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Grecia. Referendum, in vantaggio il "NO"

By Francesco Moretti July 02, 2015 12230

 

La questione del referendum è una questione complessa, analizzando i dati e le percentuali attribuite al "si" e al "no" possiamo capire che non si tratta di uno schieramento compatto e ben diviso tra l'elettorato dei vari partiti, ma piuttosto di un voto trasversale che raccoglie in misura diversa le percentuali di coloro che sono a favore e coloro che sono contrari alla firma di un accordo specifico.

 

Dopo mesi di contrattazione, come sapete, il governo greco si è trovato davanti all'imposizione di dover firmare un accordo tale e quale a quello presentato a Samaras nel precedente governo, con addirittura l'aggiunta di alcuni punti peggiorativi. Questi mesi sono passati tra un

incontro e l'altro, tra una speranza di accordo annunciata e poi smentita. In maniera organizzata, ogni possibile accordo veniva fatto fallire per volere del governo tedesco oppure dal Fondo Monetario Internazionale o comunque da uno dei tre componenti della exTroika.

A niente sono serviti gli enormi passi fatti dal governo greco per arrivare ad una firma.

Tutto questo tempo è stato "perso" in maniera cosciente e studiata in modo da far arrivare il governo greco allo scadere della rata che avrebbe dovuto pagare al Fondo Monetario Internazionale alla fine di giugno. Usando il ricatto del fallimento, la ex Troika ha cercato di mettere con le spalle al muro il governo greco e quindi di costringerlo a firmare un accordo molto svantaggioso per il proprio popolo imponendo l'ultimatum.

Il referendum è stato quindi indetto per porre la questione direttamente a coloro che andranno a subire le conseguenze di questo accordo.

Il fronte del "si" è per l'immediata firma dell'accordo così com'è stato imposto.

Ovviamente, vergognandosi e trovando di cattivo gusto l'autodefinizione "Mnimoniaki" ovvero "ProMemorandum" hanno deciso di mistificare il senso del quesito referendario e si sono definiti il fronte per il "si" all'euro e all'Europa. Perché parlo di mistificazione mediatica? Perché anche molti di coloro che sostengono il "no" sono a favore dell'euro e dell'Europa ed è per stare nell'euro e nell'Europa che da mesi spingono per un accordo applicabile. Anche il fronte del "no" sostiene la necessità di firmare un accordo con la controparte, ma non con i termini molto svantaggiosi di questo accordo specifico.

 

La propaganda per il "si" è sostenuta da tutti coloro che vedono un guadagno diretto nella firma dell'accordo così com'è, ovvero coloro che rappresentano il capitalismo greco e che vedono di buon occhio la riduzione di stipendi e pensioni, la riduzione delle tasse per i grandi capitali, la cancellazione ulteriore dei diritti dei lavoratori, la svendita e la commercializzazione del patrimonio naturalistico greco, le privatizzazioni dei servizi e dei beni essenziali come sanità, istruzione, acqua ed energia elettrica etc... Questi sono i maggiori interessati affinché il fronte del "si" vinca il referendum.

 

Poi, siccome questo nucleo che ha un interesse diretto per il "si" è in realtà composto da un piccolo numero di persone, viene fatto il possibile per convincere anche coloro a cui non converrebbe affatto la firma di questo accordo.

E com'è possibile convincere anche queste persone a votare una cosa contro il proprio interesse?

Facile, si crea un clima di terrore, paventando l'uscita dall'euro, dall'Europa, il fallimento e il disastro economico e sociale del paese, la perdita di tutti i propri soldi etc...in caso di vittoria del "no".

In questo sporco lavoro aiutano molto le tv private greche che a ciclo continuo trasmettono servizi che hanno lo scopo di terrorizzare il popolo greco, molte volte riciclando in maniera forviante fotografie ed immagini del passato e magari provenienti da altri paesi. Poi, come se questo non bastasse, c'è il recital delle dichiarazioni di tanti primi ministri che vedono a rischio le politiche di austerity che stanno portando avanti nei propri paesi.

