L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
La prima volta in cui ho sentito parlare di un caso di pedofilia che fece molto scalpore in Albania e indignò l'opinione pubblica, fu nel 2004 in una casa famiglia per bambini orfani e abbandonati. La comunità si chiamava “I Suoi Figli” ed era gestita da una fondazione religiosa di cittadini inglesi, americani, olandesi e belgi.
Gli orrori che raccontarono i bambini quando tre componenti della fondazione, compreso il presidente inglese, furono denunciati da una volontaria olandese del centro, superarono i peggiori incubi che avessi mai avuto nella mia vita. Uno di loro, religioso, prima di abusare dei bambini, leggeva loro la Bibbia. Non riuscivo neanche a leggere fino in fondo le notizie che giravano in rete, che raccontavano testimonianze di bambini abusati e violentati brutalmente.
L'opinione pubblica in Albania rimase scioccata... Nell'Albania maschilista, chiusa per cinquant'anni sotto la dittatura di Hoxha e portatrice nei secoli di una cultura che imponeva regole rigide regolarizzate dal Kanun, un codice medievale, secondo il quale i bambini non si toccano, questo bruttissimo evento, purtroppo, non sarebbe rimasto l'unico.
La società albanese contemporanea deve fare i conti adesso con le problematiche sconosciutissime alla sua cultura secolare tradizionale: la pedofilia, l'incesto, la vendita come una merce qualsiasi di bambini destinati al mercato nero degli organi, la prostituzione minorile, l'adozione illegale. Si sono moltiplicati vertiginosamente i casi dei bambini scomparsi nel nulla. A questo si aggiunge un’altra inaudibile grettezza: si uccidono i bambini nel nome di Kanun e del debito di sangue, disonorando lo stesso codice che condanna fortemente questi orrori.
Io credo che parlare di queste storie, affrontate anche nel mio nuovo romanzo “I bambini non hanno mai colpe”, aiuti la società a prendere coscienza di questi fenomeni loschi che toccano tutti i paesi. Perché le richieste per il mercato nero degli organi, la prostituzione minorile e l'adozione illegale arrivano dai paesi più sviluppati e industrializzati del mondo, Italia compresa, approfittando della povertà della gente nei paesi poveri e in via di sviluppo. È matematico: se non ci fosse richiesta, si annullerebbe l’orribile tratta degli esseri umani. Ecco perché bisogna raccontarle senza tabù, esattamente come sono in realtà: la vergogna dell'umanità.
Il silenzio molte volte uccide.
Ismete Selmanaj Leba
01/04/2016
Ismete Selmanaj Leba |
Ismete Selmanaj è nata a Durazzo, in Albania. Nel 1991 si laurea all'Università di Tirana presso la Facoltà di Ingegneria Edile, ma la passione per la letteratura, che l’ha accompagnata sin da quando era bambina e che le ha fatto vincere medaglie e numerosi premi, non l’ha mai abbandonata. Vive sulla sua pelle la crisi politica albanese: nel 1992, infatti, decide di trasferirsi in Italia, risiedendo da allora in provincia di Messina.
Con Bonfirraro lo scorso anno ha pubblicato il libro di successo Verginità Rapite che segna il suo esordio in lingua italiana, adottato dalla cattedra di “Cultura e Letteratura Albanese” presso l’Università di Palermo. I bambini non hanno mai colpe è il suo secondo romanzo, in cui la fa da padrona l’attualità e la sua piaga più mostruosa, la pedofilia, a cui viene intersecato il Kanun, il codice di comportamento albanese di tradizione medievale che grida perennemente alla vendetta.