedali e strutture sanitarie. Ne vediamo le conseguenze devastanti ogni giorno sulle persone intrappolate nelle zone di conflitto”, dichiaraRaquel Ayora, direttore delle operazioni di MSF. Da quando è scoppiato il conflitto,infatti, i luoghi pubblici vengono colpiti e bombardati su vasta scala. Nulla viene risparmiato, nemmeno gli ospedali, anche se le strutture mediche sono esplicitamente protette dal diritto internazionale umanitario e nonostante le puntuali e circostanziate comunicazioni relative alle coordinate della loro.ubicazione.

Il primo attacco verificatosi in questi ultimi mesi ha avuto luogo il 26 ottobre, quando gli aerei della Coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno ripetutamente bombardato un ospedale nel distretto di Haydan, nella Provincia di Saada, lasciando almeno 200.000 persone prive di cure mediche salvavita.

Successivamente, una clinica mobile di MSF è stata colpita il 2 dicembre, nel quartiere Al Houban di Taiz, ferendo otto persone (tra cui due membri del personale) e uccidendo una persona nelle vicinanze.

Il 10 gennaio, l'ospedale supportato da MSF a Shiara è stato attaccato in un incidente che ha ucciso sei persone e ferito almeno sette (la maggior parte di loro personale medico e pazienti), mentre il 21 gennaio un’ambulanza di MSF è stata colpita e il suo conducente ucciso in una serie di attacchi aerei che hanno ferito decine di persone, uccidendone almeno sei nel governatorato di Saada.

MSF ha deciso di appellarsi alla Commissione d’Inchiesta Umanitaria Internazionale (unico organo d'inchiesta internazionale permanente con un mandato specifico per indagare potenziali violazioni del diritto umanitario internazionale, ai sensi delle Convenzioni di Ginevra), richiedendo un'indagine indipendente sull’attacco all’ospedale di Shiara.

MSF si era già rivolta alla Commissione in seguito al bombardamento del proprio ospedale traumatologico a Kunduz, in Afghanistan, da parte dell'esercito degli Stati Uniti, che ancora non si sono espressi in merito alla richiesta di indagini.

Quattro nostre strutture sanitarie sono state attaccate in quattro mesi in Yemen e in Afghanistan”, dichiara la dott.ssa Joanne Liu, presidente internazionale di MSF. “E’ questa la nuova prassi: un ospedale di MSF bombardato al mese? Quanti altri ospedali sono attaccati in Yemen e in altre zone di conflitto, gestiti da personale medico che non ha la stessa forza di MSF per denunciare all’opinione pubblica quanto sta accadendo? Ci rifiutiamo di accettare che questa tendenza prosegua con una totale assenza di responsabilità. Abbiamo urgente bisogno di garanzie dalle parti in guerra che gli ospedali funzionanti non diventino mai un obiettivo legittimo”.

L’ospedale di Shiara supportato da MSF è soltanto l’ultimo di più di cento centri sanitari e ospedali colpiti da bombardamenti e attacchi aerei durante il conflitto internazionale che sta devastando il Paese ormai da dieci mesi.

Juan Prieto, coordinatore generale dei progetti MSF in Yemen, a proposito della situazione venutasi a delineare nel distretto e nel Paese, ha recentemente affermato che

Le persone continuano a considerare gli ospedali un bersaglio e provano il più possibile a evitarli. Gli unici casi che stiamo ricevendo sono emergenze e vittime degli attacchi. Finora siamo stati in grado di ripristinare il pronto soccorso e i servizi di trasferimento e di stabilizzazione e ci stiamo sforzando di far tornare operativo il reparto maternità. Stiamo lavorando con uno staff ridotto, concentrandoci solo sui bisogni medici urgenti. La struttura è considerata un luogo pericoloso, non dimenticate che è stata colpita tre volte lo scorso anno. Ciò nonostante, i membri del nostro staff sono tornati ai propri ruoli anche se con apprensione. Sono più determinati che mai, vista la situazione del Paese e gli specifici bisogni nel Razeh, a continuare a lavorare per la popolazione.”

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Last modified on Thursday, 28 January 2016 16:32
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