L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni.

PER FERRAGOSTO, REGALIAMOCI PENSIERI DI PACE!

By Roberto Fantini August 12, 2023 964
     Lev Tolstoj

Io, in qualità di uomo, non posso, né direttamente né indirettamente, né dirigendo, né aiutando, né incitando, partecipare alla guerra; non posso, non voglio e non lo farò.”

                                                                     Lev Tolstoj

 

All’inizio dello scorso secolo, Tolstoj, grande maestro di cultura della Pace e della Nonviolenza, di fronte ai conflitti del suo tempo e al dilagare frenetico di deliri nazionalistici e di aggressività imperialistica, si trovò a riscontrare, con grande amarezza, che i saggi insegnamenti filosofico-religiosi e gli appassionati messaggi etico-politici delle menti migliori del passato sembravano non aver lasciato alcunissima traccia sulla coscienza collettiva dell’umanità.

 A molti di noi, credo, sarà certamente capitato, con sconfinata facilità, di condividere tale amara e sconfortante considerazione.

Per cui, al fine di tentare di porre un argine all’avanzata della paralizzante sensazione di sfiducia nelle capacità evolutive del genere umano, penso possa risultare utile e rivitalizzante rituffarsi, almeno per qualche minuto, nel pensiero di alcuni intelletti che hanno cercato di metterci in guardia in merito alla follia della guerra e di offrirci anche preziosi suggerimenti in vista della costruzione di una pace vera e duratura.

Ed ecco, quindi, come dono per un fausto e proficuo Ferragosto di riflessione, una piccola antologia di parole di Luce, per non dimenticare che, se è pur vero che la strada da percorrere per espellere la guerra dal nostro comune destino è lunga e piena di incognite, molto dipenderà da quanti saremo a voler proseguire a percorrerla e molto ancora dipenderà dalla determinazione e dalla forza dei nostri passi.

 

  • E’ come se non fossero mai esistiti Voltaire, Montaigne, Pascal, Swift, Kant, Spinoza e centinaia di altri scrittori che hanno denunciato con fermezza l’insensatezza e l’inutilità della guerra, descrivendone la crudeltà, l’immoralità, la ferocia; e, soprattutto, è come se non fosse mai esistito Cristo e il suo predicare la fratellanza fra uomini, l’amore per questi e per Dio.

        Uno rammenta tutto questo e, guardandosi attorno, non  rimane più inorridito dagli orrori della guerra, ma da qualcosa che li supera tutti: la consapevolezza dell’impotenza della ragione umana.”                                                            LEV TOLSTOJ

 

  • Esiste qualcosa di più ridicolo del fatto che un uomo ha diritto di uccidermi perché vive dall’altra parte di un fiume e il suo sovrano è in lite con il mio, sebbene io non lo sia con lui?

                                                                   BLAISE PASCAL

  • La guerra forma persone che cessano di essere cittadini e diventano soldati. Le loro abitudini li separano dalla società, il loro principio è la fedeltà a un superiore. Nelle colonie si abituano al dispotismo, a raggiungere i loro obiettivi con la violenza e a calpestare i diritti e la felicità di chi gli sta attorno; traggono piacere principalmente dalle avventure estreme e dal pericolo. Sono contrari allo svolgere un lavoro pacifico.

        La guerra stessa produce altra guerra e la prolunga all’infinito.  Una nazione vittoriosa, inebriata dal successo, cerca di riportare nuove vittorie; una nazione ferita, irritata dalla sconfitta, si affretta a recuperare l’onore e le perdite subìte.

Le nazioni, incattivite dalle reciproche offese, si augurano l’un l’altra umiliazione e distruzione. Gioiscono quando malattie, fame, urgenze, sconfitte affliggono un Paese ostile.

L’uccisione di migliaia di persone, al posto della compassione, provoca in loro una gioia estatica: le luminarie riempiono le città e tutto il Paese festeggia.

In questo modo, il cuore dell’uomo s’indurisce, e le sue passioni peggiori vengono alimentate. L’uomo rinuncia alla solidarietà e all’umanità.”

                                                  WILLIAM ELLERY CHANNING

 

  • La guerra è più rispettata che mai. Un abile artista della guerra, un massacratore di genio, de Moltke (1848-1916, generale tedesco), rispose un giorno ai delegati della pace con queste strane parole: ‘La guerra è santa, un’istituzione divina, una delle leggi sacre del mondo; essa mantiene fra gli uomini tutti i grandi, nobili sentimenti, l’onore, il disinteresse, la virtù, il coraggio; li salva, in una parola, dal cadere nel più abominevole materialismo’.

