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“Se la legge non ammette ignoranza, l’ignoranza non ammette la legge” è il titolo dello spettacolo in due atti, diretto da Gisella Gobbi, andato in scena al Teatro Arciliuto di Roma dal 22 Ottobre al 6 Novembre. Irriverente, sarcastico, lo spettacolo mette a nudo l’Italia dei furbi, di quel popolo, come si legge nel comunicato, pavido e approfittatore. Una coppia di attori molto affiatata, Mimmo Mancini e Paolo De Vita, dà vita a due eccentrici e stravaganti personaggi: i fratelli Capitoni.
Carlo e Cosimo Capitoni, pugliesi, ultra cinquantenni, eternamente disoccupati, sono disposti a tutto pur di dare una svolta alla loro precaria esistenza, fino ad arrivare a portare in giudizio l’Italia intera, gli italiani, isole comprese, e loro stessi, in una fatiscente aula di tribunale, rivelando alla Corte di essere entrati in possesso di un archivio segreto che racchiude tutti i misteri italiani.
Aspettando una sentenza che non arriva, i due fratelli rievocano ricordi lontani, partendo dalla loro infanzia, fino ad essere coinvolti nei primi sbarchi degli albanesi o lottare contro una cartella pazza di Equitalia.
Due uomini in guerra continua per difendere i loro diritti di emarginati e riparare i torti subiti dal loro eterno nemico: “l’assessore”, incarnazione di tutti i mali di uno Stato assente, della mala politica e di tutto ciò che non funziona.
Tante risate al Teatro Arciliuto, provocate dal fare schietto e genuino dei due fratelli e dal dialetto con cui si esprimono. Un lavoro ben riuscito quello concepito da Mimmo Mancini e Paolo De Vita, autori e attori per la televisione, il cinema e la radio, che sotto gli occhi attenti dei presenti cercano un finale adeguato. E la storia finirà nell’unico modo possibile: all’italiana.
Un pubblico partecipe, anche per la struttura del teatro che annulla lo spazio tra palco e platea, segue il dialogo tra i due interpreti che, grazie a un ritmo serrato, riempiono la scena, dove è presente solo una scritta fatiscente che indica “La legge è uguale per tutti”, in un flusso continuo di parole, sketch divertenti e battute mai banali.
Due personaggi paradossali, a tratti rocamboleschi, che ritraggono efficacemente vizi e virtù degli italiani, laddove è possibile riconoscere e ridere amaramente del proprio lato oscuro.