L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
La libera manifestazione del pensiero nella sua accezione di diritto di cronaca e libertà di stampa si concretizza nel divulgare informazioni in relazione a fatti che rispondano ad un pubblico interesse.
Così per lungo periodo, in Italia, il diritto di stampa ha goduto di una certa immunità e, solo recentemente, la dottrina ha avviato un vero processo di erosione, già cominciato in altri ordinamenti, come quello nordamericano, nel lontano 1964, in cui per la prima volta veniva riconosciuta l’esistenza di un illecito civile per “false light in the public eye”.
Cosa significa presentare qualcuno sotto una falsa luce?
Ossia presentare qualcuno come se fosse già colpevole di ciò di cui viene accusato in un primo momento.
La regola dalla quale dipende la prevalenza del diritto di cronaca è la verità dei fatti narrati, la quale assume una duplice declinazione in relazione alla pubblicazione della notizia: infatti, da un lato, il giornalista è onerato del compito di fornire fatti obiettivamente veri o quantomeno tali rispetto alla fonte da cui la notizia è tratta; al contempo, però, l’autore dell’articolo deve valutare che “ogni accostamento di notizie vere può considerarsi lecito se esso non produce un ulteriore significato che le trascenda e abbia autonoma attitudine lesiva”.
Voglio parlarvi del caso emblematico e particolarmente significativo di un sacerdote cattolico, divenuto lo scorso anno vescovo, che ha vissuto proprio questa situazione.
Alcuni giornali on line avevano diffuso la notizia di un falso Cardinale, che in cambio di mazzette, prometteva posti di lavoro.
Era accusato di avere fatto parte di un’associazione a delinquere che a Boscoreale prometteva posti di lavoro in cambio di soldi.
Gennaro Vitiello, l’uomo – definito “falso prete” – finito sotto processo e poi assolto dal Tribunale di Torre Annunziata perché il fatto contestato non sussiste.
A Vitiello veniva contestato, in particolare, di essersi presentato come prelato del Vaticano, con la conoscenza diretta di alti rappresentanti delle istituzioni pubbliche, per procacciare clienti.
Da questo procedimento giudiziario, conclusosi il 16 aprile 2021 e nel quale erano coinvolti anche altri imputati, anche loro assolti, Vitiello ne è uscito completamente scagionato.
L’enorme effetto di “cassa di risonanza” delle informazioni pubblicate sul web, spesso a prescindere dalla loro effettiva veridicità, può risultare però alquanto pericoloso ogniqualvolta l’oggetto del messaggio diffuso abbia carattere denigratorio ed infamante nei confronti del suo destinatario.
Le tardive pubblicazioni, effettuate dall’Ansa, che riportavano l’assoluzione non mi sembrano sufficienti a riabilitare, il buon nome di questo povero prelato.