L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Dopo tanti timori, ansie e brontolii, eccoci qui ad archiviare questa prima esperienza dell’Esame di Stato riveduto e corretto.
Che bilancio possiamo farne? In un’ottica di grande magnanimità, direi che è stato possibile registrare qualche innovazione positiva all’interno di un progetto globale assai discutibile.
Fra le cose positive indicherei, innanzitutto, il rilevante incremento di peso (divenuto pressoché determinante) del credito scolastico, cosa questa che consente a tutti i candidati di affrontare le prove di esame con maggiore serenità e che garantisce, in particolar modo, una maggiore raggiungibilità della soglia minima per i candidati più fragili, e un minor pericolo di spiacevoli imprevisti per i candidati più meritevoli, aspiranti a voti di eccellenza.
Direi pure non male la scomparsa della cosiddetta “tesina”, pensata, all’alba della riforma del vecchio esame, come centro nevralgico di un colloquio ariosamente inter/pluridisciplinare, ma, nel corso degli anni, mestamente retrocessa a spento rituale da celebrarsi nei primissimi minuti di un colloquio inesorabilmente destinato a precipitare in una penosa somma di tanti esamini monodisciplinari. Trattavasi, tra l’altro, frequentemente, non di vere “esperienze di ricerca” (come richiedeva l’ignoratissimo testo ministeriale), bensì di pateracchi raffazzonati, spesso pure scopiazzati o riciclati, in cui si tentava disperatamente di appiccicare insieme, con qualche vaga parvenza di logicità, poveri frammenti di programmi assortiti.
L’aspetto tragicamente negativo di questa minirivoluzione è stato, però, che, a rimpiazzare la logora e incartapecorita “tesina”, menti perverse, probabilmente più a loro agio con la dimensione dei quiz televisivi che con quella di una sana pedagogia, hanno partorito l’ideona dell’oramai celebre busta misteriosa!
Ovvero, il povero candidato-condannato, dopo essersi accomodato davanti alla commissione esaminatrice, si ritrova a dover scegliere fra tre buste proposte, contenenti ciascuna un qualche documento (artistico, storico, letterario, ecc.) da utilizzare per organizzare, in tempi assai rapidi ed in base a più o meno sensati e/o strampalati processi associativi, una sorta di itinerario multidisciplinare. Operazione questa che sembrerebbe voler verificare e premiare più la prontezza di spirito e la capacità di improvvisazione che lo spessore culturale e la serietà delle reali conoscenze e competenze acquisite.
Ma la colpa più grande e decisamente imperdonabile imputabile a coloro che hanno concepito e imposto questo nuovo esame è senza dubbio il fatto che tutto sia stato compiuto all’insegna della fretta e dell’ improvvisazione, obbligando studenti e professori a cercare affannosamente di rimodellare, nell’arco di pochi mesi ed in una condizione di grande e nebulosa indeterminatezza, metodi di lavoro collaudati nel corso degli anni.
Così facendo, anche un’innovazione indubbiamente apprezzabile, come quella di voler conferire un posto importante, nell’ambito del colloquio, a tematiche attinenti alla cosiddetta “Cittadinanza e Costituzione”, ha finito per scivolare sul piano dell’approssimazione e dell’arbitrarietà, generando soprattutto ansia ed incertezza …
Auguriamoci, in definitiva, che, in vista del prossimo anno scolastico, le regole del gioco siano ben chiare fin dall’inizio e che sia possibile, pertanto, programmare, da parte dei docenti e dei rispettivi consigli di classe, una didattica ragionata e ben ponderata che possa consentire di sintonizzarsi, sul piano pratico, senza dover compiere grotteschi giochi di prestigio, con quanto verrà poi richiesto ai nostri studenti alla fine del loro percorso di studi.