L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Frammenti che orbitano qua e là, individuati, carpiti; li commento e condivido con voi.
Ultimi frammenti del 2016!
Tempo di bilanci. Un anno “benedetto” per la vendemmia, meno per le vicende vino vinicole e gastronomiche. La “polveriera” Expo che ci ha lasciato e rilascia una visione “disarmante” della nostra gastronomia (del resto più volte denunciata proprio da questi frammenti). Il problema dei mancati investimenti degli Italiani nel mondo delle Aziende vinicole permettendo ad altri, Cinesi in testa, di fare shopping soprattutto in Piemonte, Veneto e Toscana. La crisi del MPS e del micro sistema bancario regionale con la “svendita” di Montalcino, Bolgheri e anche Chianti. I sempre più frequenti show dei nostri “chef” che invece di sfornellare si danno alla politica frequentando “salotti televisivi”, filosofeggiando. Non ultimo lo “scandalo” del vino contraffatto e adulterato di proporzioni devastanti.
Il 2017 riparte da qui. Incertezze, preoccupazioni, timori per quella precarietà intellettuale, fuori dalle regole, che ci riporta indietro, al tempo delle improvvisazioni, come se fosse l’unica nostra capacità. E poi il “solito” proclama di fine anno “urbi et orbi”, divulgare senza discernimento, solo per “far passare” il “o come siamo bravi”: l’Italia batte la Francia nella produzione del Vino a livello mondiale. Finiti i festeggiamenti per il traguardo conseguito, ci accorgiamo che siamo i primi produttori di Vino in “polietilene tereftalato” meglio conosciuto come PET. Poi, se successivamente aggiungiamo l’operazione Bacco, c’è da che vantarsi.
Cin per il 2017 che verrà.
Frammento n. 1
Ci risiamo: Vino adulterato e contraffatto.
Operazione “BACCO”. Non poteva chiamarsi diversamente l’operazione condotta nella provincie di Firenze e Salerno dai Nas dei Carabinieri. Smantellata un’associazione per delinquere finalizzata alla produzione, immissione nel circuito commerciale di vino adulterato e contraffatto. Ogni tanto:”ci risiamo”. La tentazione di approfittare del buon andamento nel mondo di alcune etichette è sempre in agguato. Dieci soggetti coinvolti che hanno agito all’interno “di un’articolata organizzazione criminale dove ognuno ricopriva un ruolo specifico”. Il solito e collaudato sistema. Vino a bassa gradazione adulterato con aggiunta di alcool facendolo apparire di alta qualità. Apposizione di false etichette di vini pregiati, Sassicaia in testa, fascette falsificate recanti il sigillo di stato attribuenti Doc e Docg e il gioco è fatto. Nel tempo e dalle esperienze precedenti, sfruttando l’attuale crisi economica esistente, ecco affinarsi nuovi metodi maggiormente sofisticati. Acquisizione di società vinicole in crisi per dar vita ad un sistema di truffe più articolato e credibile. (Fonte: Cronache di Gusto).
Frammento n. 2
Super Offerte al Supermarket vinicolo Italia.
Tenuta Il Greppo Biondi Santi |
Nuovi scenari, direi inquietanti, nelle “facili” acquisizioni di Aziende vinicole storiche del mondo del vino italiano. Certo la vicenda Biondi Santi targata Monte dei Paschi passata ai francesi di Epi, è la più eclatante. Non si può dire di NO a 107 milioni di euro quando l’Azienda di Montalcino è debitrice insolvente nei confronti della Banca senese per un mutuo di 7,5 milioni di euro. Vigneti e strutture ovvero un patrimonio culturale dove nel 1865 ebbe vita la Storia fantastica del Brunello di Montalcino che entra, dal 2017, nell’orbita di un gruppo che produce champagne (Piper-Heidsieck) e lo Château La Verrerie della Côte du Rhone. Il problema è ancora più grave là dove alcuni investimenti “italiani” sono di fatto gestiti da Holding cinesi che, con il sistema delle divisioni di competenza (distribuzione,società), hanno acquisito grandi nomi della viticoltura nazionale. Moretti (Bellavista), Sella&Mosca, Teruzzi&Puthod. (Fonte: Il Sole24 Ore)
Frammento n. 3
Accordo Chianti Classico e Comité Champagne: ben venga!
Un sodalizio che ha inizio dalla firma, in questi giorni, di un accordo dove il Consorzio del Chianti Classico (quello del Gallo Nero) e il Comité interprofessionnel du vin de Champagne (vigneron e maison) proveranno iniziative insieme, soprattutto internazionali. Chianti e Champagne “together” per essere più forti sui mercati esteri. Il gemellaggio che supera il mero simbolismo dei due marchi. Un proprio accordo bilaterale per scambiarsi conoscenze e fare “gruppo”. La Champagne unita (Négociant e Vigneron) e i produttori della Docg Chianti Classico, con i rispettivi presidenti a Reims per il primo passo. E che accordo sia! (Fonte: Consorzio del Chianti Classico)
Frammento n. 4
Cannellino Frascati |
Frascati Spumante Doc e Cannellino di Frascati Docg: il ritorno alle tradizioni.
Per le feste di fine anno ritornano i momenti tradizionalmente piacevoli di stappare due vini dimenticati. Grazie alla volontà di un gruppo di produttori laziali, intenzionati ad affermarne la qualità, ritornano in auge due “vini per le feste”. Uno spumante e l’altro “dolce”. Metodo Charmat (Martinotti, grandi recipienti) per il Frascati Spumante Doc e vendemmie tardive e/o appassimenti veri e propri in vigna per il Cannellino Frascati Docg. “Recupero di antiche tradizioni territoriali per prodotti non più casuali”. (Fonte Vinotype)
Frammento n. 5
Doc Friuli Venezia Giulia. Nuova realtà del 2016
Ce n’è voluto del tempo per arrivare a questo traguardo. Le prime bottiglie Doc nel 2017. Quindi vendemmia 2016 come Doc Friuli Venezia Giulia. Un unicum regionale che si
Doc Friuli Venezia Giulia |
sovrappone alle varie altre denominazioni zonali che rimangono. Doc-Fvg questo l’acronimo che vedremo sulle etichette per affrontare al meglio i mercati nazionali e in particolare quelli internazionali, facendo squadra per un brand facilmente individuabile. L’adesione alla Denominazione sarà volontaria ma se la richiesta di partenza dell’iter, circa dieci anni fa, fu controfirmata da 1.700 viticoltori e vinificatori, i progetti, ipotesi e speranze si concretizzeranno.
Frammento n. 6
Pasta Agnesi |
Pasta Agnesi. Chiusura dello storico pastificio.
Vi ricordate “Silenzio parla Pasta Agnesi”?. Adesso non parla più!
“Alle 6,30 di questa mattina (16 dicembre 2016) i macchinari del pastificio Agnesi di Imperia hanno prodotto il loro ultimo chilogrammo di pasta: di Fusilli 102 per la precisione”, L’annuncio che non vorresti mai sentire. Se poi riguarda lo storico e primo marchio di pasta italiano lo sconforto ti assale. Agnesi ha significato per lungo tempo non solo la pasta ligure ma, più in generale, la pasta italiana nel mondo. Pasta e Olio, olio e pasta in simbiosi con la Riviera ligure di ponente. Controllata ultimamente dal Gruppo Colussi era risaputo che “navigava in un mare agitato”. Adesso l’annuncio ufficiale: “Pasta Agnesi, la pasta che fu”.
Osservo, scruto, assaggio e…penso. (urano cupisti)