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Quest’Italia. Una società diseguale

By Virgilio Violo March 30, 2016 11899

Il prossimo 27 gennaio esce per i Ricci delle Edizioni Gruppo Abele il nuovo libro di Daniele Poto "Italia diseguale. Poveri e ricchi nel Belpaese"

«L’Italia e un paese ricco abitato da poveri o un paese povero abitato da ricchi?».
La domanda, volutamente provocatoria, percorre il libro di Daniele Poto.
Il 28,4 per cento degli italiani e a rischio povertà e la Sicilia ha la quota più alta in Europa con un ragguardevole 55,3 per cento. I ricchi tengono le posizioni. La classe media s’inabissa, i poveri tradizionali si avvicinano a uno status infimo di pura sopravvivenza. Ma nonostante questi dati preoccupanti (e i molti altri che il libro riporta, nello stile giornalistico che contraddistingue la scrittura dell’autore) i governi sembrano continuare a posticipare la necessità di mettere al primo posto nell’agenda politica la lotta alla povertà.

L’autore, in queste pagine, riporta con lo stile snello e accessibile che contraddistingue la sua scrittura giornalistica, numerosi dati e esempi, mettendo in mostra mancanze e contraddizioni di questo nostro Paese, in cui i pochi ricchi si contrappongono sempre di più ad un numero crescente di poveri, il familismo impera, la corruzione e il potere delle attività criminali sembra non diminuire, la filantropia diventa metodo di arricchimento, in un excursus in grado di fornire una visione generale dell’attuale crisi in atto.
Al più famoso PIL si accosta il FIL (indice di felicità). Nella particolare classifica stilata del World Happiness Report l’Italia è al cinquantesimo posto; dopo di noi, in Europa, solo la Grecia, sconvolta da una crisi economica di dimensioni ben maggiori. Che ne è stato, quindi, del Belpaese?

Sei milioni di poveri: questo è il combinato disposto dei cancri che abitano il Belpaese. Corruzione, evasione fiscale, mafie declinate al plurale. Una tassa fissa di 550 miliardi di euro che impedisce un qualunque avanzamento nelle gerarchie di crescita dell’Unione Europea. Eppure le priorità dei Governi che si sono succeduti al potere nella seconda Repubblica inclinano ad altre distraenti priorità. Daniele Poto ne “l’Italia diseguale” risale alle cause endemiche della povertà, indicando con precisione i fattori di depauperamento della nazione, comprendendo nell’analisi il tiro al bersaglio, soprattutto fiscale, su alcune categorie facilmente colpibili come i pensionati e i lavoratori dipendenti. Il miraggio del rilancio grazie a Expo 2015 o alle velleitaria candidatura per l’Olimpiade del 2024 la dice lunga sulla volontà di sopravvivenza della casta politica che con questi target evoca obiettivi e conquiste che non mutano le difficili condizioni di vita di una larga parte di italiani. Un connazionale su sei oggi rinuncia a curarsi per l’impossibilità di provvedere al pagamento delle spese sanitarie. E nelle graduatorie di corruzione in Europa solo la Bulgaria ci batte. La resistenza all’introduzione del reddito di cittadinanza, la china obbedienza ai diktat europei descrive un paese immobile, sigillato da un apparato burocratico che lascia poche speranze.

L’analisi muove dalla povertà che attanaglia l’intero pianeta ma subito si addentra, come un racconto di avventura, nei meandri delle ragioni politiche e strutturali della crisi dell’Italia: un paese di vecchi e nuovi poveri, sei milioni in totale, con il rigonfiamento di una classe media che si inabissa portando involontariamente a fondo l’economia e che lo Stato colpevolmente non sostiene.
Per arrivare alla meta finale il testo affronta la povertà da molteplici punti di vista, che diventano altrettanti capitoli: la politica drogata dei derivati, l’accanimento sulle pensioni, la politica fiscale, lo “sfogo” della beneficenza, il mancato reddito di dignità o di cittadinanza, l’incidenza della criminalità e della corruzione a livello endemico, il familismo imperante, lo scenario internazionale, l’etero-direzione del Brussels Group e molto altro ancora.

 

L'autore

Daniele Poto, giornalista, scrittore e ricercatore, si occupa di legalità, socialità, sport e gioco d'azzardo. Ha all'attivo diciotto libri che oscillano tra letteratura e saggistica, tra cui Le mafie nel pallone (Edizioni Gruppo Abele, 2010). Impegnato in Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie), gira l'Italia cercando, con alterni risultati, di spargere semi di sensibilità civile e culturale.

Per saperene di più:
www.edizionigruppoabele.it
www.facebook.com/EdizioniGruppoAbele
@AbeleEd

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Last modified on Thursday, 31 March 2016 14:00
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