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Quando conobbi Michele, mi fece subito un'ottima impressione, sorridente e cortese, simpatico e cordiale. Ero lì per vedere uno spettacolo scritto proprio da lui, “I Dentici”, con Giancarlo Porcari e Tiko Rossi Vairo. Proposta che trovai molto divertente e toccante.
Lo spettacolo di quest'estate è già stato presentato tempo fa con grande soddisfazione dell'organizzazione e dello stesso Michele visti i numerosi sold out. Ebbi non poche difficoltà a trovare una poltrona libera.
Il nostro è un artista istrionico, in grado di calarsi nei panni di diversi personaggi divertenti. Il primo, piuttosto simpatico, si presentava con la voce sbiascicata e l'andamento incerto a causa dell'eccessivo uso di alcolici. Un tipo estroverso, bizzarro e tutto sommato anche erudito; nonostante il suo “vizietto”, in grado di intrattenere il pubblico con le sue conoscenze raccontate con efficace verve comica. Divertente la sua imitazione geografica dell'Italia fatta usando il suo corpo; con le braccia chiuse ad ovale sopra la testa, ad esempio, rappresenta le Alpi… Ho avuto la sensazione che il personaggio avesse un sapore ed una comicità dal gusto retrò; infatti Michele, abbandonando il ruolo, ci spiegava che questa era una scena proposta addirittura da Ettore Petrolini. Nonostante abbia cent'anni,
Michele poi veste i panni di un avvocato, che con il suo accento meridionale, ricorda quei togati che difendevano nei vecchi film i vari Pippo Franco, Alberto Sordi, Totò... Il primo attore che mi viene in mente in questa veste è Vincenzo Talarico . Come lui, Michele è borioso, ridondante, teatrale, ma sempre divertente mentre si rivolge ad un ipotetico giudice (come faranno tutti i vari personaggi che si avvicenderanno). L'avvocato in questione difende l'attore La Ginestra, che avrebbe infierito su numerosi spettatori all'uscita del teatro, colpendoli sul di dietro come un cecchino con una fionda usando come proietto una biglia di ferro. Tutto questo per punirli dopo aver usato il cellulare in sala durante il suo spettacolo…
Ora potete immaginare la mia reazione, visto che per scrivere articoli sono costretto a prendere appunti con l'uso del mio cellulare durante gli show. Sono sbiancato, considerando poi che spesso Michele si rivolgeva dalla mia parte, ho avuto l'impressione che ce l'avesse proprio con me! Che imbarazzo! Come un ladro ho cercato di limitarne l'uso, eclissarne la presenza, mentre lui intanto, nelle vesti di questo buffissimo legale, continuava ad arringare al pubblico. La sua perorazione prendeva di mira le mamme preoccupate per aver lasciato a casa i figli e durante lo spettacolo mandano messaggi per accertarsi che tutto vada bene. Magari, come dice l'avvocato, questi già dormono mentre la loro babysitter pomicia sul divano con il fidanzato, o magari proprio con i loro figli! Poi è il momento di prendere di mira i single che, per certificare la loro giornata, inviano i loro selfie su Facebook, qualsiasi cosa stiano facendo, o si scambiano di continuo messaggi WhatsApp che al loro arrivo infastidiscono con la suoneria i presenti. Alla fine la giusta accusa sottolinea che per seguire il proprio telefono, alla fine ci si perde lo spettacolo o tutto ciò che avviene intorno a sé. Non sapevo se ridere o preoccuparmi di poter essere un suo potenziale bersaglio un bello spettacolo!
Michele spesso si cambia direttamente in scena, con l'ausilio di luci soffuse e di interventi musicali in sottofondo atti a sottolineare il passaggio da un personaggio all'altro. La Ginestra è un ottimo interprete, un professionista che sa tenere il palco e intrattenere il pubblico divertendolo e divertendosi. In questo monologo in cui propone vari personaggi, mi riporta alla mente quella comicità con cui sono cresciuto e che riaffiora dal mio passato grazie a lui. Michele scova nei meandri dei miei ricordi sopiti, riportando in vita quelle emozioni passate e ancora vive in me.
L'idea di portare strani personaggi in scena mi riporta in mente i primi film di Carlo Verdone, mentre nella sua recitazione scorgo frammenti e reminiscenze di Enrico Montesano, Gigi Proietti, Alberto Sordi e qualcosa che mi ricorda Riccardo Rossi. Ma beninteso, si tratta di accenni, perché Michele La Ginestra ha una sua forza, una sua personalità che spicca e che ne fa il motore portante per quest'ora e mezza di spettacolo.
Michele poi si trasforma in un altro personaggio divertente, un milanese che è arrivato a Roma ci racconta della sua esperienza sulla viabilità, degli incidenti, di come interpretare le indicazioni sui varchi della ZTL, dei pedoni che rischiano la vita costretti a tramutarsi in automobilisti per non essere investiti. Poi continua con gli avvisi sui pannelli luminosi che, invece di migliorare la sicurezza della guida, lo distraggono e lo mettono a rischio di incidente. Un tipetto davvero divertente.
