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UNO DEGLI ULTIMI POPOLI “INCONTATTATI” RISCHIA LO STERMINIO: IL CASO DEGLI SHOMPEN

By Roberto Fantini February 08, 2024 567

L’isola indiana di Gran Nicobar* potrebbe presto diventare una sorta di “Hong Kong dell’India”, con un enorme porto, un aeroporto internazionale, una base militare ed una vasta zona  industriale. Un simile “mega-progetto” di sviluppo, dall’entità di nove miliardi di dollari,  comporterebbe la distruzione di ampie distese di foresta pluviale (attualmente il 95% del territorio) e verrebbe a mettere in serissimo pericolo la sopravvivenza di alcune centinaia di indigeni Shompen, uno dei popoli più isolati del pianeta.

Il “Great Nicobar Development Plan” dovrebbe arrivare ad occupare almeno un terzo dell’isola (di cui metà all’interno della riserva indigena) e comportare l’insediamento pianificato di ben 650.000 coloni.

 Verrebbero ad essere devastati, in tal modo, i territori meridionali di caccia e raccolta, quattro insediamenti Shompen e, soprattutto, verrebbe irreparabilmente rovinato l’intero sistema fluviale.

Il progetto, inoltre, andrebbe ad aumentare vertiginosamente il rischio di esposizione a tutta una serie di malattie verso cui gli indigeni sono del tutto privi di difese immunitarie. Come tutti i popoli “incontattati”,  infatti, gli Shompen risultano estremamente vulnerabili nei confronti di agenti patogeni che potrebbero condurli rapidamente allo sterminio.

“Se il progetto andasse avanti, anche in forma più ridotta - hanno affermato esperti provenienti da istituzioni accademiche di ben tredici paesi - crediamo sarebbe una condanna a morte per gli Shompen, equivalente al crimine internazionale di genocidio”.

E trentanove studiosi internazionali di genocidio si sono rivolti al governo indiano per denunciare gli aspetti allarmanti insiti nel progetto.

Survival International ha intrapreso una campagna che mira all’archiviazione del progetto e al riconoscimento agli Shompen dei pieni diritti di proprietà territoriale sulle terre su cui vivono da millenni.

Per saperne di più e/o per sostenere la causa dei diritti umani delle popolazioni indigene:

https://www.survival.it/cosafacciamo

 

 

NOTE

*”Un'isola come nessun'altra

Per secoli, gran parte degli Shompen ha rifiutato ogni tipo di contatto con gli esterni e questo li ha protetti dalle tragiche conseguenze del contatto, subite invece dalla maggior parte degli altri popoli delle isole Andamane e Nicobare.

Per migliaia di anni gli Shompen hanno vissuto, protetto e alimentato le straordinarie foreste di Gran Nicobar, nella parte orientale dell’Oceano Indiano. Gli Shompen sono cacciatori-raccoglitori nomadi e vivono in piccoli gruppi, in territori delimitati dai fiumi che attraversano la foresta pluviale. Costruiscono generalmente accampamenti temporanei nella foresta, in cui vivono per qualche settimana o qualche mese prima di spostarsi di nuovo.

Raccolgono una grande varietà di piante, ma il loro alimento principale è il frutto del pandano, che chiamano larop. Come altri cacciatori-raccoglitori, gli Shompen hanno una profonda conoscenza della loro foresta e utilizzano la flora dell’isola in moltissimi modi. Dal Canarium strictum bianco, per esempio, ricavano incensi, un repellente per gli insetti e persino gomme da masticare.

Gli Shompen cacciano tutto l’anno e scimmie, maiali, lucertole e coccodrilli costituiscono una parte importante della loro dieta. Hanno anche piccoli orti in cui coltivano, tra le altre cose, tapioca, limoni, peperoncini e betel (Piper betle).

L’isola di Gran Nicobar, loro dimora sacra, è piccola ma ricca di biodiversità endemica. La foresta pluviale copre circa il 95% dell’isola, in cui vivono 11 specie di mammiferi, 32 specie di uccelli, 7 specie di rettili e 4 di anfibi che si trovano solo lì. Un luogo unico in cui varani e coccodrilli condividono la foresta con macachi e toporagni, e dove le tartarughe giganti condividono le coste con dugonghi e delfini.”

Fonte: www.survival.it

**https://www.survival.it/chisiamo

 

 

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Last modified on Thursday, 08 February 2024 23:10
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