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Da un tragico incidente tante altre storie si intrecciano tra loro e ne esce un romanzo carico di emozioni che porta il lettore a confrontarsi con la vita e la morte.
Daniela Ippoliti inizia il suo percorso letterario con un romanzo intenso e davvero profondo per le tematiche che affronta. “Il giardino di Mattia” edito da Bibliotheka Edizioni parte da un avvenimento doloroso: un giovane ragazzo muore in un incidente stradale e gli amici rimangono sconvolti. Purtroppo è un fatto che accade di frequente sulle strade e che coinvolge molti ragazzi. La scrittura dell’autrice però non si ferma all’aspetto tragico con la scomparsa del protagonista, ma cerca di trovare un senso che porti ad una sorta di positività che si rinnova in altre cose. Così in un giardino, luogo dell’impatto, prendono forma incontri e storie che parlano di speranza, di nuova luce. La vita e la morte vengono messe a confronto con uno stile semplice, adatto alle corde di chi vuole cercare di capire meglio cosa significa esistere in quel transito che è l’esperienza terrena. La Ippoliti ci conduce in un viaggio di costante riflessione, dove il pensiero diventa strumento indispensabile per scendere nelle fragilità umane prendendo consapevolezza di quanto sia complessa e misteriosa l’esistenza.
Daniela Ippoliti, che cosa rappresenta per lei la scrittura?
“La scrittura per me è il metodo più naturale ed istintivo per esprimere emozioni. Quando leggo mi immergo nella lettura e, soprattutto se ciò che leggo mi piace molto, non mi sento mai sola. Scrivere è ancora più rilassante, divertente e coinvolgente di leggere. Si può scoprire molto della personalità di un individuo in base a quello che scrive, anche solo fosse il verbale di una riunione di condominio!”
Come è nata l’idea del romanzo ‘Il giardino di Mattia’?
“L’idea è nata dopo un incidente in cui è rimasto coinvolto un giovane ragazzo con il suo scooter. Il tragico fatto è avvenuto vicino casa mia. Ogni giorno passavo accanto al giardinetto…e da lì è partito tutto”.
La vita e la morte, lei come le considera?
“Considero la vita come un viaggio per il quale ci hanno regalato il biglietto di andata e di ritorno. Quello che succederà durante il viaggio, chi saranno gli altri viaggiatori lo vedremo strada facendo e se è vero che molte delle cose che ci capiteranno dipenderà dalle nostre scelte, le tappe del tour non dipendono solo da noi. Alla fine del viaggio si torna a casa, quella da cui proveniamo, dove rincontreremo chi ci ha preceduto e potremo stare di nuovo insieme. Questa è la morte”.
Oriana Fallaci scrisse: “La vita è un arcobaleno inesauribile di colori, un concerto interminabile di rumori, un caos fantasmagorico di voci e di volti”. Perché ha scelto questa citazione?
“Ho scelto questa frase primo perché adoro la Fallaci, di cui ho letto praticamente tutto o quasi, e poi perché riassume in poche parole ciò che penso dell’esistenza, ossia che la storia di ciascuno di noi
Daniela Ippoliti |
è legata a quella di tanti altri ‘viaggiatori’.
Da un tragico evento parte l’intreccio narrativo che si apre ad una serie di storie. Come è riuscita a strutturare e a sviluppare la trama?
“Ho immaginato la trama del libro come fosse un grande disegno in cui al centro c’era la morte di Mattia e tutto intorno tanti altri individui la cui vita, in un modo o nell’altro, veniva influenzata dall’incidente del ragazzo”.
E’ stato facile trovare l’incipit per questa sua prima esperienza editoriale?
“Credo che chi scrive lo faccia per essere letto da qualcuno, a meno che non si scriva un diario personale, specialmente se si crede in quello che stiamo scrivendo. Per questo, una volta terminato il lavoro, e dopo aver ascoltato il parere di parenti ed amici che lo hanno letto, ho cercato una casa editrice che lo pubblicasse. E alla fine sono approdata a Bibliotheka Edizioni.
Perché un lettore dovrebbe acquistare il suo romanzo? Secondo lei, cosa lo rende interessante rispetto ai titoli che ci sono in libreria?
“Penso sia una lettura piacevole, scorrevole e che in modo semplice e diretto dice che l’aiuto che ci serve può arrivare da ogni direzione, anche la più impensabile.”
Qual è il primo romanzo che ricorda di aver letto?
“E’ stato ‘Piccole donne’ di Luisa May Alcott. Avevo 6 anni”.
L’autrice
Daniela Ippoliti è nata a Roma nel 1964, dove vive attualmente insieme a suo figlio. Laureata in medicina e chirurgia presso l'Università di Roma La Sapienza e specializzata in dermatologia, lavora da molti anni presso un famoso istituto dermatologico della capitale. “Il giardino di Mattia” è il suo primo romanzo.
Il giardino di Mattia
di Daniela Ippoliti, Bibliotheka Edizioni
pagg. 160, 11 euro
Michela Zanarella