L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Molte manifestazioni si organizzano nell’imminenza del Natale. La ricorrenza ha un significato profondo, va a scavare nei nostri sentimenti, nel nostro sentire interiore. E’ un’occasione per donare ai più deboli, ai più bisognosi e a chi soffre e ai disabili quell’amore cui fa riferimento la festività. Un’iniziativa interessante e di grande spessore per questi ultimi si è svolta a Roma, in uno dei quartieri dove più è sentita l’emarginazione ed il disaggio sociale, i quartieri del Trullo e della Magliana. L’associazione si chiama “La lampada dei desideri” e Paola Fanzini ne è il presidente. Il centro si rivolge a questi ultimi per dar loro quella dignità che meritano. Dopo la scuola non c’è nulla, soprattutto per i disabili - dice il presidente - e il suo centro vuole dare agli svantaggiati la possibilità di socializzare, divertirsi, dare anche lavorare a dei progetti; c’è la piscina, la banda musicale, la c.d. banda della Magliana, questa volta con fini più nobili, si scrivono favole per bambini per poi pubblicarle e venderle, insomma un centro di energia positiva che alle volte la società nega ai più deboli. Ovviamente si organizzano anche eventi e, per questo Natale, i frequentatori del centro sono stati protagonisti al teatro San Raffaele del Trullo di uno spettacolo di tutto rispetto e che si legge con il cuore. Dopo l’apporto prestigioso del coro gospel Exafonix, La Banda della Magliana, guidata da Luca Perrone, si è esibita con 4 pezzi, a seguire poi Jessica che ha ballato sulle note di “Lacrime di piombo”, e ancora Tiziana Scrocca con la sua improvvisazione con i ragazzi, e Francesca Astrei con un monologo, tutti applauditissimi. Ma, a parte questi attimi di gioia pura donata dai protagonisti, una menzione speciale maritano tutti quei ragazzi che, come il messaggio del Natale insegna, sono tornati ad apprezzare la vita e a rinascere in questa dopo tanta oscurità e sofferenza cui la droga li aveva legati. Massimo Tomaselli, responsabile di una cooperativa per il recupero dei tossicodipendenti, e che ha diretto lo spettacolo, ci mostra un foglio con delle righe scritte da un utente di una comunità di recupero dalle dipendenze, e poi continua “Cosa c’è di così strano? tutti possono scrivere qualcosa… lui no!… lui 5 mesi fa fino agli ultimi giorni di ottobre era incarcerato in se stesso, la sua parola scritta e vocalizzata era soffocata dalla paura di non poter organizzare un discorso poiché proprio quel discorso che collega all’Altro era negato dalla sofferenza, da tantissimi anni di depressione grave e di dipendenza dalla cocaina…. la cocaina parlava per lui.
In seduta lui mi ha letto ciò che è riuscito a scrivere dopo anni e lo ha letto meravigliandosi, parola dopo parola… come se non le avesse scritte lui. Mentre leggeva, il suo viso esprimeva le rughe adolescenziali della meraviglia e delle emozioni che erano come lacrime liberatorie. Un momento catartico… di quelli che capitano raramente. La Comunità lo ha aiutato a liberare le emozioni ed in terapia….. ha liberato la parola!
Bravo !!!”
ll tossicodipendente perde tutto… amicizia, lavoro, emozioni, famiglia, ma proprio tutto….. alla “Lampada dei desideri” scoprono chi vogliono essere. Vengono aiutati a costruire la loro identità, a sviluppare l’empatia e a sentirsi parte di un gruppo.
Capita che gli altri, anche senza alcuna intenzione malevola, gli sottraggano, gli neghino il proprio essere, il loro esserci al mondo, o parte di esso.
Questo li fa soffrire (a volte impazzire), perché in fondo aspirano ad esistere in una loro, nella loro autenticità, che non sempre piace agli altri.
A volte questa sottrazione, questo non riconoscimento è talmente pesante che rischiano di perdersi, di perdere la loro preziosa, unica identità.
Il tipo di programma che gli si propone non ha lo scopo di farli vincere sugli altri, o in ogni caso di farli vincere secondo le regole (sociali) dominanti. Ha lo scopo di accompagnarli nel viaggio alla scoperta, o alla riscoperta di loro stessi, nella loro autenticità, anche se può far paura, o essere scomoda per qualcuno.
E un viaggio anche nel dolore; il dolore per quello che è stato tolto, e anche perché può darsi che amiamo chi ci ha negato il riconoscimento della nostra identità, e perché può darsi pure che comprendiamo, oltre che il nostro, anche il dolore e la paura dell'altro (dei genitori, per esempio).
È un viaggio in cui siamo semplicemente in compagnia di chi il percorso lo conosce già; è una persona che non intende sostituirsi a noi, o dare a noi i suoi valori, la sua visione del mondo, i suoi contenuti.
È un programma del rispetto totale per la propria identità, per fragile e spaventata che sia.
È un programma di rispetto per la nostra paura e per le nostre difese, perché le difese sono sacrosante per tutto il tempo in cui sentiamo di averne bisogno.
È un programma che aiuta a sentire colui (colei) che aveva smesso di sentire, che si era rifugiato in un angolo piccolo e nascosto di sé stesso, perché quell'angolo era l'unico e l'ultimo spazio che rimaneva alla sua identità.
Nessuno - in questo programma - vuole distruggerti quell'angolo, o tirarti fuori sulla base di una valutazione. Sei tu a decidere se puoi uscire da quell'angolo e andare attraverso spazi più ariosi. E in ogni caso ci resti per tutto il tempo che tu senti come necessario, perché quell'angolo, per soffocante e alienato che sia, è la tua vita, con le sue ragioni.
Per questo è un programma che non accelera i tempi, ma che sta in sintonia con il tuo ritmo. Nessuna forzatura interpretativa, né di sogni né di altro, nessuna analisi, nessun consiglio, nessuna promessa, soltanto il silenzio per poter ascoltare meglio la voce (a volte debolissima) che viene da te.
Nessuna pretesa di cambiare il mondo, soltanto l'aiuto perché tu possa trovare, passo dopo passo, ciò che tu sei, e portare con te anche il tuo carico di passato.