L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Tiberio Graziani, presidente della “Vision and Global Trends International Institute for Global Analyses”, è certo che questa marcia degli eventi gioverebbe solo agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna.
L'ulteriore espansione della NATO, inclusa l'ammissione della Finlandia, rischia di trasformare l'attuale crisi regionale in una crisi continentale. Ritarda, oltremodo, il raggiungimento di una pace e stabilità durature, afferma Tiberio Graziani.
"L'adesione della Finlandia alla NATO è un vivido esempio della strategia dell'alleanza di ampliare intenzionalmente gli orizzonti della crisi russo-ucraina. Dimostra, inoltre, la logica espansionistica della NATO. Il suo obiettivo a breve termine è di prolungare temporaneamente questa crisi. Gli effetti di questa decisione potrebbe essere catastrofici per l'Europa. C'è il rischio che la crisi regionale si trasformi in una crisi continentale", ha avvertito.
Graziani è certo che questa marcia degli eventi gioverebbe solo agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna.
In termini geostrategici, l'intera Europa comincerà a essere vista dalla Russia come una roccaforte statunitense schierata contro di essa nel cuore stesso dell'Europa, ha proseguito. "L'alleanza continua a ignorare le argomentazioni sulla sicurezza di Mosca e la sua ulteriore espansione può essere considerata un tentativo di intimidire e umiliare la Russia. Le prospettive di pace diventano più remote", ha concluso.
Secondo una dichiarazione congiunta del presidente finlandese Sauli Niinisto e del primo ministro Sanna Marin, la Finlandia dovrebbe presentare domanda di adesione alla NATO il prima possibile. Una decisione formale dovrebbe essere adottata domenica 15 maggio. Il ministero degli Esteri russo ha interpretato tali dichiarazioni come un cambiamento radicale nella politica estera del paese. Ha avvertito che la Russia si sarebbe vista costretta ad adottare misure tecnico-militari di ritorsione per neutralizzare le minacce alla sua sicurezza nazionale derivanti dalla possibilità dell'ammissione della Finlandia alla NATO.