L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
Frammento n. 1 Mazzalùa, Alcohol Free Sparkling.
Mazzalùa, il primo perlage analcolico prodotto in Italia con aceti naturalmente invecchiati e mosto d’uva. Fenomeno che fa riflettere. Mazzalùa nasce per soddisfare “palati desiderosi di assaporare un prodotto fresco, gradevole, raffinato e spumeggiante, senza preoccuparsi del suo tenore alcolico”. Un ricordo legato a qualche secolo fa quando nell’antica Roma si beveva bevande a base di aceto perfezionata da miscele di erbe aromatiche e spezie. Ai posteri l’ardua sentenza.
Frammento n. 2 Barolo e Barbaresco, modifiche al disciplinare.
Cinque le proposte suggerite dal Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani per modificare il disciplinare. La limitazione della zona di imbottigliamento, l'interscambiabilità e reciprocità per la vinificazione e imbottigliamento, l'autorizzazione a piantare vigne di Nebbiolo a Barolo e Barbaresco nei versanti collinari esposti al nord, l'aggiunta delle menzioni comunali per la denominazione Barbaresco, utilizzo di grandi formati superiori ai 6 litri. "Piantare Nebbiolo a nord? Oh, mamma mia”. Una vera e propria dichiarazione di guerra.
Frammento n. 3 Al ristorante su tavole nude e senza tovaglie.
Il fenomeno nella ristorazione: la scomparsa della tovaglia sostituita, quando va bene, da striscioline di stoffa misere solo a vedersi: i runner. E le festaiole tovaglie a quadri colorate di rosso e blu delle osterie? Un ricordo. Si invocano problemi funzionali, economici, di rapidità e di efficienza, di estetica e di chissà quale credenza politica. NO. Solo moda dettata dal ribaltare le tradizioni. C’è solo attendere perché, come si suol dire:” Ma le mode, per fortuna, passano di moda”.
Frammento n. 4 Roteare un calice di champagne: delitto da condannare.
Quante volte accade di vedere nei ristoranti, nei wine bar, tra amici, roteare i calici con dentro uno spumante? L’esperto ci ricorda:” I moti vorticosi comportano una veloce dispersione dell’anidride carbonica e, di conseguenza, una considerevole perdita di effervescenza. Non solo: le macromolecole di aromi e sapori portati in superficie dopo la mescita (si chiama “Spinta di Archimede”) rischiano di “precipitare” nella soluzione liquida compromettendo tutta l’esperienza olfattiva, retro-olfattiva e, soprattutto, gustativa”. Aggiungo, assumendomi la responsabilità di quanto diffondo:”Solo in un caso è ammesso farlo: ai banchi di degustazione. Valutare prima la carbonica e poi roteare per capire meglio l’aspetto olfattivo, tattile e gustativo”. A tavola. al contrario di quanto accade con i vini fermi, un calice contenente perlage (qualunque siano) non va mai, mai, mai, roteato.
Frammento n. 5 Roberto Rondelli e il Rossese di Dolceacqua.
Roja è una valle del comprensorio del comune di Ventimiglia a pochi chilometri dal confine francese. Qui, Roberto Rondelli iniziò a recuperare le piccole vigne del nonno. Vermentino, Pigato ed in particolare Rossese di Dolceacqua. Anni di gavetta che hanno portato nel 2022 a produrre il Roja, Rossese di Dolceacqua Superiore Doc in solo 900 bottiglie. Per Roberto, il Roja “è la sintesi del mio percorso come vignaiolo. Un vino pensato per avere una grande propensione all’invecchiamento, coniugando struttura e armonia. La base tannica è importante ma setosa, ho estratto la bellezza del Rossese, il secondo livello alcolico abbastanza elevato e le dolcezze avvolgenti fanno tendere verso una interminabile profondità”.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)
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