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Vernaccia di San Gimignano I primi 50 anni, i prossimi 50 anni

By Urano Cupisti December 21, 2016 10244

Si è tenuto a San Gimignano l’evento conclusivo dei festeggiamenti per i primi 50 anni della Denominazione d’Origine Controllata (DOC 1966-2016) del suo vino, autenticamente autoctono, la Vernaccia di San Gimignano.

La distinzione con il nome della Città è dovuta per due ordini d’idee: la prima per distinguerla da altre vernacce esistenti sul territorio nazionale (basta ricordarne due, quella di Oristano e l’altra di Serrapetrona), diverse in tutto tranne nel nome, l’altra per ricordare che questo vitigno a bacca bianca si coltiva solo ed unicamente nel territorio collinare circoscritto al Comune di San Gimignano. Coincide con la natura dei terreni unici, del micro-clima esistente, insomma del terroir particolare, atipico, esclusivo.

Il piccolo Teatro dei Leggieri, nel centro di San Gimignano, ha ospitato venerdì 16 dicembre il convegno conclusivo dei primi cinquant’anni. Ugualmente anche i progetti per i prossimi cinquant’anni.
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“Vernaccia di San Gimignano. Vino, Territorio, Memoria.”

Il Libro di Armando Castagno

Elemento di modulazione, variazione, di passaggio dal conclusivo al propositivo è stato la presentazione del libro di Armando Castagno che già dal titolo dice molto:” Vernaccia di San Gimignano. Vino, Territorio, Memoria”.

Modulazione,variazione, passaggio; perché?

Perché la sua pubblicazione rappresenta la conclusione di un progetto vuoi rievocativo, vuoi celebrativo. Ma anche la prospettiva di quel “rapporto indissolubile con il territorio, l’arte e la cultura”. Una reale fotografia della Vernaccia oggi, dove viene coltivata, dove cresce e diviene Vino unico al Mondo.

Un libro che accompagna il lettore anche con le immagini, gli scatti del fotografo senese Bruno Bruchi, nei prossimi cinquant’anni ( ha saputo cogliere l’essenza del territorio di San Gimignano in tutta la sua bellezza).

Non è facile riuscire a seguire interventi per circa due ore senza perdere una battuta. La riuscita è dovuta alla bravura degli oratori che hanno parlato a braccio, che sono riusciti a coinvolgere senza frasi fatte, convinti e partecipativi all’evento. Armando Castagno ci ha condotto per mano all’interno delle pagine del libro facendoci capire, comprendere la complessità e la varietà dei territori e la memoria, punto di partenza per il futuro.

“A 50 anni dal riconoscimento della DOC, il Consorzio per la tutela della Denominazione, ha voluto ripercorrere con questo libro la storia secolare del primo vino DOC d’Italia, che è poi la storia di San Gimignano e della sua comunità. Questo libro apre il sipario sulle nostre radici; non si può parlare di Vernaccia senza parlare di San Gimignano, ma non si può neanche parlare di San Gimignano senza parlare della Vernaccia, di chi l’ha coltivata, amata e la ama ancora. Non si tratta perciò di un libro che cristallizza il presente, che narra di una storia che è stata, ma del seme per la Vernaccia di San Gimignano che verrà”.

Questa l’introduzione della Presidente del Consorzio Letizia Cesari che ha fatto intendere che il convegno non sarebbe stato il solito, ripetitivo incontro di quanto siamo bravi, quanto siamo belli.

Preludio al passaggio propositivo, ai 50 anni che verranno, alla presentazione dei progetti che, a mio avviso, pongono San Gimignano fuori dal mondo chiuso della campanilistica frammentazione tipica di altri territori toscani, aperto alla innovazione se pur nella tradizione.

 

La prima Cité du Vin italiana

Quest’ultimo pensiero riportato in grassetto, aperto alla innovazione se pur nella tradizione sembra la solita frase fatta, ripetitiva, conclusiva. Non è così.

Nello scrivere innovazione, dopo aver seguito le parole che hanno accompagnato un ben preciso progetto firmato dall’Architetto Piero Guicciardini, ho pensato alla Cité du Vin inaugurata nel Giugno scorso a Bordeaux. La città francese non ha storia millenaria come San Gimignano. Ha dovuto esprimere il concetto del futuro del Vino in una costruzione avveniristica posizionata sul fiume Garonne.

A San Gimignano si è pensato ad un luogo che sia il punto di partenza per la comunicazione internazionale della Vernaccia di San Gimignano, dove chiunque voglia avvicinarsi a questo vino , abbia

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ingresso della villa Rocca di Montestaffoli

l’opportunità di incontrarla, conoscerne la storia, degustarla, discuterne, in un ambiente coinvolgente ed emozionante, multimediale grazie all’utilizzo dei più moderni mezzi tecnologici. Una Cité du Vin di dimensioni più contenute che unisce il passato (il luogo) con il futuro (il percorso, la conoscenza di questo vitigno e del suo vino).

Progetto Rocca di Montestaffoli, ex sede del Museo del Vino, che fa del complesso non solo un luogo contemplativo ma dinamico, partecipativo.

Prestigioso immobile situato all’interno della cerchia urbana posizionato su di un poggio da dove si domina l’intero centro urbano.

Sono già iniziati i lavori di restauro della villa e nell’Aprile 2017 si prevede l’inaugurazione di questo nuovo centro polifunzionale del Vino, anzi della Vernaccia di San Gimignano. Coinvolgimento emozionale, sensoriale, ricordi, conoscenza maggiore. Esperienza unica.

La partenza è quella giusta. I prossimi cinquant’anni della Vernaccia di San Gimignano sono cominciati. Chapeau!

 

Urano Cupisti

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Last modified on Thursday, 22 December 2016 00:32
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