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L’esordio narrativo di Gianni Oliva, Il Pendio dei noci è il racconto dolceamaro di un amore. E di un Paese in guerra. Giuliano e Maddalena si incontrano e si perdono mentre il mondo intorno a loro cambia e si trasforma.
Il racconto affascinante scorre sul destino di un uomo che doveva diventare prete e invece è andato a sparare in Africa e sul Monte Grappa. Il Sergente Julien - questo è il nome francese che Giuliano deve adottare per “la libertà di esistere” - nasce nella vallata di Sangone, figlio di una ragazza bambina la cui quotidianità è caratterizzata da continui spostamenti di una carovana di girovaghi che, in quella sua ultima notte di vita, salgono a Coazze per la festa dell’Assunta (15 agosto1880). La madre bambina ha vissuto un parto doloroso e solitario e si è sentita sopraffatta, ansiosa, triste, spaventata e in colpa. Consapevole di esporsi ad un destino estremamente grave come la morte, riesce ad abbracciare per pochi istanti il suo bambino.
In queste prime pagine la descrizione dell’autore Gianni Oliva è capace di provocare un sentimento intenso, doloroso e al tempo stesso commovente. In questa straziante descrizione emerge un tema molto attuale quello di molte ragazze madri che si sentono isolate o sopraffatte dal carico mentale e fisico, a volte lottando contro stereotipi sociali. In situazioni di guerra, questo isolamento può essere aggravato dall'assenza di infrastrutture di supporto, dalla disgregazione delle comunità e dal bisogno di migrare, rendendo la situazione delle madri adolescenti ancora più precaria.
Il teologo Don Battista Fornasio da Beinasco, parroco a Coazze, sarà il mentore, in quanto la sua figura viene descritta fortemente coinvolta nella guida spirituale, nell'accompagnamento e nel sostegno di Giuliano. La sua vita prende forma nel racconto e la si coglie nel suo essere felicemente quotidianità tra gli studi in seminario, il lavoro nella canonica e l’amore per Maddalena fino a quando le maldicenze e i pregiudizi della gente di paese lo forzano a cambiare vita: le voci e le accuse che si stanno pronunciando possono danneggiare irreparabilmente la sua reputazione, e rendere la sua permanenza e il suo amore per Maddalena insostenibile. Questa pressione sociale lo induce a cercare altrove un nuovo inizio. Da quel momento i due si dividono e, pur imboccando strade diverse, non si perderanno mai del tutto. Si amano e si devono forzatamente separare, mentre le loro vite corrono su binari apparentemente paralleli. Dal libro: (…) nella fureria di Ponte San Lorenzo veniva ufficialmente preso in carico il sottoufficiale Sergente Vertou Julien, classe 1880, proveniente dall’esercito francese e aggregato in data 18 aprile 1918 al 9° corpo d’armata, battaglione Alpini Susa, zona operativa Monte Grappa (…). “Il legionario senza emozioni” vive un senso di forte fratellanza e amicizia con il capitano Maglioli ma anche tra i giovanissimi combattenti nelle trincee (…) due eserciti di bambini che non sanno che cos’è la guerra, che cos’è un fucile. Disse con amarezza il capitano Maglioli. Era tra le tende di quota 1087 e guardava le reclute appena arrivate: avevano diciott’anni e gli occhi già stanchi (…) In questo ambiente di miseria, pericolo e costrizione, gli alpini sviluppano con il Sergente Julien legami profondi, trovando sostegno reciproco di fronte alla precarietà della vita. Sullo sfondo quarant’anni di storia italiana: impietosa immagine di un Paese in cui l’unica cosa a salvarsi (e a salvarci) sembra essere l’amore: lassù sul sentiero di Coazze dopo la canonica e la borgata, lassù nell’ultima baita dove si stende il pendio dei noci, le parole di Gianni Oliva esprimono non solo il vissuto di Maddalena nella maternità e nella crescita del figlio ma anche il viaggio che avvicina inaspettatamente padre e figlio. Una storia di amore e di colpa, di verità nascoste e di coraggio che rimane impressa nel cuore. Il Pendio dei noci di Gianni Oliva scorre come un fiume in piena, con capitoli alternati che affrontano l’amore, la guerra e il processo di ricostruzione delle vite dei due protagonisti e dei loro mentori e, si va avanti nella lettura spinti dal sospetto, dalla paura, dalla commozione. Quando due “predestinati in amore” si prendono per mano possono affrontare qualsiasi prova. Arrivare fino in fondo richiederà ad entrambi un grande coraggio: per far distinguere la verità dalla menzogna e per far accettare che l’amore può essere più forte di qualsiasi tragedia. Un romanzo magnificante bilanciato in cui la storia d’amore non è mai dimenticata né stemperata dalla cupezza del pregiudizio iniziale e della guerra. Dialoghi freschi, significativi, un ritmo controllato e una prosa sincera e genuina completano questo romanzo illuminante, in cui ogni lettore può trovare qualcuno a cui richiamarsi. In questo esordio narrativo, Il Pendio dei Noci di Gianni Oliva, tutta la forza e la fragilità della vita.
Gianni Oliva
Storico e giornalista, è nato a Torino ed è docente di Storia delle istituzioni militari. Ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza nel paese di Coazze, in val Sangone. È autore di numerosi saggi di carattere scientifico-divulgativo, tutti pubblicati da Mondadori. È presidente del conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.
IL PENDIO DEI NOCI
Gianni Oliva
Edizioni Mondadori
Pagine 246