
L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
“CESSIAMO IL FUOCO ORA
La pace è possibile, dipende anche da noi
Fermiamo l'annientamento del popolo palestinese!
Campi profughi bombardati e bruciati, ospedali , scuole, edifici pubblici distrutti,
personale sanitario, giornalisti, operatori della solidarietà torturati o uccisi, aiuti
umanitari bloccati, fame, sete, freddo, malattie, negazione di cure, usate
sistematicamente come armi di guerra. Israele continua a non rispettare gli
accordi della tregua e ha ripreso bombardamenti sempre più violenti a Gaza,
mentre in Cisgiordania la violenza dei coloni che distruggono case e beni e si
appropriano di terre è sostenuta e impunita.
Ormai gli scopi appaiono chiari: appropriazione di tutta la terra con espulsione
del popolo palestinese da Gaza, occupazione a tempo indeterminato e apartheid
in Cisgiordania, con la popolazione confinata in spazi sempre più ridotti. Tutto
questo non è iniziato il 7 ottobre ma parte dalla Nakba del 1948 (distruzione di
500 villaggi ed espulsione dei palestinesi).
Noi di Monteverde per la Pace continuiamo a denunciare a gran voce la gravità
della situazione, sosteniamo le voci di dissenso nei confronti della politica del
governo israeliano, invitiamo tutti a prendere posizione per fare pressione sulle
nostre istituzioni, perché impongano al governo israeliano il rispetto del diritto
internazionale e sostengano il diritto del popolo palestinese all'esistenza e
all'autodeterminazione.”
Questo il testo di uno degli ultimi volantini prodotti e diffusi dal romano Comitato Monteverde per la Pace (CMP), una libera e ammirevolmente dinamica associazione di persone non disposte a rimanere rassegnatamente in silenzio e desiderose di tentare di contrastare il fenomeno della guerra e le dolorose vicende internazionali del mondo contemporaneo intrise di ingiustizia, irrazionalità e violenza.
Con alcuni attivisti del Comitato è nata la conversazione che segue.
Negli ultimi mesi, grazie ad alcune iniziative di una certa rilevanza, una realtà associativa come la vostra ha finito per godere di un'improvvisa e insperata attenzione, soprattutto all'interno del mondo progressista e del volontariato.
Più merito vostro o demerito di tanti altri soggetti, molto più grandi di voi, sfortunatamente alquanto inattivi e silenziosi?
Stiamo parlando di una piccola realtà associativa territoriale ( Comitato Monteverde per la Pace - CMP) che si è costituita (intorno a Ottobre 2023) come aggregazione di tante altre realtà sociali e politiche storiche del quartiere Monteverde-allargato. Sono comunque tutte realtà non legate, anzi orgogliosamente indipendenti, dalle forze politico-partitiche. Cito, come esempio: "Comitato solidale e antirazzista Monteverde", "Reti di Pace - Piazze per la sostenibilità e la Pace", "Comitato Roma XII per la Costituzione" , Comitato Roma XII per i Beni Comuni", "Circolo Arci Canapè", etc.
Queste realtà si conoscono da anni, avendo collaborato su varie campagne (ad es. per il Referendum per l'Acqua Pubblica del 2011 o per il Referendum sulla Riforma Costituzionale di Renzi del 2016 o per la costituzione di un circolo ANPI indipendente dai partiti nel 2019); gli attivisti, in alcuni casi, si conoscono dall'epoca delle scuole medie e superiori.
Dato il pregresso storico, ormai gli attivisti militanti hanno tutti una età avanzata e sono rimasti piuttosto legati ai metodi tradizionali di diffusione delle campagne, dove si agisce mettendoci la faccia e il corpo con volantinaggi su strada, tavolini, presidi, etc. Per dire, il CMP non ha neanche una pagina Fb … Ci avvaliamo, però, di due chat Whatsap: una più orientata agli aspetti operativi/organizzativi interni; l'altra a mettere in evidenza le iniziative, le informazioni, gli eventi esterni. Questa seconda funge anche da fonte di informazione alternativa al mainstream.
Praticamente, l'adesione al comitato avviene con l'adesione a queste due chat. Ad oggi, il numero di adesioni a ciascuna chat è di circa 70 persone, anche se i partecipanti agli incontri in presenza (circa ogni 15 giorni) scendono circa a 20.
Quali eventi e considerazioni sono alla base della nascita del vostro gruppo e quali le finalità che vi siete dati?
