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Biografia non autorizzata di Mario Draghi (ottava parte)

By Marco Sarli September 04, 2024 102

 

Proprio mentre stiamo passando dai sinistri scricchiolii del sistema finanziario globale che ho segnalato in un mio articolo del giugno 2023 e che ora si stanno manifestando sempre più nelle avvisaglie di una nuova Tempesta Perfetta, è utile ripercorrere fasi e modalità della crisi finanziaria avviatasi nell'estate del 2007, pienamente deflagrata nel corso del terribile 2008 e che poi ha lasciato pesanti strascichi negli anni successivi.

Quella che è stata definita la crisi dei mutui subprime è in realtà un fenomeno più vasto favorito dalla quasi totale assenza di regole del mercato globale dovuta alla selvaggia deregulation dell'era Clinton, un fenomeno che, unito ad una globalizzazione altrettanto senza regole chiare e certe ha permesso che le ondate della Tempesta Perfetta investissero in pieno navi e navigli della finanza più o meno globale con conseguenze che prescindevano del tutto o in parte dalle dimensioni dei soggetti coinvolti.

Come dicevo nella precedente puntata, alla base del fenomeno non vi erano tanto i prodotti escogitati dagli apprendisti stregoni delle Investment Bank o dalle divisioni CIB delle banche più o meno globali, quanto l'abbandono di quello che è quasi un presupposto dell'attività creditizia e che consiste nella attenta valutazione del merito del richiedente una qualsivoglia forma di finanziamento ed è esattamente quello che è accaduto quando l'erogazione di mutui e finanziamenti collegati al credito al consumo sono state di fatto appaltate dalle banche a società finanziarie che concedevano mutui e prestiti non guardando troppo per il sottile tanto i destinatari finali di questi mutui e finanziamenti sarebbero stati acquisiti dalle banche di ogni ordine e grado previa trasformazione degli stessi in pacchetti che, grazie all'aggiunta di un po' di Treasury bond avrebbero ricevuto la tripla A dalle molto compiacenti agenzie di rating.

Sembrava un meccanismo perfetto e numerose sono le evidenze che queste stesse finanziarie sollecitassero i futuri mutuatari con contatti di vario tipo e che spingevano quelli che allora erano affittuari ad impegnarsi per un mutuo che spesso aveva lo stesso importo dell'affitto che stavano pagando in precedenza.

Questa sottovalutazione del rischio era mitigata da clausole contrattuali che impegnavano le suddette finanziarie a riprendere in carico i mutui in presenza di un predeterminato livello di default.

Come spesso accade il diavolo si nasconde appunto nei dettagli e così accadde che in un giorno di settembre del 2007 la quasi totalità delle finanziarie a stelle e strisce fecero simultaneamente ricorso alla protezione del Chapter 13 della legge fallimentare statunitense e ciò impedì alle banche di rivalersi sulle stesse finanziarie anche se va detto che il fenomeno aveva raggiunto dimensioni tali che tale travaso sarebbe stato del tutto impossibile.

La contromossa delle banche a stelle e strisce peggiorò le cose perché, a differenza di quelle britanniche che, grazie anche alla pressione di Governo e banca centrale acconsentirono di riprendersi le case trasformando gli ormai ex proprietari in affittuari, si affrettarono a mettere all'asta le case dei moltissimi che non riuscivano più a tenere fede agli impegni presi, determinando un crollo verticale dei prezzi delle abitazioni.

E' illuminante il caso di Newark, località molto ambita per la relativa vicinanza dalla metropoli statunitense che divenne a seguito delle procedure esecutive delle banche un vero e proprio deserto.

Non voglio con questo esaurire il discorso sui problemi perché, oltre ai subprime e i finanziamenti per il credito al consumo (e non sottovalutando l'enorme impatto delle micidiali carte di credito revolving) vi era stata una proliferazione di titoli tossici questi sì dovuti alle alchimie dei sovramenzionati apprendisti stregoni di Investment Bank e di fabbriche prodotto delle divisioni di Corporate &Investment Banking delle banche più o meno globali.

A tutto questo si aggiunga che nel diritto statutinitense esiste la fattispecie del fallimento delle persone fisiche e che lo stesso toccò in sorte in quella dramma ad un numero sterminato di persone, creando peraltro le basi per quel sentimento di rabbia che nel 2016 ha avuto grande parte nell'elezione a Presidente degli Stati Uniti d'America di un politico altrimenti improbabile come Donald Trump.

Credo che siano pochi quelli che hanno dimenticato le drammatiche scene degli assalti agli sportelli della britannica Northern Rock, motivati da qualcosa di più serio che la bella favoletta narrata in Mary Poppins della bambina che chiede indietro al presidente della banca i suoi due pence.

Al crollo immobiliare, sempre negli States, fece seguito quello delle auto più o meno di lusso, con auto del valore di decine di migliaia di dollari che si vendevano ad un quarto se non ad un quinto del valore.

Pur disponendo come Segretario al Tesoro di una vecchia volpe come Hank Paulson che le magagne strutturali del sistema finanziario a stelle e strisce e di quello globale, il presidente Bush lasciò che le cose seguissero il loro corso, mandando in soffitta l'antico adagio del Too Big to Fail con il clamoroso e devastante fallimento di Lehman Brothers, vero e proprio agnello sacrificale in omaggio alla teoria del laissez faire e fu solo con l'avvento di Obama e il quasi contestuale licenziamento di Paulson che si aprì la strada a quella che forse era l'unica via di salvezza possibile, aprendo presso le varie sedi della Fed enormi "discariche" per decine di migliaia di miliardi di titoli più o meno tossici, con l'impegno delle banche a restituire appena possibile quanto ricevuto.

Molto diversa è la posizione di Mario Draghi che, come ho sottolineato più volte, oltre ad essere il Governatore della Banca d'Italia era anche il presidente della commissione istituita tra le banche centrali per riscrivere le regole del mercato finanziario globale ed è in questa veste che indice una riunione a porte chiuse in un noto albergo di Manhattan con tutti i banchieri globali e anche se non esistono verbali del suo discorso i giornalisti in attesa all'esterno raccontarono di un clima post riunione tutt'altro che allegro.

(segue)

 

 

 

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