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Buongiorno Francesco, sono molti anni che sentiamo il tuo nome come regista, come attore di teatro, di televisione ecc. Anni nei quali hai sempre messo avanti gli altri, i colleghi, i lavori di squadra e chiunque ti stia accanto.
Questa intervista vuole conoscere meglio te, sapere dei tuoi esordi per esempio. D-Vuoi parlarmene?
R- Io sono cresciuto in una piccola città e sono cresciuto lontano da idee di fare l'attore, facevo sport, andavo a scuola poi a 15 anni ho affrontato come molti ragazzi; una profonda crisi e casualmente mi sono avvicinato ad una compagnia che faceva teatro gestita da uno straordinario personaggio il dottor Fabrizio Rafanelli che piano piano mi ha avvicinato alla passione per il teatro e poi gradualmente sono arrivato al desiderio di farlo come professione; successivamente sono arrivate le scuole da frequentare, lo studio e poi la professione. Sono stato sin da subito molto fortunato a poter lavorare con grandi maestri come Marcel Marceau, Gabriele Ferzetti, Pino Micol, Bruno Ganz, Senta Berger. Sia come attore che come regista ho avuto molta fortuna. All'inizio ho fatto molta televisione; il teatro è diventato preponderante dopo i 30 anni dove ho iniziato ad interpretare e dirigere i miei spettacoli spesso affiancato da grandi star del grande e del piccolo schermo.
D- Quale lavoro di scena o di televisione ha lasciato un segno indelebile? perché?
R- Nel cinema sicuramente "Cronache del terzo millennio" con la regia di Francesco Maselli che andò al festival di Venezia e suscitò molto scalpore ed il motivo è indubbiamente la sua indiscussa grande capacità; un regista che ha saputo tirare fuori da me, davvero il meglio; in teatro senz'altro, le mie regie e gli allestimenti in cui ho lavorato con Barbara De Rossi e quindi Medea, il Bacio, Un grande Grido d'amore ed il motivo è sicuramente ancora una volta la grandezza e la generosità della mia partner, unica per verità, dedizione e soprattutto umiltà. Una donna straordinaria oltre che a un'attrice straordinaria.
D- Hai trovato ostacoli nel tuo mondo lavorativo? se si, quali?
R- Ma sai gli ostacoli ci sono e si affrontano come è normale che sia, la vera difficoltà è quella di non aver avuto la fortuna di trovare, a parte la mia compagna meravigliosa Isabella Giannone, nessun altro compagno di viaggio, questa nel teatro è stata per me e Isabella un'avventura solitaria e quando si viaggia in solitaria gli ostacoli sono più duri da affrontare a volte più paurosi, ci vuole più forza, bisogna diventare tosti per affrontare tanti ostacoli da soli. Sì la solitudine del nostro viaggio è il vero ostacolo che noi abbiamo sempre affrontato insieme nonostante le difficoltà e che tutt'ora affrontiamo.
D- I tuoi successi negli anni sono la riprova della tua tenacia e della tua professionalità, ma a quale costo? quali sacrifici?
R- Ma vedi, i sacrifici sono sempre stati tantissimi a partire dal fare un lavoro dal quale non si stacca mai e che uno porta sempre con sé a casa la sera. I reali sacrifici però che hanno pesato davvero sono stati quelli dei quali non ne valeva davvero la pena mentre i sacrifici realizzati per ciò che ci ha dato soddisfazione li abbiamo fatti senza quasi accorgercene e li rifarei domani senza battere ciglio; è quando non portano ai risultati sperati che è veramente dura, quando gli interlocutori sono delle nullità, quando il livello artistico è inesistente e devi fare miracoli per arrivare a compiere uno spettacolo decoroso e rispettoso del pubblico. I sacrifici per qualcosa che vale non ti pesano, scorrono via in un lampo e non te ne accorgi nemmeno. Il problema reale è che è sempre più raro trovare interlocutori artisti e attori per cui valga davvero la pena darsi fino in fondo.
D- Da fuori, noi semplici spettatori vediamo il teatro, la televisione e il cinema come un mondo fantastico, nella realtà delle cose chi come te ne è al dentro, cosa può raccontarci? E' tutto rose e fiori? Fra compagnie, colleghi, c'è sempre armonia?
R- L'armonia c'è si, ma è un'armonia costruita, falsa, creata da ognuno ad hoc per lavorare insieme; raramente è spontanea, sincera; è un'armonia che nasce dagli interessi di tutti... non è bella tranne che in rarissimi casi in cui si crea la magia e allora è bellissimo, purtroppo sono casi diventati sempre più rari e sono sempre legati a personalità fuori dall'ordinario, a personalità fuori dal comune. Ahimè!
D-Accanto a te hai da molti anni accanto la tua compagna di vita e di lavoro che è Isabella Giannone. Quanto è stata importante la sua presenza? Come vivete insieme l'esperienza lavorativa?
