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Quando scoppia una bolla speculativa....

By Marco Sarli February 15, 2016 10044

Per chi come me ha tenuto il libro di bordo della tempesta perfetta dal settembre 2007 in poi, lo scoppio di una o più bolle speculative non dice nulla di nuovo, anche perché i comportamenti degli operatori e degli analisti sono pressoché identici a prescindere da quale sia l'epicentro della crisi e da quanto siano alti i marosi della tempesta perfetta.

Ai tempi del molto evitabile fallimento di Lehman e dell'incredibile salvataggio del colosso assicurativo statunitense AIG, non riuscivo quasi a credere ai miei occhi di fronte ai comportamenti del duo Paulson-Bernspan e alle tragiche conseguenze del capolavoro che furono in grado di realizzare finalizzato ad eliminare l'unica vera concorrente di Goldman Sachs.

Ma tornando allo scoppio delle tre bolle speculative che stanno iniziando a sgonfiarsi quasi contemporaneamente, mi ha colpito molto quanto ha detto in una trasmissione televisiva il numero uno di un'entità finanziaria il quale spiegava che i problemi con i quali ci si stava confrontando in questo primo squarcio del 2016 erano presenti in modo pressoché identico nel 2015, anno in cui, come tutti ricorderanno, le borse di tutto il mondo, non esclusa certo la piazza milanese pivot a livello europeo, macinavano record su record, facendo pensare ai più che la tempesta perfetta ce l'avevamo ormai alle spalle.

Quello che sta accadendo, in buona sostanza e al netto di eccessi speculativi che non mancano, è un ritorno verso valori più normali e più in linea con i fondamentali delle aziende ed è un tragitto che è tutt'altro che terminato con buona pace degli investitori che hanno comprato i titoli a caro prezzo nei mesi passati.

Come tutti oramai sanno, una delle componenti dei principali listini europei ad avere pagato il prezzo più alto al doloroso processo di aggiustamento in corso è quello bancario, con una media di correzione nel corso delle ultime sei settimane pari al 50 per cento e in qualche caso anche di più, un drastico ridimensionamento a cui non è estranea l'entrata in vigore del bail in un provvedimento che prevede che gli azionisti, gli obbligazionisti subordinati e i depositanti per la parte eccedente i centomila euro partecipino alle perdite della banca in dissesto.

Il Governatore della Banca d'Italia, il Governo e anche i partiti di opposizione hanno proposto di applicare il provvedimento con gradualità, ma Super Mario ha spiegato ieri al Parlamento europeo che non se ne parla proprio!

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