        Dunque riunirsi in branchi di quattrocentomila uomini, camminare senza riposo, giorno e notte, non pensare a niente, non studiare niente, non imparare niente, non leggere niente, non essere utile a nessuno, marcire nel sudiciume, dormire nella sporcizia, vivere come bestie in un perenne istupidimento, saccheggiare città, incendiare villaggi, distruggere popoli, poi imbattersi in un alto mucchio di carne umana, saltargli addosso, versare fiumi di sangue, ricoprire i campi di carne lacerata e mucchi di cadaveri, venire mutilati e devastati senza utilità per nessuno, e infine spirare in un angolo del campo avversario, mentre i genitori, la moglie e i figli muoiono di fame: ecco ciò che chiamano non cadere nel più abominevole materialismo!

                                                    GUY DE  MAUPASSANT

 

  • Gli abitanti del pianeta Terra versano ancora in un tale stato di follia, irrazionalità, stupidità, che ogni giorno, sui giornali dei paesi civilizzati, si legge di discussioni sulle relazioni diplomatiche dei capi di Stato allo scopo di allearsi contro un presunto nemico, e della preparazione di guerre, per cui le nazioni permettono ai loro capi di disporre di loro come fossero bestiame mandato al macello, come se non sospettassero che ogni vita umana è proprietà personale.

       Gli abitanti di questo strano pianeta vengono tutti istruiti a credere che esistano nazioni, confini e vessilli, e tutti hanno una coscienza così labile dell’umanità, per cui questo sentimento scompare completamente di fronte alla nozione di patria …”

                                                     CAMILLE FLAMMARION

 

  • Noi non vediamo e non udiamo coloro che soffrono: tutto ciò che è spaventoso si svolge dietro le quinte. Tutto sembra calmo, appare piacevole; protestano solo le silenziose statistiche: tanti uomini divenuti pazzi, tanti esseri rovinati dalla vodka, tanti fanciulli morti di fame … E questa situazione sembra necessaria; apparentemente l’uomo felice sta bene soltanto perché gli sventurati sopportano in silenzio il loro fardello; senza questo silenzio, la felicità sarebbe impossibile. E’ un’ipnosi generale. Bisognerebbe che dietro la porta di ciascun uomo soddisfatto e felice ci fosse qualcuno armato di un piccolo martello, i cui colpi gli ricordassero incessantemente che esistono gli sventurati e che, benché egli sia felice, anche per lui la vita presto o tardi tirerà fuori i suoi artigli; la disgrazia si abbatterà su di lui, conoscerà la malattia, la povertà, il lutto, e nessuno lo vedrà, nessuno lo sentirà, come lui stesso attualmente non sente e non vede nessuno.

                                                                      ANTON CECOV

  • Ricordo Einstein che in risposta ai tentativi di “umanizzare” la guerra disse: “La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire”.

        Questa grande verità va ribadita continuamente: che queste parole si imprimano nelle nostre menti, che si diffondano ad altri, fino a diventare un mantra ripetuto in tutto il mondo, che il loro suono si faccia assordante e infine sommerga il rumore dei fucili, dei razzi e degli aerei.”

                                                                        HOWARD ZINN

 

  • La strada di ogni marcia per la pace e la nonviolenza sia la strada di tutti, la strada maestra da condividere fin nelle sue innumerevoli, possibili diramazioni; sia la strada della comprensione reciproca e di quell’aggiunta che dal semplice buon senso e dalla mera tolleranza ci fa arrivare finalmente all’inclusione e alla valorizzazione dell’altro nella sua autonomia; sia, in ultima istanza, la strada di una sempre rinnovata fiducia nella capacità trasformativa di ogni uomo e di ogni donna.

                                                             ALDO CAPITINI

 

  • La pace è un principio pratico di umanità e di organizzazione sociale che si fonda sulla stessa natura dell’uomo. Essa non lo sottomette, ma lo esalta; non lo umilia, ma lo fa
         MARIA MONTESSORI
    cosciente del proprio potere sull’universo. E poiché si fonda sulla natura dell’uomo, è un principio unico e universale, comune a tutti gli uomini.

        Questo principio deve condurre a realizzare la scienza della pace e l’educazione degli uomini per la pace.”

                                                          MARIA MONTESSORI

 

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Last modified on Saturday, 12 August 2023 23:16
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