Passa poi a scomodare anche le favole, proponendo una versione alternativa e alquanto singolare di Cappuccetto Rosso, che si presenta in scena con tanto di cappuccio e canestrello alle prese con un lupo piuttosto particolare e un po' coatto. Prende poi la scena quello che credo essere uno dei personaggi tra i più divertenti della serata, una versione di Biancaneve con la “zeppola”, ovvero con qualche difficoltà nel parlare correttamente. Entrambi i personaggi delle favole sono rivisti e corretti dagli autori e degnamente interpretati dal nostro artista, che li trasforma in macchiette divertenti. Risate ed applausi, il nostro attore sà coinvolgere il pubblico che pende dalle sue labbra. Potete immaginare cosa succede quando, dopo quella lunga arrivo iniziale dell'avvocato, squilla un telefono in sala… Una goccia fredda mi è scesa dalla tempia… Per fortuna non era il mio, tra le poltrone qualcuno si è nervosamente apprestato a soffocare la suoneria, mentre Michele ne approfittava temporeggiando con la sua divertente sequela di espressioni divertenti. Un maestro in questo; con le espressioni ricche di ironia, colmava l'imbarazzante momento creato da quello spettatore infarcendolo di comicità. Sono sicuro che ad ogni replica a qualcuno sarà squillato il telefono; è endemico, prevedibile, scontato. La fionda di Michele come la mano vendicatrice di un Alastore si abbatterà su questi rei! con le espressioni ricche di ironia, colmava l'imbarazzante momento creato da quello spettatore infarcendolo di comicità. Sono sicuro che ad ogni replica a qualcuno sarà squillato il telefono; è endemico, prevedibile, scontato. La fionda di Michele come la mano vendicatrice di un Alastore si abbatterà su questi rei! con le espressioni ricche di ironia, colmava l'imbarazzante momento creato da quello spettatore infarcendolo di comicità. Sono sicuro che ad ogni replica a qualcuno sarà squillato il telefono; è endemico, prevedibile, scontato. La fionda di Michele come la mano vendicatrice di un Alastore si abbatterà su questi rei!
Arriva ora un ragazzotto sornione semi balbuziente e assai divertente. Abita a San Lorenzo e ci racconta, con una marcata dolcezza di fondo, le sue esperienze di vita e quelle del suo quartiere. Si tratta di uno scrittore simpatico, timido che, oltre all'ilarità, suscita una profonda tenerezza.
Michele ora dà voce ad un embrione umano che si racconta, tra comicità e toccante ironia. Dapprima affronta i timori per una sua probabile nascita, poi diviene consapevole che non sarà lui a decidere del suo futuro, ma i suoi potenziali genitori, con un padre per niente convinto di volere un figlio. Michele riesce a divertire, ma anche a toccare con la sua delicatezza le nostre emozioni, visto che l'umorismo del racconto si vela per un attimo di tragicità.
L'ultimo personaggio è un prete che parla in maniera davvero ironica, ma anche piuttosto realistica, del matrimonio. Un argomento che, grazie a tutta una serie di luoghi comuni, fa bene o male breccia nell'esperienza di ognuno di noi. Il pubblico poi è composto maggiormente da persone mature, dunque l'argomento nelle sue battute tocca nel vivo; per quelli più giovani… beh, sia da monito! Michele centra in pieno molti aspetti che riguardano questo tema e ogni volta la risposta del pubblico si manifesta con risate ed applausi. Anche l'argomento confessioni, che segue, è assai divertente perché è vista dalla parte del confessore, un punto di vista a cui non pensavamo, che ci mette davanti ad un uomo, anche se prete, che spesso ha una visione della sua missione che potrebbe indurlo a provare noia o ritenere inutili queste confessioni. Un esempio? Cosa potrà mai confessare una donna anziana di così grave? Niente di offensivo, Michele non lo è mai, ma vuole dare voce ai pensieri più reconditi di un parroco stanco dell'ipocrisia e raccontarli con ironia. Divertente quando, rivolgendosi al giudice per difendere dall'accusa l'imputato, l'attore prende una fionda e simula il lancio di una biglia (allora è lui il colpevole! Non il povero La Ginestra!). Indovinate verso chi ha puntato l'arma? Neanche a dirlo, se l'arringa dell'avvocato mi aveva preoccupato, il gesto del prete mi ha dato la conferma! Ha capito che anch'io ero colpevole! rivolgendosi al giudice per difendere dall'accusa l'imputato, l'attore prende una fionda e simula il lancio di una biglia (allora è lui il colpevole! Non il povero La Ginestra!). Indovinate verso chi ha puntato l'arma? Neanche a dirlo, se l'arringa dell'avvocato mi aveva preoccupato, il gesto del prete mi ha dato la conferma! Ha capito che anch'io ero colpevole! rivolgendosi al giudice per difendere dall'accusa l'imputato, l'attore prende una fionda e simula il lancio di una biglia (allora è lui il colpevole! Non il povero La Ginestra!). Indovinate verso chi ha puntato l'arma? Neanche a dirlo, se l'arringa dell'avvocato mi aveva preoccupato, il gesto del prete mi ha dato la conferma! Ha capito che anch'io ero colpevole!
Lo spettacolo termina, ma ora il nostro attore, vestendo i suoi di panni, ci intrattiene ancora per ringraziare e per prendersi il suo meritato applauso finale che ha davvero meritato. Mi piace il suo modo di fare comicità, ispirato a quella italiana di decenni fa che troviamo ormai solo nei vecchi film, ma che lui sa riportare in auge modernizzandola. Grazie anche ai testi di Alessandro Prugnola, Salvatore Ferraro, Adriano Bennicelli e Roberto Ciufoli.
Davvero una piacevole serata.