L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Le denunce e le iniziative di AMNESTY INTERNATIONAL
Quando si esamina criticamente il modo in cui la macchina dell'informazione affronta i vari aspetti problematici del mondo contemporaneo, si finisce assai
spesso per trovarsi amaramente costretti a parlare di evidenti quanto irritanti fenomeni di "strabismo" e di "doppiopesismo". Solo ad alcune cose, cioè, si concede massimo rilievo, mentre altre restano ignorate, solo alcune vengono percepite come degne di discussione, di mobilitazione e di intervento, altre restano in un angolo, senza il privilegio della luce dei riflettori ...
Il caso della guerra in Yemen è, a questo proposito, uno dei casi più emblematicamente macroscopici.
Dal primo attacco aereo dell'Arabia Saudita contro il gruppo armato huthi (25 marzo 2015), è oramai trascorso un intero anno. Da allora, si è sviluppato un conflitto in cui tutte le parti coinvolte hanno commesso numerose violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, compresi anche possibili crimini di guerra.
In questo terribile anno di guerra, sono stati uccisi più di 3.000 civili, fra cui ben 700 bambini, e almeno due milioni e mezzo di individui sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni.
Tutto ciò mentre USA e Regno Unito - principali fornitori di armi all'Arabia Saudita, paese guida della coalizione - nonché altri stati, fra cui lItalia, hanno proseguito ad autorizzare trasferimenti delle armi che hanno reso possibile produrre una gravissima crisi umanitaria, nella quale almeno l' 83 per cento della popolazione si e' venuta a trovare in una condizione di disperato bisogno di aiuti umanitari.
Dall'inizio del conflitto, Amnesty International ha potuto documentare almeno 32 attacchi aerei da parte della coalizione diretta dall'Arabia Saudita, attacchi che, oltre che uccidere numerosi civili, fra cui sicuramente più di cento bambini, hanno colpito ospedali, scuole, mercati e moschee.
"I partner internazionali dell'Arabia Saudita hanno gettato benzina sul fuoco - ha affermato James Lynch, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International - sommergendo la regione di armi nonostante fosse sempre più evidente che quelle armi stavano facilitando il compimento di crimini agghiaccianti e che successive forniture avrebbero potuto essere usate per commetterne altri. Ma non solo: quei paesi non hanno neanche saputo istituire una commissione d'indagine indipendente e internazionale sulle violazioni che hanno devastato migliaia di vite di civili."
"Ora - ha aggiunto Lynch - è il momento che i leader mondiali la smettano di mettere gli interessi economici al primo posto e che il Consiglio di Sicurezza imponga un embargo totale ai trasferimenti di armi destinate ad essere usate nello Yemen."
In occasione del doloroso anniversario dell' inizio del conflitto, Amnesty International Italia, al fine di tentare di richiamare l'attenzione su una tragedia tanto generalmente ignorata, ha promosso a Roma due incontri pubblici di approfondimento, avvalendosi, in particolar modo, della presenza di Donatella Rovera, ricercatrice internazionale che negli ultimi venti anni ha guidato missioni di ricerca, documentando violazioni dei diritti umani in numerose situazioni di crisi nelle aree di conflitto piu' pericolose al mondo.
Questi gli appuntamenti:
GIOVEDI' 31 MARZO, ALLE ORE 18,30, PRESSO IL MAXXI -MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO (CORNER D, VIA GUIDO RENI, 4 A), si terra' l'incontro
"Un anno di guerra nello Yemen: le responsabilita' della comunita' internazionale";
VENERDI' 1 APRILE, ALLE ORE 10.15, PRESSO L'UNIVERSITA' DEGLI STUDI ROMA TRE (SALA DEL CONSIGLIO DEL DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA, VIA OSTIENSE,159)
Donatella Rovera terra' la conferenza "Human rights analisys in crisis countries: methodology and stories by Amnesty International".