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Teresa Bellanova |
18 febbraio 2020 - Grande affluenza di pubblico ieri a Palermo presso l’hotel Addaura di Mondello in occasione della visita del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova.
Più di due ore di ritardo rispetto all’ora prevista ma, comprensibile, siamo al sud!
Alle 20:00 circa il ministro entra in sala con il suo stuolo di cavalier serventi di chiaro stampo renziano e il sipario si apre su quell’ambiguo teatrino della politica sempre nuovo e sempre uguale a se stesso.
Dopo i primi, diretti attacchi al Movimento 5 stelle, al PD, il neo-costituito partito Italia Viva ha rivolto l’invettiva verso il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci, tacciato di incompetenza.
Una situazione preoccupante, a sentir loro, quella nazionale che sembrerebbe aver registrato una regressione pari al -4%, per quanto concerne la produzione industriale, e un -12% per il settore auto.
Un “sistema Paese” che non esiste e che scoraggia i potenziali investitori esteri che non trovano condizioni di garanzia sufficienti nella nostra nazione per i loro scopi imprenditoriali.
Si è, inoltre, stimato un aumento del precariato e del part-time volontario per via delle difficoltà, soprattutto della donna, a conciliare lavoro e famiglia.
Ma se le condizioni generali della nazione sono preoccupanti, principalmente per via del fisco che non ha prodotto i risultati promessi dal vecchio e decaduto Governo, quelle siciliane sembrano essere davvero disastrose!
La stessa ministra avrebbe visitato aziende agricole e un istituto agrario e riferisce che le prime segnalano crolli della produzione per via degli enormi disagi legati alla logistica.
La viabilità in Sicilia costituisce un’enorme ferita, una cicatrice mal cucita che attraversa un enorme territorio.
Dappertutto è un dissesto.
E lungo quelle ferite, ogni deviazione del percorso è una questione irrisolta, amara testimonianza dell’incompiuto siciliano.
Così gli autotrasportatori si rifiutano di consegnare il prodotto perché i costi lievitano spropositatamente a causa dei lunghi tempi necessari al trasporto.
Infrastrutture carenti, quindi, e opere pubbliche bloccate.
Pare, infatti, che siano 120 i miliardi di euro di opere pubbliche bloccate.
E la Sicilia, sempre più, si stacca dai tavoli nazionali e il “fattore tempo” che non si riesce a rispettare, sta escludendo la regione dai ricchi mercati dell’Unione Europea.
“Nihil novum sub sole” verrebbe da dire! Dove anche il sole sta prendendo parte a quella non meno spietata guerra che è quella climatica.
E Così i giovani, di cui tanto si parla e che non si fanno parlare, abbandonano la propria terra e le proprie terre che non sono più la primaria fonte di sostentamento dell’economia del Mezzogiorno.
Mentre nelle nuove arene dello scenario politico mondiale, dove il popolo è la nuova bestia da sfamare, il “circenses” è presto garantito dagli usurpatori di turno che si contendono la scena e che, grazie alla loro capacità di mistificazione, riescono a strappare ovazioni e consensi a quei cittadini “cornuti e contenti”che assistono allo spettacolo e che ben si accontentano della miseria ricevuta.
Ma il “panem”… quello NO!
Un accusativo che necessariamente sottende un verbo di elargizione.
Ma il soggetto che elargisce non è certo la classe politica dirigente.
Oggi sono i genitori e i nonni che provvedono ad aiutare questa nuova generazione con serie difficoltà economiche.
E’, ancora una volta, la famiglia, fin dove e, fin quando può, a sopperire ad un sistema carente che fa acqua da tutte le parti.
Ma sarà, forse, l’ultima generazione che potrà permettersi questo lusso!
Ancora una volta, “mutatis mutandis”, la miglior forma di demagogia è addestrare.
Di vero ci è rimasta solo l’ignoranza e la volontà di professarla.
Perché gli argomenti scottanti vengono evitati, seppelliti sotto le macerie.
Neanche lontanamente sfiorato l’argomento “grano”, oggetto di una spietata speculazione al ribasso. 18 centesimi non sono sufficienti neanche a coprire le spese per chi, come si dice da queste parti, “sta sempre con gli occhi al Cielo”.
Per fortuna, però, continuano ad arrivare navi cariche di grano contaminato nel silenzio più assoluto e la Sicilia rimane, sempre e comunque, una terra vessata, popolo di conquista, bacino di voti, ieri come oggi.
Del riformismo tanto auspicato e osannato ancora NESSUNA TRACCIA.