 

Loro, i politici, sono tra i più accaniti e contrari al referendum. Vedono come cosa pericolosissima il diffondersi della pratica referendaria e temono che questa forma di democrazia diventi una prassi richiesta da altri popoli d'Europa. L'esempio del primo ministro Matteo Renzi è eclatante, ha dichiarato: "Sarà un referendum tra la Dracma e l'Euro" . In questo carosello di dichiarazioni non è solo, ma ben inserito in un fronte che fa di tutto per terrorizzare il popolo greco. In tanti hanno fatto dichiarazioni in cui la vittoria del "no" coincide con l'uscita dall'euro e dall'Europa. Cosa, che non è vera ed è proprio il più accanito nemico del governo greco a dichiaralo pubblicamente, infatti proprio il ministro delle finanze tedesco W.Schäuble ha dichiarato ieri che anche con la vittoria del "no" la Grecia resterà nell'euro e si continuerà a trattare.

 

Per aiutare il fronte del "si" e contribuire ad incentivare il clima di terrore, da alcuni giorni la Grecia è stata costretta ad un regime di Capital Control. Le banche sono chiuse ed è possibile ritirare dai bancomat solo una cifra di 60 euro il giorno. Come vedremo analizzando le varie percentuali, la chiusura delle banche ha determinato un cambiamento sulle percentuali di voto.

 

Prima della chiusura delle banche le percentuali erano:

57% a favore del del "NO"

30% a favore del "SI"

13% indecisi

Dopo la chiusura delle banche le percentuali sono variate in questo modo:

46% a favore del "NO"

37% a favore del "SI"

17% indecisi

Nell'insieme della popolazione le percentuali sono così disposte:

51% a favore del "NO"

34% a favore del "SI"

15% indecisi

Alla domanda: "Ti recherai a votare per questo referendum?" Le percentuali dei votanti alte:

86% andrò a votare

8% non andrò a votare

6% non ho deciso

Il risultato finale della ricerca, ottenuto analizzando l'opinione di coloro che si recheranno a votare è :

33% a favore del "SI"

54% a favore del "NO"

13% indecisi

Il fronte del "NO" è tutt'ora in vantaggio.

 

A sostenere il "NO" a questo accordo imposto sono i partiti di governo (Syriza e Anexartiti Ellines) più il partito di opposizione di estrema destra Chrisi Avghi.

A sostenere il "SI", quindi la firma di questo accordo sono i seguenti partiti di opposizione: Nea Dimokratia, Pasok, Potami. Il KKE partito comunista greco, boicotta il referendum e propone di annullare la scheda.

È interessante analizzare come anche all'interno dell'elettorato di ogni partito il voto sia trasversale e diviso tra "SI" e "NO" in percentuali che variano a seconda del partito.

 

Partito di governo SYRIZA:

"NO" 77% "

SI" 15% indecisi

8%

Partito di governo Anexartiti Ellines:

"NO" 60% "

SI" 31% indecisi

9%

Partito di opposizione Nea Dimokratia:

"NO" 22% "

SI" 65% indecisi

13%

Partito di opposizione Chrisi Avghi:

"NO" 80% "

SI" 20% indecisi

0%

Partito di opposizione To Potami:

"NO" 21% "

SI" 68% indecisi

11%

Partito di opposizione KKE:

"NO" 57% "

SI" 20% indecisi

23%

Partito di opposizione Pasok:

"NO" 21% "

SI" 65% indecisi

14%

 

Il referendum ha già ottenuto una vittoria prima ancora di sapere se vincerà il "SI" oppure il "NO".

Ha di fatto mobilitato l'attenzione internazionale sul problema Grecia e in oltre ha spaventato i politici dell'Eurogruppo che hanno chiesto a più riprese che il referendum venga ritirato e che allarmati da questa scelta non prevista del governo greco stanno cercando proprio in queste ore di elaborare una nuova proposta e di arrivare finalmente ad un accordo.

Mancano ancora pochi giorni al voto...staremo a vedere cosa succederà.

I dati relativi ai sondaggi di opinione sono stati presi dal quotidiano "Η Εφημερίδα των Συντακτών" del 7 luglio

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