
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
D-Ciao Sergio, intanto grazie per avere accettato di essere intervistato. Dimostra una volta in più la tua gentilezza e disponibilità a donarti al pubblico.
Grazie, lo ritengo un dovere verso il pubblico.
D-Hai iniziato a lavorare come modello dopo il tuo trasferimento in Italia da Bilbao e poi è stata tutta una salita di successi e di avventure fra televisione, cinema, musica, spot, fiction e teatro.
Protagonista in ruoli importanti e determinanti che ti hanno reso giustamente il personaggio che sei ma senza mai perdere l'umiltà che naturalmente ti appartiene.
Una domanda che rivolgo spesso ai miei intervistai è quella di chiedere cosa non avresti voluto fare e cosa invece avresti voluto fare prima nel tuo periodo artistico.
R-Avrei troppa paura a cambiare il mio passato. Basterebbe un piccolo cambiamento e il mio presente non sarebbe più lo stesso. Non cambierei niente.
Avrei voluto però fare molto più surf.
D- Indubbiamente le tue qualità sono frutto d'impegno, di studio e di grande professionalità:
Cosa è che ti fa accettare o rifiutare un lavoro?
R-In realtà studio per paura e senso d'insicurezza. Non mi piace trovarmi impreparato. anche se le sorprese sono parte della vita.
Di solito accetto un lavoro se mi piace il copione, se mi fido del regista o se -mi fanno una proposta che non posso rifiutare-.
Quando fai l'attore di professione ogni tanto può capitare di fare lavori o avere richieste che non ti convincono del tutto.
D- Ultimamente sei molto impegnato soprattutto nel teatro ei risultati sono visibilmente positivi.
Quanto riesci ad entrare in -metamorfosi- con il personaggio da interpretare? e quanto di Sergio c'è nelle tue rappresentazioni?
R- Nelle interpretazioni teatrali, hai la possibilità di entrare sempre di più nel personaggio, replica dopo replica. Per quanto riguarda invece il cinema e la televisione, devi osare tutto
subito e poi rimane per sempre. La differenza sta qui; in teatro hai più tempo, più possibilità per entrare nel personaggio. Ovviamente devo usare tutto quello che ho, sia disponibile che
intellettualmente per creare un personaggio. Indubbiamente ogni personaggio interpretato, si macchia dell'attore che lo dipinge.
D- Sergio, tu non sei solo un attore, un modello, un cantante ma una miscellanea di tutto ciò e questo è probabilmente uno dei motivi del tuo successo. Sicuramente hai un equilibrio
mentale che ti permette di sapere muovere i fili giusti al momento e nel modo giusto.
Quanto è importante lo yoga che da molti anni pratichi nella concentrazione sull'impegno lavorativo?
R-Tutti gli attori hanno altri interessi artistici. La ricerca artistica e la curiosità fanno parte del nostro lavoro. Bisogna sperimentare altri linguaggi artistici per arricchirsi ed evolversi.
Lo Yoga aiuta in tutti i lati della vita. Tutti gli strumenti dello Yoga possono essere usati per crescere, anche come attore.
D- Da pochissimo hai concluso la tournée -Cuori scatenati-che ha di nuovo conclamato un successo di pubblico e di critica.
A cosa stai lavorando in questo periodo e quali progetti hai già in attivo?
RE adesso sto portando in giro - Tango, apologia di musica e parole- di Francesco Facciolli e il mio spettacolo intitolato - La mia onda -. In entrambi gli spettacoli, si fondono la musica e la recitazione.
D- Penso che ogni forma di arte sia la forza di un'introspezione da condividere con l'altro, sia per interpretare un copione, un testo qualsiasi, una poesia, una canzone, un dipinto, e tutto quanto possa sprigionare dalla musica che ti accompagna da anni.
Quanto ami questa forma di arte? Qual è la sensazione interiore che fornisce in ogni tua interpretazione?
R-Penso che la musica sia la forma d'arte più immediata. Bastano due note per creare un'atmosfera, per farti cambiare umore, per farti tornare alla mente momenti che pensavi dimenticati per sempre.
Tutto è vibrazione. La musica, secondo me è la più diretta delle arti.
D-Non amo mai fare domande sul privato ai miei intervistati perché trovo che la sfera personale faccia parte di un mondo da non contaminare. Nel tuo caso però visto la bellezza,
l'intelligenza e la sensibilità che ha Morena tua moglie, mi permetto di chiederti quanto conta avere la donna giusta al proprio fianco in questo mondo fatto di spettacolo, di apparenza, di
tempo impegnato fuori casa.
R-Come dice mia madre. “Non esiste la persona perfetta con la quale stare, ma bisogna diventare la persona perfetta con la quale il tuo partner possa stare.”
