L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

Informazione: il web vince su tutti. Però….

By Nunzio Ingiusto March 26, 2025 157

Informazione mordi e fuggi. Gli italiani la vogliono sempre più veloce e la categoria dei giornalisti: si adegui. Dal 2023 internet ha superato la televisione come sistema informativo. Ormai un italiano su due utilizza la Rete per informarsi, dice l’ultimo Osservatorio sul sistema dell’informazione curato dall’Agcom. Il report ogni anno analizza le dinamiche dell’offerta e del consumo di informazione in Italia e, secondo me, non può restare senza considerazioni. I dati. Poco più del 17% degli italiani, dichiara di leggere i quotidiani, ma solo il 6,6%  sottoscrive un abbonamento a pagamento a uno o più quotidiani nella versione digitale. Un quarto dei cittadini, tuttavia, prende le notizie dalla versione digitale dei mezzi editoriali tradizionali.  Ma gli italiani si fidano della stampa ? Il 65,6% della popolazione esprime fiducia moderata o alta in almeno un mezzo di informazione che sia televisione, radio o carta stampata. Restano le fonti informative più affidabili. Quasi il 30% ha  bassa fiducia nelle notizie provenienti dai social media o dalle piattaforme di condivisione di video. I social media e gli influencer sono ritenuti, invece, più affidabili dai giovani di età fino a 24 anni. L’Osservatorio, insomma, conferma che gli italiani giudicano benino ciò che scrivono i giornalisti sui mezzi di informazione tradizionali. Considerando, però, che c’è una sacca che ha poca fiducia in ciò che viene pubblicato e la preferenza dei giovani per i social media e gli influencer, si pone-ancora una volta- il problema della qualità dell’informazione. Evidentemente non basta un articolo per analizzare il punto, ma qualcosa va detta.

Il mondo dell’informazione negli ultimi dieci anni è cambiato e ancora cambierà, perché la sua evoluzione è parte dell’evoluzione della società. L’informazione,  sempre più rapida e consumata in pochi secondi, richiede tecniche di scrittura e di linguaggi idonei a questa rapidità. Chi scrive deve avere la forza, ma soprattutto la capacità, di porsi dalla parte di un lettore “mobile “, interessato a sapere, conoscere i fatti, che non è sempre in condizioni pratiche di andare a fondo quando legge o ascolta. Nelle redazioni bisogna fare spazio ai colleghi esperti che solo in virtù di conoscenze specifiche possono raccontare i fatti secondo ciò che il lettore vuole e può consumare. Gli approfondimenti sono necessari, ma il pubblico desidererà l’approfondimento soltanto se le prime news, i primi articoli, sono scritti in modo efficace e con competenza. Lo studio e la preparazione specifica come essenza di una professione di testimonianza del tempo. D’altra parte (come negarlo ?) il progresso della società genera temi nuovi e complessi che appassionano gli italiani.

La qualità della narrazione in un mondo globalizzato e affollato da reporter tuttologi, si afferma  come discrimine nel tentativo di legare i cittadini a un’informazione corretta e scrupolosa. I dati dell’Osservatorio vanno studiati con questo spirito per non restare passivi o accontentarsi di quelle percentuali. I giornali di carta sono in crisi, l’editoria italiana non è sempre in grado di accettare le sfide tecnologiche e ha bisogno di sussidi pubblici per sopravvivere. Alla fine , i giovani che apprezzano le notizie dei social media o di  influencer senza confini, ci lanciano il segnale più evidente per un futuro nel quale non si dovrà fare a meno del buon giornalismo. Di quello di chi racconta i fatti con la preparazione adeguata.

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