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Non volevo credere ai miei occhi domenica scorsa leggendo l'editoriale di Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica e dominus incontrastato di quel giornale che, dopo di lui, ha visto avvicendarsi alla guida della prestigiosa testata Ezio Mauro e Mario Calabresi, due ottimi giornalisti ma che non sono assolutamente in grado di influire sulla linea di un giornale che, a novanta anni suonati, è ancora legato alle posizioni di un uomo le cui idee affondano nelle radici del partito d'azione e protagonista, non so quanto pentito, della nascita del partito radicale di Marco Pannella.
Quale era il motivo della mia sorpresa? E' presto detto: dopo il solito e lungo sproloquio domenicale, Scalfari affronta di petto un tema delicatissimo quale la posizione che la Germania, in vista del voto politico dell'anno prossimo in cui la Merkel si trova ad affrontare una ultradestra in forte crescita nel voto regionale e nei sondaggi politici nazionali e che soprattutto nasce dal movimento dei professori contrari alla politica della Banca Centrale Europea e alla stessa adesione della Germania all'euro, potrebbe annunciare l'intenzione di uscire dalla moneta unica europea o di promuovere la nascita di un euro a due o più velocità.
Come autore da nove anni di un blog sulla crisi finanziaria, ho più volte espresso visioni non ortodosse o in qualche caso estreme, visioni che a volte si sono dimostrate realistiche, quali il fallimento molto annunciato della Lehman Brothers o la vera natura della potente e molto preveggente Goldman Sachs, a volte meno, ma mai, così come la maggior parte dei miei colleghi, avrei osato parlare di una mossa della nazione più potente dell'Unione europea che punterebbe a scardinare, probabilmente in unione con l'Olanda e altri paesi del Nord Europa, la Banca Centrale Europea e l'euro, che sono una delle poche ed effettive cessioni di sovranità che la maggior parte dei paesi europei, non tutti in verità, hanno compiuto in favore dell'Unione, una scelta che, ove dovesse essere vera, insieme alla alla sempre possibile Brexit e alla bomba a scoppio ritardato rappresentata dalla questione del tutto irrisolta dei migranti e di un'equa ripartizione degli stessi tra i 28, o 27 se in Gran Bretagna il 23 giugno prevarranno i leave, paesi membri.
Su una cosa, invece sono d'accordo con Scalfari ed è quando parla di aumenti dei tassi di interesse USA archiviati per quest'anno, ipotesi che avevo già avanzato qualche giorno fa e che, anche dopo l'intervento di lunedì di Janet Yellen, sembra cifrata nell'improvviso indebolimento del dollaro che ha preceduto e seguito le sue parole!