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LO SCANDALOSO BUSINESS DEI VACCINI E LE MORTI INSPIEGATE DELL’INFANZIA

By Emilia Di Piazza November 24, 2020 7980

Ecco come è cambiata la politica pro vaccini nel nostro Paese dopo che a Washington il 29 settembre 2014 - al “Global Health Security Agenda”- (GHSA) fu scelta l’Italia come cavia per guidare le strategie e le campagne vaccinali nel mondo per i successivi cinque anni. A ricevere il prestigioso incarico alla Casa Bianca da un Summit di 40 Paesi, alla presenza anche del Pres. USA Barak Obama, l’allora Ministro della Salute, Lorenzin, accompagnata dal Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Prof. Sergio Pecorelli. GHSA è lo sforzo internazionale destinato a sostenere l’attuazione del regolamento sanitario dell’Oms. La vaccinovigilanza ha un ruolo cruciale nel sistema sanitario: supporta i medici nel capire come correggere il tiro ed è fondamentale per la popolazione per individuare la risposta dell’organismo ai vaccini. Però se da una parte è gestita direttamente dagli organismi governativi che attivano indagini e controlli sui prodotti somministrati e sui pazienti trattati, dall’altra si alimenta “dal basso”, ossia dall’apporto informativo di medici, ospedali e cittadini grazie alla denuncia di quelle che, in gergo tecnico, sono dette “sospette reazioni avverse all’immunizzazione”. Le centrali di raccolta di queste denunce, in Italia, sono le Asl sparse sul territorio.

Chi maneggia le segnalazioni sui vaccini?

Entrare nel mondo dei controlli sui vaccini è come avventurarsi in un sistema di sicurezza medievale – con sentinelle, bastioni , livelli di guardia più alti e il fortino centrale da cui muoversi in caso di problemi (anche solo presunti!) nella barriera di difesa.

Ebbene un rapporto dell’OER, l’Osservatorio Puglia, a seguito di un esperimento di vaccinovigilanza attiva, stravolge il paradigma del protocollo vaccinale in uso rivelando i limiti e le falle nel sistema della vaccinovigilanza. Le conclusioni sono drammatiche – le reazioni avverse “gravi” rilevate dalla vaccinovigilanza attiva sono di 40 su 1000 dosi, ossia il 4% – contro le 0,12 su 1000 dosi della sorveglianza passiva. La vaccinovigilanza attiva è un sistema di monitoraggio più efficace di quella comunemente utilizzata – cioè quella passiva- perché prevede di seguire attivamente il bambino per alcune settimane dopo la vaccinazione per registrarne tutti i cambiamenti nello stato di salute. Non è un sistema adottato comunemente se non nella regione Veneto. Intendendo per “grave”, morte, lunga ospedalizzazione, invalidità permanente, pericolo di vita, anomalie congenite o altri eventi particolarmente importanti in base alla definizione che ne da AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

18 dicembre 2017 - Beatrice Lorenzin firma il Protocollo di Intesa con la Federazione Nazionale della Stampa italiana FNSI - Ministero grazie al quale “ci vacciniamo contro le fake news” – riferisce il Ministro- con l’obiettivo di promuovere nei giornalisti conoscenze in ambito sanitario provenienti da fonte istituzionale autorevole e indipendente al fine di fornire un’informazione “corretta e scientificamente validata”. Ci sarebbe da chiedersi cosa sia da ritenere scientificamente validato.

Curioso l’inciso che garantisce la segretezza delle attività oggetto dell’accordo. Praticamente notizie sugli effetti negativi dei vaccini non usciranno più sui giornali. Non tralasciando tutta quella letteratura medica che sconsiglia ai soggetti immunodepressi di venire a contatto con altri che hanno effettuato un vaccino recente (nell’arco di almeno sei mesi dal vaccino), 7 febbraio 2018, sempre sotto il Ministro Lorenzin, a conferma della criticità della pratica vaccinale, viene depositata la relazione parlamentare redatta dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sui casi di morte per grave malattia che hanno colpito il personale militare italiano e che ha riguardato anche la somministrazione di vaccini. Da questa relazione si apprende che molte malattie autoimmuni sono da considerare effetti indesiderati dei vaccini, che le reazioni avverse non acute sono notevolmente sottostimate e che le case farmaceutiche chiedono delle opportune precauzioni all’impiego dei vaccini. Sono 81 gli elementi per cui è prevista una valutazione di sensibilità o allergia, le reazioni avverse e le controindicazioni sono ben 240 . Il limite massimo di vaccini non deve superare il numero di cinque in un’unica soluzione. Si conferma inoltre una stretta correlazione tra patologie neoplastiche e linfoproliferative e altre patologie autoimmuni in concomitanza alla somministrazione di vaccini. Si fa anche riferimento, sulla base dei dati consegnati il 14 gennaio 2018, al contenuto di questi vaccini, analisi molto gravi che la commissione ha trasmesso all’Istituto Superiore di Sanità affinchè li esaminasse. Approfondimenti che ad oggi ancora non sono stati eseguiti. Quanto al nesso di causa fra vaccino e danno esso viene negato nei rapporti AIFA in maniera emblematica. “Nesso di causa non correlabile” è perlopiù il verdetto finale dei casi esaminati.. Eppure i 4671 casi di morbillo del 2011 (epidemia si potrebbe dire!) non hanno destato alcun timore, tant’è che l’anno seguente viene approvato il Piano nazionale vaccini per il triennio 2012/2014 dove si prevede di superare l’obbligo vaccinale e passare alla raccomandazione. Addirittura si era ipotizzato di passare alla raccomandazione per tutti i vaccini fino ad allora obbligatori (all’epoca solo quattro).

