L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Fulvio Di Blasi, avvocato e filosofo, autore di un'opera pregevole ( Vaccino come atto d'amore? , Phronesis Editore) di cui abbiamo già avuto modo di parlare * , ha compiuto un'operazione davvero molto interessante. Si è infatti cimentato nell'analisi della posizione provaccinale espressa dal papa non secondo le coordinate culturali di un libero pensatore o di un agguerrito novax, bensì secondo la prospettiva di un ferratissimo moralista cristiano che ben conosce e ben utilizza i paradigmi etici della teologia cattolica.
Partendo dal presupposto che, in ambito etico, per la morale cristiana (come, d'altronde, già per quella classica) è la coscienza ad occupare un ruolo centrale, in quanto “ fondamento della responsabilità della persona umana e dei suoi diritti di libertà ” (p. 44), Di Blasi ritiene che dovere primario dell'istituzione ecclesiastica dovrebbe essere quello di aiutare la formazione della coscienza, rifuggendo dall'adozione di qualsivoglia metodo impositivo.
“ Rispetto alla coscienza morale, - infatti - il dovere è di aiutare gli altri ad assumere tutte le informazioni necessarie a compiere la scelta etica migliore, inclusi, nel caso dei vaccini anti Covid, le valutazioni rischi benefici rispetto all'età o alla propria famiglia e le anamnesi individuali.
Dire alla coscienza dubbiosa del singolo di vaccinarsi “e basta” è profondamente sbagliato e ingiusto già per il senso comune prima ancora che per la dottrina secolare sulla coscienza morale. ” (pag. 46)
E parlare di formazione della coscienza morale dovrebbe significare, innanzitutto, coraggiosa “ esposizione alla verità riguardo la questione su cui essa dovrà decidere ”.
Sarà perciò auspicabile, ai fini della scelta etica migliore, favorire l'acquisizione del maggior numero possibile di “ informazioni corrette ”, mentre risulterà moralmente sbagliato tentare di convincere qualcuno dandogli certezze che non ci sono ”. (pag. 46)
E sarà “ fortemente immorale ” nasconde informazioni importanti o cercare di manipolare le informazioni disponibili al fine di indurre le persone ad agire in un determinato modo.
Cosa è accaduto, invece, con il videomessaggio del 18 agosto 2021, in cui Papa Francesco ha esaltato la scelta del vaccinarsi come “ atto d'amore ”?
E' accaduto che questa affermazione è stata euforicamente accolta dal sistema mediatico imperante e fatta rimbalzare in ogni angolo del pianeta.
E' accaduto, soprattutto, che le istituzioni governative impegnate nelle asfissianti campagne vaccinali hanno trovato nelle parole papali l' “ arma perfetta contro i no vax”.
E' accaduto che questa minoranza si trovasse “ immediatamente sotto un assedio ormai benedetto dal Papa (…) insultata e perseguitata come non mai mai ” (p. 38).
“ I presunti no-vax (…) sono stati definiti egoisti, immorali, imbecilli, ignoranti, sorci da rinchiudere nelle loro tane, nemici della società, terroristi, persone da stanare ea cui rifiutare le cure e l'assistenza del sistema sanitario nazionale, e ancora, da tassare, licenziare, ostracizzare e di cui perfino auspicare una morte dolorosa e umiliante, liberatoria per la società e per chi, con il vaccino , ha compiuto il suo atto di amore .
Per questi soggetti perseguitati, umiliati e offesi non c'è stata nessuna parola di conforto da parte della chiesa, che semmai ha unto e consacrato i persecutori grazie all'innalzamento di quella opinione personale del Pontefice a verità etica universale.
Perfino molte diocesi e parrocchie hanno avviato politiche di discriminazione e umiliazione contro questi “criminali” (privi oltretutto di giusto processo) limitandone la partecipazione alle attività ecclesiastiche e perfino alle celebrazioni liturgiche .” (pag. 39)
Ma il secondo errore del papa (forse più grande ancora del primo) è stato, di fronte a tanta confusione ea tanto odio sociale venutisi a creare in seguito alle sue parole, quello di non essere prontamente intervenuto a favore degli oppressi, chiarendo, dall' alto del proprio magistero, cosa si dovrebbe correttamente intendere per “ vero amore ”.
E, con immensa amarezza, si domanda il filosofo cattolico Di Blasi,
“ Cristo non sta con chi è perseguitato e oppresso?
L'etica cristiana non sta nel ragionamento onesto delle persone di coscienza? "
*https://www.flipnews.org/index.php/life-styles-2/technology-5/item/3267-vaccino-come-atto-d-amore-epistemologia-della-scelta-etica-in-tempi -di-pandemia.html
Fulvio Di Blasi
VACCINO COME ATTO D'AMORE?
Epistemologia della scelta etica in tempi di pandemia.
FRONESI EDITORE - PALERMO
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