L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Davvero un momento alquanto delicato per i cinefili di orientamento piagnon-pessimistico-cinico-catastrofistico …
E sì, perché nelle italiche sale cinematografiche si aggirano due terribili film in cui, in maniera insolitamente e straordinariamente felice, non muore (quasi) nessuno; dove non si assiste a tarantineggianti cascate di sangue, con relativo contorno di frattaglie e materia cerebrale; dove la gente è in grado di aiutarsi, di abbracciarsi, di pensare alla vita degli altri, soprattutto di quelli che stanno peggio; dove le persone sanno godere dello starsi accanto, dello starsi vicine nell’affrontare i tanti guai della vita, dell’inventarsi strade e ponti per andare oltre gli immancabili momentacci, tenendosi per mano e procedendo, piangendo e ridendo, insieme; dove quelli che sembrano cattivi sanno scoprire, dentro di sé, insperati raggi di luce, e aprirsi ad un nuovo cammino; dove chi si odiava riesce a farsi conquistare dal piacere della condivisione e dello scambio solidale; dove, messe da parte le gabbie egocentriche dell’ “uomo lupo all’uomo”, l’umanità sa farsi empatica famiglia; dove le ostilità e i conflitti possono essere benedetti da generosi brindisi di ironia; dove, soprattutto, il dolore, la solitudine, l’odio, la rabbia e la vendetta non appaiono invulnerabili trionfatori della storia e unici itinerari percorribili del destino comune.
Quindi, se tutto questo vi appare un insopportabilissimo guazzabuglio di buonismo melenso ed ingenuo, nonché di irrealistico moralismo, evitate attentamente:
Diamanti di Ozpetek (una ludica sinfonia di affetti)
e Napoli-New York di Salvatores (un poeticissimo sogno di fiabesca allegria).
Vi potrebbero persuadere (chissà!) che, in questo triste mondo, nonostante tutto, c’è ancora posto per quella strana cosa che chiamiamo
il BENE!