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Ci sono storie che profumano di dedizione, di passione e di appartenenza. Storie che si intrecciano con il tempo e che attraversano le generazioni lasciando un’eredità silenziosa ma profonda. È il caso della famiglia Fernandez, dove il senso del dovere non è solo una scelta, ma una vocazione che scorre nel sangue. Dopo trentacinque anni trascorsi al servizio dello Stato, Moreno Fernandez si prepara a deporre il berretto, chiudendo con commozione una lunga carriera nella Polizia di Stato, ma aprendo, allo stesso tempo, un nuovo capitolo scritto dal cuore e dal coraggio di sua figlia Giulia.
Moreno ha indossato la divisa con disciplina, con onore e con amore, come ama ricordare lui stesso. Dietro ogni parola, c’è la fatica dei giorni difficili, il peso delle responsabilità, ma anche la fierezza di chi ha scelto di servire il Paese con lealtà e dedizione. Trentacinque anni sono un tempo intero di vita: turni infiniti, notti insonni, momenti di pericolo e soddisfazioni immense, che oggi tornano alla mente come un film carico di ricordi. In quelle immagini ci sono i colleghi che sono diventati amici, le divise consumate dal tempo, le storie di giustizia, di dolore e di speranza che solo chi vive dietro un lampeggiante può davvero comprendere.
Ma il momento del congedo non segna una fine, bensì un dolce passaggio di testimone. È Giulia, sua figlia, a raccogliere quella fiaccola di servizio e di valori. Oggi è Commissario frequentatrice presso la Scuola Superiore di Polizia, pronta a costruire la sua strada, a camminare lungo i sentieri che suo padre ha tracciato con impegno e sacrificio. Guardandola, Moreno ritrova se stesso da giovane, lo stesso sguardo carico di determinazione e di rispetto per un mestiere che non è mai solo un lavoro, ma una missione. Il loro “passaggio di consegne” ha qualcosa di toccante e di simbolico. È la continuità di un amore per la divisa che va oltre il tempo, oltre le mode, oltre le difficoltà di un’epoca che spesso dimentica il valore del servizio pubblico.
Giulia non entra in Polizia per seguire una tradizione di famiglia, ma per una profonda convinzione: quella di poter fare la differenza, di contribuire con empatia e competenza alla sicurezza e al bene comune. Moreno la guarda con orgoglio e una punta di nostalgia. Nei suoi occhi si riflettono i trentacinque anni trascorsi tra dovere e sacrificio, ma anche la consapevolezza che, attraverso sua figlia, quella storia continuerà. “È una sensazione difficile da spiegare, racconta, perché dentro c’è tutto con la gioia di vederla realizzata e la malinconia di chi lascia un pezzo di sé in quella divisa”.
E forse è proprio questo il segreto delle storie più belle che non finiscono davvero, si trasformano e si rinnovano. Oggi Moreno si toglie il berretto con la serenità di chi sa di aver servito con onore, mentre Giulia lo indossa con l’entusiasmo e la responsabilità di chi vuole proseguire un cammino di impegno, e di dedizione. Nel loro abbraccio, in quel gesto semplice e pieno di significato, c’è tutto il senso di una vita spesa al servizio del Paese e il principio di una nuova avventura. Una storia di amore per la giustizia, per la famiglia e per la passione di indossare la divisa che continuerà a brillare, come una luce discreta, ma tenace, nel cuore della Polizia di Stato.