Nel 2017 i casi stimati di morbillo sono 2700, età mediana 27 anni. Eppure viene approvata la legge che prevede l’espulsione dall’asilo dei bambini che non hanno seguito la prassi vaccinale. Come mai i 4671 casi del 2011 non hanno destato alcuna preoccupazione e i 2700 del 2017 impongono l’obbligo vaccinale pena l’esclusione sociale? Perché nel frattempo, come si legge dal sito di AIFA, nel già menzionato 29 settembre 2014, l’Italia è stata insignita del titolo di capofila per le strategie vaccinali. il Presidente di AIFA, Pecorelli, così ha commentato: Un importante riconoscimento scientifico e culturale internazionale per il nostro Paese. Il programma della durata di cinque anni prevede la diffusione del protocollo di vaccinazione in ambito nazionale. Il vaccino per il morbillo che deve assicurare una copertura di almeno il 90% nei bambini dei 15 mesi di età, sarà preso come parametro per valutare l’operato dell’Italia nell’ambito della vaccinazione

Il 13 aprile 2016 sul Sole 24 ore esce un articolo a firma Roberto Turno, Glaxo, leader mondiale nel settore vaccini, scommette 1 miliardo sull’Italia. Ecco cosa ha generato la campagna dell’allora Ministro Lorenzin mirata a diffondere panico sul morbillo, mentendo anche sui dati. A questo punto entra in gioco GAVI (Alleanza Globale per le Vaccinazioni), uno degli esempi più noti di partenariato globale fra pubblico e privato, che ha lo scopo di migliorare l’acceso all’immunizzazione per i Paesi in via di sviluppo, nei confronti del quale, come afferma di recente il ministro Speranza, l’Italia ha preso importanti impegni. La forma giuridica di GAVI è una Fondazione privata di diritto svizzero, non costituita in base a un trattato internazionale, quindi è un soggetto privato. GAVI nasce nel 2000 da un’idea della Fondazione Bill & Melinda Gates che offrì 750 milioni di dollari. GAVI è composto da 28 seggi, alcuni sono permanenti, altri a rotazione. Riunisce governi di Paesi in via di sviluppo e Paesi donatori, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (Unicef), la Banca Mondiale, l’Industria dei vaccini, la Fondazione Bill & Melinda Gates e altri filantropi privati. GAVI si sostiene tramite finanziamenti diretti e meccanismi innovativi, in buona sostanza, titoli obbligazionari che consentono liquidità. La fondazione Gates è il più grande finanziatore dell’Oms fino a condizionarne le politiche. Indetto nel 2010 da parte della Fondazione Gates il decennio dei vaccini. GAVI e Fondazione Gates, insieme, i due più grandi sovvenzionatori dell’Oms. Un sistema, quello perseguito dalla politica Gates sulla salute, con interventi in senso verticale, ossia contro alcune malattie (quindi attraverso i vaccini) anzicchè in senso orizzontale tramite il rafforzamento del sistema sanitario. Ancora il 78% delle risorse di GAVI è destinato ai vaccini e solo il 10 al sistema sanitario. Questa la politica che ha confermato a Bill Gates il primato di uomo più ricco del mondo e che sta facendo scontare la pena della mancata democrazia a livello sanitario mondiale. L’Italia sostiene GAVI dal 2006, finanziando i suoi principali strumenti. Nel quadriennio 2016/20 annuncia il sensazionale contributo di 120 milioni di dollari. Parliamo di una novità rispetto al passato e parliamo sempre del Governo Renzi.

Dal 2018 in Italia gli Ordini dei medici e le Federazioni nazionali diventano organi sussidiari dello Stato e viene indetto per il medico l’obbligo di attenersi alla ragion di stato. Un medico che sconsiglia un vaccino commette un illecito disciplinare con il rischio di radiazione. La dichiarata adesione dell’Italia a GAVI congiuntamente alla spietata campagna vaccinale sarebbe sufficiente ad istruire un’interrogazione parlamentare urgente che chiarisca quali sono questi accordi internazionali a cui l’Italia ha aderito. Dopo che la federazione medici impedisce il libero esercizio della professione medica nel riconoscimento del nesso causale tra vaccinazione e danno, il cittadino esposto al rischio rimane non tutelato giuridicamente in nome di interessi privati. Nel frattempo parte la campagna mediatica per la vaccinazione che non esclude neanche i metodi più aggressivi, vedi Burioni! Che il Potere protegga se stesso in qualche modo ci sta e per fare questo ha dovuto sottostimare all’inverosimile la maggior parte delle statistiche sulle reazioni avverse.

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Last modified on Tuesday, 24 November 2020 23:28
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