R- Lei è tutto il mio mondo, i miei spettacoli sono quasi tutti ispirati dalla sua personalità, quasi tutte le mie idee nascono dalle mie conversazioni con lei. Stiamo insieme fin da quando eravamo ragazzini e il teatro è sempre stato lì tra noi due; ne abbiamo sempre parlato, il teatro per me è lei: i teatri sono ricordi di lei, gli spettacoli sono ricordi di lei; lei è la mia forza, la mia ispirazione, senza di lei non avrei assolutamente avuto la forza di affrontare tutti i problemi, le difficoltà e i sacrifici che ci sono voluti per arrivare fino a qua.
D- Hai un tuo mentore in particolare?
R- Non amo avere punti di riferimento ma non posso negare di avere i miei maestri in testa quando dirigo uno spettacolo o quando lo interpreto.
D- Tornassi indietro, cosa cambieresti di te stesso? cosa vorresti fare che non hai ancora fatto?
R- Se tornassi indietro farei più o meno quello che ho fatto ma cercherei di farlo meglio, cercherei di essere ancora più generoso, ancora più coraggioso, forse rischierei ancora di più; non mi pento del mio percorso, forse dedicherei un pochino più di attenzione alla televisione come attore che ho sempre messo in secondo piano e ne farei un pochettino di più .
D- Ti senti di ringraziare in particolare qualcuno? se si chi?
R- Beh ringraziare tutte le persone che hanno avuto fiducia in me e colgo l'occasione per farlo qui adesso a partire da Isabella Giannone, mia madre, Barbara De Rossi, Gabriele Ferzetti, Giuseppe Cangialosi, Lorenzo Costa, Salvatore Buccafusca, Francesco Maselli, Raffaella Mutani e Ilaria Patamia, Clara Surro, Alessandro Lorenzini, Riccardo Reim...
E qui credo che l'elenco,salvo mie dimenticanze, sia già finito.
D- Hai spettacoli da portare in scena nel 2024? Quali?
R- In questa stagione porterò in scena il diario di "Adamo ed Eva" e %Le relazioni pericolose" dopo il successo che hanno avuto nella scorsa stagione, accanto a me una meravigliosa Corinne Cléry, Isabella Giannone e altri magnifici attori; poi andranno in scena anche "Cose di ogni giorno" e a fine stagione una vera e propria sorpresa di spettacolo.
D- Ultimamente stai organizzando diversi workshop online sull'attività teatrale? di cosa si tratta?
R- Ho insegnato in tantissime scuole soprattutto regia e recitazione ma ho sempre avvertito la necessità per i ragazzi, per chi inizia, di dare loro la possibilità di conoscere il teatro un po' più in generale anche dal punto di vista organizzativo e produttivo nonché distributivo per cui faccio queste lezioni online molto particolari dove sostanzialmente descrivo come funziona il teatro da un punto di vista tecnico e burocratico; non sono lezioni con un contenuto artistico ma solo di tipo pratico e credo però che siano estremamente importanti per i giovani che si approcciano a questa professione.
D- Definisci TEATRO, definisci Francesco Branchetti, definisci gioie e dolori della tua lunga carriera
R- Ma il teatro per me inizia quando qualcuno inizia a preoccuparsi dei problemi di qualcun altro e allora inizia il teatro quello bello, quello che piace a me; Francesco Branchetti è un uomo che vive come un ragazzo accanto a una donna che vive come una ragazza con un sentimento molto forte di avventura e di romanticismo e che nel 2023 trova ben poche entità con cui dialogare; le belle gioie sono gli spettacoli riusciti che hanno avuto successo, le gioie sono i viaggi con Isabella, gli allestimenti, le prove, anche i sacrifici rappresentano alle volte delle strane forme di gioia, le gioie sono state le amicizie che tuttora resistono con i direttori dei teatri, soprattutto i piccoli teatri della provincia italiana che hanno direttori meravigliosi molto più competenti alle volte dei direttori dei grandi teatri magari dal grande blasone; i dolori ti ripeto si riassumono in uno solo ed è di aver fatto questo viaggio con Isabella senza nessun altro compagno di viaggio al nostro fianco, è stato un percorso in solitaria bellissimo ma comunque in solitaria...
D- Francesco, lasciaci qui qualche riga di te, togliendoti magari quel sassolino nella scarpa che spesso fa male e teniamo comunque, vuoi per timore, per educazione, per evitare noie...
R- Ma sai .. un sassolino nella scarpa fino ad un certo punto... a volte mi amareggia il fatto che tutti in teatro, sappiamo quali sono i migliori attori in circolazione ma molto spesso, arrivano al successo vent'anni più tardi rispetto ad altri attori che tutti in teatro, sanno che sono attori di una mediocrità imbarazzante ...
Credo in realtà di dire una banalità di cui ormai tutti, ma proprio tutti, compreso il pubblico che segue, si siano accorti ampiamente.