Stando con lei non mi focalizzo esclusivamente sul lavoro.
A te Sergio che ringrazio per la tua gentilezza lascio un po' di spazio per regalarci una tua frase, un tuo motto, un tuo pensiero:
Vivere giudicando meno gli altri è un buon inizio per essere felice.
Grazie Sergio, condivido in toto questo tuo pensiero che conferma la tua bella introspezione.
Il giornalista freelance spagnolo Pablo González è stato detenuto in Polonia per un anno con l'accusa di spionaggio per conto della Russia, senza che sia stata fissata una data del processo e nessuna prova divulgata dalle autorità. Il suo avvocato ei suoi sostenitori hanno denunciato la sua detenzione come una violazione dei suoi diritti umani e della libertà di stampa.
González, specialista nella copertura dell'ex blocco sovietico, è stato arrestato dall'Agenzia per la sicurezza interna (ISA) polacca il 28 febbraio 2022, nella città di Przemyśl, dove aveva riferito sui rifugiati ucraini. È stato accusato di usare il suo ruolo di giornalista come copertura per lo spionaggio, ma l'ISA non ha presentato alcuna prova a sostegno delle sue accuse.
Dal suo arresto, González è stato tenuto in custodia cautelare a Varsavia, per lo più in isolamento e in condizioni difficili. È stato classificato come "prigioniero pericoloso" dalle autorità polacche, nonostante non abbia precedenti penali. Viene ammanettato e accompagnato da un massimo di cinque guardie ogni volta che esce dalla sua cella. Non riceve cibo a sufficienza e deve comprare le obbligazioni dalla prigione. Le sue lettere vengono aperte e tradotte dal pubblico ministero e conservate per settimane o mesi prima di essere consegnate. Ha avuto contatti solo con il suo avvocato polacco e il console spagnolo, ma gli sono state negate telefonate o visite di familiari e sostenitori in Spagna e Polonia.
L'avvocato di González, Gonzalo Boye, ha intentato una causa presso la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, chiedendo il suo rilascio sulla base del fatto che i termini della sua detenzione violano i suoi diritti costituzionali. Secondo Boye, González vive in “condizioni incontrate e mentalmente insopportabili” che minano “i suoi diritti, la sua dignità e la sua salute”.
Boye ha anche affermato che l'ufficio del procuratore polacco non ha fornito alcuna prova delle presunte attività di spionaggio di González o alcuna indicazione su quando inizierà il suo processo. Ha detto che il caso si basa su "voci" e "speculazioni" e che González è innocente di qualsiasi illecito. |
La detenzione di González ha scatenato proteste e campagne di solidarietà da parte di organizzazioni dei media, sindacati dei giornalisti, gruppi per i diritti umani e politici in Spagna e all'estero. Hanno chiesto alle autorità polacche di rilasciare González e di rispettare il suo diritto di riferire liberamente. Hanno anche esortato il governo spagnolo a intervenire diplomaticamente per garantire la sua libertà.
Il caso di González è visto da alcuni come parte di una più ampia repressione del giornalismo indipendente e della società civile in Polonia, che è stata criticata dall'Unione Europea e dalle organizzazioni internazionali per aver minato lo stato di diritto e la democrazia.
La moglie di González, Oihana Goiriena, che non lo vede dal suo arresto, ha detto che è “vittima di persecuzione politica” e che “sta pagando un prezzo molto alto per fare il suo lavoro”.
Prende vita la storia di Regina ed Anna, due attrici non proprio fortunate, che senza saperlo hanno la stessa idea: decidere di scomparire, per farsi ritrovare da uno di quei programmi televisivi noti per ricercare le persone. Tutto nella speranza che questo regali loro quella fama che finora non hanno ottenuto. Entrambe, rivali nel mondo dello spettacolo, si ritrovano a nascondersi nello stesso teatro abbandonato, in attesa che l’attenzione pubblica si accorga di loro. Saranno costrette a convivere nell’attesa degli eventi. Inevitabile che si riaffacci la loro rivalità sopita. Tra battute sarcastiche reciproche e accapigliamenti vari, questa esperienza a stretto contatto le porterà a conoscersi meglio ed a scoprire che tutto sommato non sono così spiacevoli, diverse e distanti tra loro.
Uno spettacolo scritto da Marina e da Flavia durante il lockdown e che oggi porta i suoi meritati frutti. Applausi e risate sono scontati; i due personaggi sono teneri, divertenti, ma soprattutto veri e sinceri; combattono per la loro notorietà, ma anche contro il tempo tiranno che cerca di relegarle nel dimenticatoio. È incredibile come da subito ci si affezioni sia alla storia che ai personaggi. Si ride e si riflette, mentre non mancano i momenti toccanti di sublime interpretazione drammatica. Momenti che vanno addirittura a scomodare magistralmente brani di Pirandello e Checov.
