L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Ne approfittiamo del momento di forzato riposo per meditare all’ombra di un virus che ci assale, ci tormenta e che fa vedere nemici da tutte le parti. Come diceva l’allora divo Giulio, ..”pensare male è peccato, ma spesso ci si azzecca!” e allora facciamo una breve carrellata dei trascorsi dell’Uomo. Finita l’era del “io do una clavata a te, tu ne dai un’altra a me”, per far valere le proprie ragioni si iniziò a duellare con pugnali, sciabole, frecce e giavellotti. Ma le istanze non erano solo dei singoli bensì anche di intere comunità, popoli, nazioni. Nacque così la finanza, meccanismo economico di semplice applicazione che avrebbe svolto la funzione di assecondare gli interessi dei postulanti per campagne militari, e non solo. Ma, man mano, e con il tempo, si sono invertiti i ruoli: la speculazione ha preso il sopravvento e l’uomo ha perso la sua centralità, la sua dignità, i suoi diritti, ciò che di bello e meraviglioso Dio o la Natura che dir si voglia gli aveva regalato. Guerre, carestie, deportazioni, tutto è dipeso e dipende tutt’ora dagli umori di questo “mostro” che tiene sotto schiaffo il genere umano. Nelle guerre combattute con i carri armati o con i virus, non osiamo pensare con le atomiche, non ci sono né vincitori né vinti, ma ci perde l’intera Umanità.
I burattinai e i burattini sono sempre gli stessi, che si vinca o si perda, il movente è sempre il medesimo: il profitto. Finché si accorderà valore a questo il Mondo non conoscerà pace, l’Inferno sarà su questa terra e invocheremo forse la morte per avere la pace.
Per quanto riguarda il nostro Paese, e tornando ai pensieri del “Divo Giulio”, c’è da dire che in una guerra voluta anche da noi, ne siamo usciti con le ossa rotte e abbiamo perso la sovranità. Con il piano Marshall le potenze vincitrici pensarono bene di aiutare la pace in Europa tra vinti e vincitori creando, a piccoli passi, quella che è l’attuale Comunità economica europea, e ciò anche per evitare una fuga in massa in America degli europei dai loro paesi ridotti in macerie. Ovviamente tutto orchestrato e con l’attenta regia dei loro servizi di sicurezza che pensarono bene di incanalarci verso il Patto Atlantico, la Nato, a stretta dipendenza militare ed economica. Così ci è stato precluso avere una nostra politica, commerciare con chi vogliamo, rivolgerci a chi sia inviso ai vincitori. Siamo a libertà vigilata, in parole povere ci è precluso trovare gli spazi per la nostra stessa sopravvivenza che, per vocazione naturale, potrebbe essere anche l’Eurasia e non l’altra sponda dell’Atlantico. Ci fanno vivere in una cultura che non ci appartiene, ci impongono le loro informazioni, ci fanno vedere i loro film, una finanza che non è la nostra, ci dicono quello che possiamo fare e quello che non dobbiamo fare, in sostanza la nostra identità sta scomparendo. Dalla fine della guerra ad oggi abbiamo avuto in media un governo l’anno e questo tipo di instabilità non solo da noi, ma in tutto il mondo, è miele per le orecchie di chi vuole speculare in borsa; possiamo prendercela con questo o quell’altro dei politici, ma il vero nemico e unico vincitore non si appalesa mai, è dietro le quinte che si stropiccia le mani. Per la nostra posizione geografica siamo una vera e propria portaerei naturale sul Mediterraneo, punto strategico per una politica che forse non ci appartiene ma di cui ne subiamo le conseguenze. Da noi partono gli aerei che vanno a bombardare popolazioni inermi che abitano in Medio Oriente, sul nostro territorio ci sono testate nucleari, a Sigonella abbiamo missili puntati contro le truppe cammellate dei beduini, siamo un enorme magazzino di armi per conto terzi destinate a seminare morte e distruzione, nessuno ne parla, eppure la nostra Costituzione ripudia la guerra. Bisogna prendere coscienza che hanno più bisogno gli altri del nostro territorio che noi di loro, e forse è proprio questa la causa per cui in tutti questi anni ci sono state nascoste tante verità, ciò che la nostra informazione a libertà vigilata non ci ha potuto dire.
Una via d’uscita potrebbe essere l’Europa. Sarebbe l’ideale: l’unione fa la forza e il mondo oramai viaggia a zone di macroeconomia, quindi anche l’Europa unita potrebbe avere la sua voce. Ma così purtroppo non è stato fin'ora. Fin dall’origine è stata pensata come una scatola vuota, come un’istituzione acefala, a uso e consumo dei vincitori, che in nome della democrazia hanno ottenuto uno sbocco commerciale sui territori conquistati di ben 500 milioni di persone in nome di un nemico che non esiste, prova ne è che gli ultimi arrivati nell’Unione, subito imbrigliati nella Nato, sembrano più sensibili alle direttive d’oltre oceano che a quelle europee. Comunque sia, vale tentare questa via per essere sicuri di non sbagliarci.
Sembrerebbe non ci siano molte vie di uscita e che oramai siamo destinati a soccombere ma, in realtà, a pensarci bene, qualcosa possiamo farla. La tecnologia ci sta portando sempre più ad un pensiero globale, siamo quasi tutti collegati ad internet e grazie alla rete siamo cittadini del mondo, al di la dei confini convenzionali, e stiamo pervenendo anche ad un vivere più locale, nel senso che grazie a questa possiamo permetterci di vivere anche in campagna e continuare a lavorare in rete sotto di un albero fuori della città, magari troppo caotica o inquinata. Vivendo questa nuova realtà che è sempre stata ma che non è stata considerata nel suo giusto valore, percepiamo che la razza umana è una, che i nostri bisogni in qualsiasi parte del mondo si trovino i nostri simili, sono gli stessi, i virus come quello che ci obbliga in casa ora, non hanno confini e che la tecnologia è disposta ad aiutarci e soprattutto, eliminando le distanze, ci fa prendere coscienza di avere una casa in comune, la Terra, che va rispettata e pulita, anche dei nostri pensieri negativi, che tanto danno provocano. E allora forse i tempi sono maturi perché l’uomo faccia un salto di qualità, prenda coscienza che il male porta al male e il bene al bene. Siamo tutti una famiglia, tutti aspiriamo al bene, e questo è possibile ottenerlo grazie a una maggior presa di coscienza da parte di tutti noi, basta osservare le regole che Madre natura ci ha dato: Giustizia, Condivisione, Amore. Le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki hanno mostrato all’intera umanità che si è oramai giunti al punto del non ritorno. Il nostro Paese è sempre stato additato quale Paese di arte, di cultura, di civiltà, di bellezza: rompiamo le catene con la nostra creatività, con il nostro sapere, la nostra intelligenza, la nostra saggezza e allora non seguiremo più imprigionati il mondo ma il mondo sarà imprigionato dalla nostra Luce.