La data di nascita del CMP è intorno a Ottobre 2023, come reazione spontanea alla questione palestinese riesplosa dopo i fatti del 7 Ottobre 2023, presi a pretesto da Israele, come inizio della storia della "guerra" Hamas-Israele, quando invece, grazie alla conoscenza storica di noi attivisti, sappiamo bene che la questione palestinese risale alla catastrofe del 1948 con la Nabka, l'espulsione di centinaia di migliaia di nativi palestinesi dalle loro terre e case. Le finalità che ci siamo dati sono le seguenti:
- L'immediata cessazione del genocidio del popolo palestinese; la cessazione
definitiva di ogni aggressione per la realizzazione di una pace giusta; la liberazione
dei prigionieri palestinesi e degli ostaggi israeliani.
- Un'azione diplomatica per il cessate il fuoco in Ucraina.
- La messa al bando delle armi nucleari, la progressiva cessazione delle spese
militari, la conversione dell'industria bellica.
- La trasparenza sull’import-export delle armi: No allo smantellamento della legge 185/90.
- La cessazione delle spese militari a favore della spesa sociale e la conversione dell’industria bellica.
- L'immediata cessazione del sostegno politico, militare ed economico e dell'invio di
armi a tutti gli stati belligeranti.
- Il rispetto della legalità internazionale.
Che tipo di consenso state riscontrando all'interno del quartiere? Avete ricevuto concrete manifestazioni di simpatia e solidarietà? forse anche di ostilità?
Abbiamo ricevuto un consenso crescente, mano a mano che si andava evidenziando il vero obiettivo del governo israeliano di farla finita una volta per tutte con i palestinesi di Gaza e di Cisgiordania.
Siamo passati attraverso varie fasi. All'inizio, dovevamo contrastare l'accusa dell'antisemitismo: superata quella, perché era superabile in quanto falsa, abbiamo dovuto affrontare la resistenza all'affermazione "Stop al genocidio". Ci furono resistenze anche interne al nostro gruppo da parte di chi, ancora, non voleva credere ai propri occhi. La svolta ci fu con l'incontro del 14 Febbraio 2025 con Riccardo Noury (portavoce della sezione italiana di Amnesty International), che chiarì definitivamente la questione: quelle di Israele sono azioni chiaramente genocidiarie.
Abbiamo ricevuto, su strada, anche improperi e minacce a livello fisico, di ebrei-sionisti-fascisti e abbiamo avuto a che fare con vari eventi di identificazione della polizia, che poi ci ha chiesto di essere sempre informata dei nostri volantinaggi, anche a nostra protezione.
Siete riusciti ad entrare in contatto anche con realtà giovanili del quartiere e ad attirare qualche giovane desideroso di impegnarsi al vostro fianco?
Sì, ma la nostra età e i nostri metodi non sono quelli usati dai giovani, i quali ragionano bene tra di loro e si organizzano nel modo più adatto al loro sentire socio-politico.
Al di là dei giudizi positivi fin qui ricevuti e al di là dell'attenzione che (fortunatamente) si è concentrata sulle vostre attività, quanto pensate che sia realmente possibile riuscire a fermare le immense macchine da guerra che si sono messe in movimento e che potrebbero trascinarci presto verso la catastrofe? Forse qualcosa di analogo potrebbe/dovrebbe nascere in ogni rione, in ogni contrada, in ogni condominio, in ogni luogo di lavoro, in ogni parrocchia, ecc?
Se qualcun@ di coloro che ha aderito a questo piccolo movimento dal basso pensasse davvero di fermare le immense macchine da guerra ... sarebbe un grande illus@ e soffrirebbe doppiamente: sia per la constatazione che il disastro sta continuando imperterrito, sia per la frustrazione derivante dall'apparente inutilità delle proprie iniziative.
Ci siamo detti che le azioni che mettiamo in campo hanno due valenze:
una individuale di poter affermare, mettendoci faccia e corpo (e non solo intellettualmente): "NON IN MIO NOME!" .
L'altra è l'azione collettiva di sensibilizzazione verso la popolazione che incontriamo, con l'invito a partecipare attivamente.
Infatti, nel retro dei volantini c'è sempre il "COSA POSSIAMO FARE NOI" .
Certamente, se un movimento dal basso come questo, in queste forme o in altre più consone ai promotori, nascesse in ogni municipio o luogo associativo, sarebbe l'ideale. Un esempio rilevante nell'XI municipio è il "Collettivo Palestina Roma Trullo" che ha già organizzato incontri ed eventi di spessore: ma forse ne esistono in ogni Municipio.