Marina, una superstiziosa verace napoletana, schietta e diretta; Flavia più pomposa, strutturata ed altezzosa. Al primo impatto entrambe sembrano essere solo boriose e presuntuose, ma già dai primi “scontri” rivelano subito il loro carattere irresistibilmente genuino. Le divertenti battute sono solo un accento che serve a scandire le nostre risate, perché in realtà si ride sempre grazie alla loro naturale schiettezza, alla spontaneità e al clima di piacevole simpatia che instaurano. I momenti più toccanti e profondi sono perfettamente inseriti tra quelli più leggeri e creano efficaci pause riflessive. Dietro a questa storia c’è la vita pulsante, quella vera, fatta di drammi, di sfortune, di occasioni mancate, che queste due brave attrici riescono a trasmettere commuovendo, portando con tatto e delicatezza alla profonda morale, che gradualmente arriva al pubblico tra una risata e l’altra, grazie alla loro ironia, alla maestria e alla sublime interpretazione. La forza irresistibile dello spettacolo è riuscire a proporre una storia realistica addolcita da un efficace umorismo, che edulcora i tristi retroscena delle due attrici che stanno “tramontando”. Tutto con classe e ironia ed un’ottima recitazione. Flavia e Marina insieme sono irresistibili, riempiono la storia come il palco, dov’è ricostruito un realistico teatro in ristrutturazione. Trascinanti, emozionanti, divertenti, profonde. Sono un binomio vincente! Ben lontane da quel “tramonto” in cui si trovano le due attrici che interpretano. Marina e Flavia sono invece l’emblema di un’ardente e raggiante alba estiva dagli splendidi e sgargianti colori!
Importante e non secondario è il lavoro della regia di Francesca La Scala con il suo magistrale e concreto apporto per la riuscita dello spettacolo.
Per una serata all’insegna del buon teatro.
“Qua siamo” di e con Marina Vitolo e Flavia di Domenico
Regia di Francesca La Scala
Teatro Marconi Rassegna estiva
7 Luglio 2022
Un appello per chiedere la liberazione di Julian Assange, perché l’azione legale promossa nei suoi confronti “rappresenta un precedente estremamente pericoloso per i giornalisti, per i mezzi di informazione e per la libertà di stampa”. Ha raccolto oltre 1100 firme proveniente da 96 Paesi diversi l’appello Speak up for Assange, promosso da giornalisti e associazioni giornalistiche: oltre al direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, hanno aderito Edward Snowden, whistleblower del caso Nsa, Giannina Segnini, direttore della Columbia Journalism School, l’ex europarlamentare Barbara Spinelli e il linguista e saggista Noam Chomsky.
“Julian Assange, fondatore ed editore di WikiLeaks, è attualmente detenuto nel carcere di alta sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, in attesa di essere estradato e poi processato negli Stati Uniti in base all’Espionage Act – si legge nel testo dell’appello che era stato pubblicato anche sul Fatto -. Assange rischia una condanna a 175 anni di prigione per avere contribuito a rendere pubblici documenti militari statunitensi relativi alle guerre in Afghanistan e Iraq e una raccolta di cablogrammi del Dipartimento di Stato Usa. I War Diaries hanno provato che il governo statunitense ha ingannato l’opinione pubblica sulle proprie attività in Afghanistan e Iraq e lì vi ha commesso crimini di guerra. WikiLeaks ha collaborato con un grande numero di media in tutto il mondo, media che hanno pubblicato a loro volta i War Diaries e i cablogrammi del Dipartimento di Stato Usa“.
Per i promotori “in una democrazia, i giornalisti devono poter rivelare crimini di guerra e casi di tortura senza il rischio di finire in prigione” e nei “due anni” che Assange ha passato “agli arresti domiciliari e sette anni all’interno dell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove gli era stato riconosciuto l’asilo politico” sono stati violati i suoi diritti più elementari. La richiesta dei promotori è quindi quella di “chiedere l’immediata liberazione di Julian Assange. Esortiamo i nostri governi, tutte le agenzie nazionali e internazionali e i nostri colleghi giornalisti a chiedere la fine della campagna scatenata contro di lui per avere rivelato dei crimini di guerra. Esortiamo i nostri colleghi giornalisti a informare il pubblico in modo accurato sugli abusi dei diritti umani da lui subìti“.
Milano - cena responsabili Lombardia Flip - cena del 12-03-2001
Roma, 9 dicembre 1994
Delibera del 12 Aprile 1995: Scarica [PDF]