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Negli anni trascorsi dalla laurea all’ingresso nell’ufficio studi della Banca Nazionale del Lavoro, per un totale di ventidue mesi, ho svolto attività di collaborazione con il professor Orlando della Facoltà di Economia dell’Universita’ degli Studi di Roma (attività che ha portato alla stesura di un articolo sulla tecnica dello Zero Base Budgeting (pubblicato su Rassegna Economica dell’allora Banco di Napoli), ma soprattutto un discreto numero di mesi di supplenza presso istituti professionali per il commercio e per il turismo nei quali insegnavo prevalentemente materie tecniche.
È stato quindi non senza un moto di sorpresa che ho appreso della stravagante tesi del dottor Patuelli, Presidente tuttora in carica dell’ABI, il quale ha sostenuto coram populo che le banche italiane non possono alzare i tassi sui depositi a vista per il semplice motivo che sono, appunto a vista!
Scavando nella esperienza pregressa di insegnante, mi è sovvenuta alla mente una facile obiezione al ”profondo ragionamento” di Patuelli e che consiste in una possibilità offerta dalla più elementare tecnica bancaria e che consiste nel valutare “ex post” la giacenza media degli ultimi tre mesi, quindi non traibile per definizione in quanto è un dato statico riferito al passato e quindi caratterizzato da un elevato tasso di non modificabilità.
Questo significa che la giacenza media a livello di sistema, disaggregata a livello di singolo conto corrente, renderebbe pienamente fruttiferi e a tassi di mercato quegli oltre mille miliardi di euro di depositi mediamente mantenuti dai depositanti!
Ancora più risibile è il punto di caduta tra Governo e banche sulla spinosissima questione dei mutui “esistenti” a tasso variabile, che per bocca della stessa ABI, scopriamo solo oggi rappresentare poco meno del 40 per cento dello stock totale dei mutui (38 per cento per la precisione).
In questo caso l’ipotesi di allungamento o di passaggio al tasso fisso non meritano assolutamente nessuna considerazione tanto vanno contro qualsivoglia logica economica. Al proposito sarebbe meglio seguire la strada praticata in Gran Bretagna ai tempi della Tempesta Perfetta con la massiccia conversazione dei mutuatari in affittuari con una “liquidazione” proporzionata alla quantità di mutuo a quel tempo pagata.