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GENEVIEVE VAUGHAN - Economia del dono materno

By Sivia Pietrovanni February 05, 2018 8817

kfiuii“Nella vita di ogni essere umano è incorporato il modello materno dell'economia del dono”

Genevieve Vaughan, filosofa e femminista americana, autrice dei libri “Per-donare. Una critica femminista dello scambio(Meltemi, 2005) e di “The Gift in the Heart of Language: the maternal source of meaning” (Mimesis International, 2015) concentra in in questo saggio i passi essenziali del suo pensiero.

Il patriarcato soggiace ad atteggiamenti ripetuti che vengono ritenuti normali, atteggiamenti che si ritrovano nello stato, nella religione, nelle università, ma soprattutto nel mercato.

Al lato opposto del patri-mercato si colloca l'economia del dono: il dono non è una merce, pertanto non è investito di valore; il dono non è scambio perché lo scambio ha bloccato il dono unilaterale e ha aperto la porta verso la trasformazione dei doni in profitto: il dare per ricevere qualcosa in cambio, infatti, nasconde come unica mira il «dono di profitto». L'economia di scambio crea, dunque, mancanza di risorse e porta alla disuguaglianza.

La bestia imperialista occidentale ha predato e messo in vendita anche l' acqua, l'aria, i semi, i geni.

Da quale pulsione nasce questa predazione? Dal desiderio di essere il primo, l'uno, concetto estendibile anche alle nazioni. Una struttura piramidale che si delinea già nella famiglia patriarcale, dal padre si estende alle figure religiose e che ha come conseguenza l'atomismo sociale dell'homo economicus che dà senza donare.

“Come specie noi siamo homo donans, homo materno. Il patriarcato e il mercato sono state delle deviazioni antimaterne che attraverso la loro logica dannosa ci hanno portato fuori strada”.

Tuttavia frammenti di economia del dono sopravvivono e si ibridizzano nel contemporaneo: basta pensare alle forme di volontariato o di attivismo politico. (la stesa autrice ha dato vita alla “Foundation for a Compassionate Society” fondazione composta da donne che si è occupata di antinucleare, pace, antirazzismo...).

In principio c'era l'economia delle madri, gratuita e tesa a soddisfare bisogni, basata sul valore distributivo e qualitativo, un'economia relazionale che implica il valore dell'altro, una sfera economica che vive e struttura le prime fasi di vita del bambino.

Per secoli è stato l'ordine simbolico del padre a imperare mentre quello della madre non è stato elaborato collettivamente (in riferimento al libro da tempo fuori commercio di Luisa Muraro “L'ordine simbolico della madre”).

Uno spunto interessante si riferisce all'inclusione nella comunicazione verbale all'interno del sistema del dono materno:

Dal latino “munus”, dono, derivano sia “comunità” che “comunicazione”: che cosa mettiamo in atto quando comunichiamo? Doniamo parole e discorsi affinché altri possano riceverle. Chomsky aveva parlato di una “grammatica universale” data dai meccanismi di base del linguaggio che sono innati; tale linguaggio viene potenziato dalla comunicazione materna e dalle relazioni.

La cultura diventa natura: le cure materne sono incorporate nella fisiologia del cervello del bambino. Se alla base c'è il dono e la madre, conclude l'autrice, “le interazioni del dare e ricevere costituiscono il substrato per la nostra esperienza in generale”.

 

GENEVIEVE VAUGHAN
Economia del dono materno
Castelvecchi 2018

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Last modified on Tuesday, 06 February 2018 17:14
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