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La mostra “ Non affogate il diritto di asilo” si è svolta al Senato, voluta dalla Vicepresidente di Palazzo Madama Mariolina Castellone. Sono stati presentati una serie di disegni realizzati dai bambini al loro arrivo in Italia e salvati dal naufragio da Sos Humanity mentre rischiavano di morire a bordo di barconi e gommoni alla deriva nel Mediterraneo.
Storie di naufragi e di naufraghi, di vittime innocenti, molte di loro sepolte in quello che ormai è diventato il “cimitero del mare”, il nostro mar Mediterraneo centrale.
Ricordiamo, allora, difronte a queste immagini, qual è il cuore del problema, cioè la questione del “diritto di asilo” e ricordiamoci ancora una volta da quali principi fondamentali derivano le norme che regolano le richieste di asilo e di protezione.
“Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni”. Lo dice l’articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948.
“Lo straniero, al quale sia impedito nel suo Paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione Italiana, ha il diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Parole dell’articolo 10 della Costituzione italiana.
Ecco perché negli ultimi anni, asilo e immigrazioni e naufragi sono stati spesso al cuore dell’attenzione dell’opinione pubblica e perché ogni giorno l’UNHCR, l’Agenzia Onu per i rifugiati, ad esempio, e le ONG sono impegnate costantemente su questi temi.
Perché proteggere chi è costretto a fuggire dal proprio Paese a causa di conflitti, violenze e persecuzioni è storia di un’attualità sempre più macabra da accettare.
Migliaia di uomini, donne e bambini, in fuga da guerra e povertà continuano a raggiungere l’Italia in cerca di salvezza. E molti di loro, non arrivano a destinazione.
Cosa raccontano, infatti, i disegni esposti alla Camera? Il mare, i lager della Libia, le guerre e la violenza da cui sono fuggiti, temi che tornano sempre tra quei fogli con i tratti elementari e stilizzati. Storie di morte, di mare e a tratti di speranza per un mondo migliore.
Questa mostra-appello drammatica, arriva mentre il decreto flussi passato alla Camera e ora in passaggio verso il Senato nasconde le forniture di armi e motovedette a Paesi Terzi e promette una nuova stretta sui soccorsi e sulle attività di ricerca con l’obbligo per gli aerei civili di obbedire a tutte le autorità- comprese quelle libiche e tunisine- sempre “molto opache”, con la possibilità di estendere anche agli armatori le responsabilità civili in caso di fermo di una nave per un salvataggio di troppo.
Norme che possono complicare l’aiuto in mare e norme che “affogano il diritto di asilo” e che inducono naufraghi e ong a chiedere di togliere la Sar (cioè Il Search and Rescue, le operazioni di soccorso con navi ed aerei) a Libia e Tunisia.
Al governo ora resta la parola, a noi cittadini la speranza per aggiustamenti del decreto a misura di umanità.