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“Poesia semplicemente poesia” è un libro dove traspare fortemente la sensibilità dell’anima dell’autore. Enzo Casagni negli ultimi nove anni ha scritto tre libri autobiografici, cinque quaderni poetici e con quest’ ultimo libro è arrivato a cinque libri di poesie. Diverse negli anni sono le sue partecipazioni a concorsi letterari dove ha ricevuto molte menzioni di merito, targhe e medaglie.
Enzo ha sempre mostrato fin da giovane, una predilezione per la poesia, dal momento che amava Catullo, Saffo e D’Annunzio, proprio con “la pioggia nel pineto” apprese la musicalità del verso. Nel libro precedente “il deserto dipinge la mia anima” le poesie risentivano molto di due realtà molto molto aggressive e dolorose: il Covid e la Guerra in Ucraina.. Le strofe di “Poesia semplicemente poesia” invece sono intime e spirituali scritte prima d quelle gravi problematiche e colpiscono come un canto liberatorio. Alcuni prose sono frutto di meditazioni avvenute dopo incontri spirituali, altre sono espressioni esclusive del sentire dell’autore, dal momento che la sua anima aveva necessità di esprimersi. Tutti i versi di “Poesia semplicemente poesia” non sono frutto di una ricerca intellettuale, ma di espressioni spontanee che rivelano immediatezza e spontaneità. Il Poeta in alcuni versi con una semplicità intrinseca, descrive la bellezza del creato e si commuove alla vista di un tramonto e dell’alba..
La prefazione di “Poesia semplicemente poesia” è a cura di Cinzia Baldazzi, critico letterario di fama internazionale, l’edizione grafica è elaborata alla perfezione da Maria Grazia Vai di Immagine ed Arte e la pubblicazione è stata resa possibile grazie alla Iucant Print.
Abbiamo incontrato Enzo Casagni per conoscere le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere il suo nuovo libro.
Cosa provi Enzo dopo l’uscita del tuo libro?
Sento in fondo al mio animo una gioia profonda per essere riuscito a manifestare quello che io realmente sento e provo. Ho partecipato recentemente ad una esposizione di libri alla Prima Book festival una interessante manifestazione che si è svolta a Roma nel quartiere della Bufalotta a Roma .E’ stata grande la mia soddisfazione quando Cinzia Baldazzi ha presentato il mio libro. Quello che mi ha colpito soprattutto è quando ha affermato che la distanza fra l’uomo e Dio per quanto mi riguarda è stata accorciata dalla mia esperienza con Cristina, la mia adorata moglie che ho perso alcuni anni fa. Per me lei è sempre stata la mia musa ispiratrice, senza fare un paragone eccessivo, quello che è stato Beatrice per Dante e quello che è stato Laura per Petrarca.
Cristina è sempre stata un punto fondamentale della tua vita e non la dimenticherai mai.
Si infatti nel libro c’è molto di Cristina. Nella prefazione c’è una lettera che io ho scritto a lei che sta lassù e le dico “ti prego leggi questi versi lassù tra le nuvole e le stelle” e poi nell’epilogo del libro c’è un poesia che io ho scritto nel ricordare il nostro primo incontro avvenuto a Monte Follonico in Toscana. Ricordo anche il giorno ed era il 24 luglio del 1962 quando ci incontrammo per la prima volta in una pensione che si chiamava Anna. Quando entrai e vidi Cristina seduta su una sedia la invitai ballare, era una canzone di Gino Paoli, Sapore di Sale. In quel momento è come se intorno a noi non esisteva più niente, soltanto noi due, poi da quel giorno, non ci siamo più lasciati..
Nelle poesie del tuo ultimo libro traspare ottimismo, sei d’accordo?
Non lo chiamerei ottimismo, piuttosto realismo perché la vita esiste e nessuno può distruggerla. La vita è una forte realtà che si rivela con la venuta di Gesù Cristo che poi con il suo sacrificio si rivolge all’uomo “non vi dovete preoccupare perché la vita è con Voi e vi seguirà sempre”. La morte è solo un riposo temporaneo, perché poi lo spirito e l’anima riprenderà il corpo in cui è vissuta. Dobbiamo sempre tener presente chi è l’autore di questi doni ed io dico che bisogna ringraziare ogni momento che noi respiriamo e bisogna rivalutare quello che noi abbiamo. Oggi siamo abituati a dare tutto per scontato, ma non è assolutamente così.
Sorge spontanea una domanda, ma tu quando stavi con Cristina, già scrivevi?
Io ho sempre avuto un grande amore per le poesia e fin da ragazzo già scrivevo. Mi ricordi di aver scritto un piccolo libro dove c’erano annotate diverse mie poesie ma poi smisi di scriverle quando conobbi Cristina. Quel libricino che poi lo regalai si chiamava “sentieri” perché attraverso questi sentieri io vedevo una piccola luce che era la nostra speranza. Con il tempo continuai a scrivere soltanto qualche meditazione a livello spirituale, perché ho sempre frequentato gruppi spirituali. Quando stavo con Cristina ritenevo di avere tutto e quindi non avevo bisogno di scrivere, nel momento in cui lei se ne è andata alla vigilia dei nostri cinquanta anni di matrimonio, una parte di me si è dissolta e la poesia si è improvvisamente rifatta viva. Ha cercato di aiutare a esprimermi e mi aiuta a manifestare tutto il mio amore nella solitudine. Il mio dolore come scrivo in una poesia non è fine a se stesso è anche calore, perché ha come origine, l’amore.
C’è vita oltre la morte, cosa ti ha spinto a scrivere questa poesia ?
Questa poesia è il frutto di incontri spirituali, perché dobbiamo riflettere al sacrificio che Gesù ha fatto per noi, quando si è incarnato e ha detto all’uomo “guardate che la morte è stata sconfitta da me e quindi oltre la morte c’è la vita”. Questa è una realtà che molti non riconoscono, oltre la morte c’è sempre vita ed è anche una legge fisica perché siamo fonte di una energia che non si può distruggere. Questo è un esempio per chi ci vuole credere: la vita esiste oltre la morte e l’anima non può morire e continua a vivere.
Cosa ci puoi dire del tuo modio di intendere la poesia?
Oggi compio 82 anni e vorrei ringraziare chi ha creduto in me e mi ha concesso di vivere questa realtà che non avrei mai immaginato. La poesia io credo che aspettasse solo l’occasione giusta per manifestarsi. Quando ho un’idea, scrivo di getto la poesia, la lascio in un file e poi la riprendo dopo qualche tempo per vedere la sua musicalità, ma in genere non modifico quasi niente. C’è stato un periodo in cui scrivevo quasi esclusivamente di notte e quando sentivo un’emozione, andavo subito al computer a fissare l’idea. Tu sai che io per abitudine mi porto con me copie delle mie poesie e alcune volte le faccio leggere a persone che incontro occasionalmente, così la gente rimane sorpresa, si commuove e alcune volte mi abbraccia. E’ questo che apprezzo maggiormente, vedere nei loro volti la soddisfazione.
Grazie Enzo Casagni
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