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La cosiddetta Zakhat, pagata da due milioni di musulmani in Italia, viene gestita completamente in nero
Milioni di euro che finiscono nelle casse delle moschee italiane, completamente non rintracciabili, in nero, come se nemmeno esistessero. Sono i soldi donati dalle varie elemosine rituali rispettate dai musulmani ogni anno, tra obbligatorie e facoltative, che generano un giro di di circa 10 milioni di euro all'anno che si uniscono alle decine di milioni già donati da Stati come il Qatar, la Turchia, l'Arabia Saudita, il Marocco e varie piccole e grandi associazioni italiane e straniere. Senza contare la proposta di destinare l'8 per mille alla costruzione delle moschee in Italia, una mossa che, come ha sottolineato più volte Massimo D'Alema, permetterebbe un maggior controllo da parte dello Stato italiano dei finanziamenti destinati ai luoghi di culto islamici.
La zakhat è una sorta di elemosina rituale obbligatoria per tutti i fedeli musulmani, uno dei cinque pilastri dell'islam insieme al digiuno del ramadan, alle preghiere quotidiane, alla dichiarazione di fede e al pellegrinaggio alla Mecca. Solo in Italia ci sono due milioni di fedeli musulmani, e considerando che la zakhat è di 7 euro a testa, ecco che si crea un fiume di svariati milioni di euro completamente in nero, dal momento che il versamento non prevede il rilascio di alcuna ricevuta. La quasi totalità dei fedeli musulmani, inoltre, la versa direttamente di persona, in contanti, in modo completamente non rintracciabile, senza contare le numerose elemosine volontarie, da quelle per una grazia ricevuta a quelle per la nascita di un bambino fino alle elemosine di espiazione collegate alla mancata osservanza di qualche precetto minore dell'islam. Oltre a queste esiste anche un'altra forma di donazione chiamata zakhat al-fitr, legata al digiuno del ramadàn, al termine del quale il musulmano versa un'ulteriore somma, sempre di 7 euro circa e sempre in nero. Un altro giro di denaro, parallelo a quello della zakhat normale, che solo in Italia genera un ulteriore flusso di denaro completamente in nero e dal quale la sola Moschea di Roma ricava ulteriori 20 mila euro all'anno.