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FRANCESCA SERRA - Le donne aprono il cielo. Sulle tracce di Ildegarda di Bingen

By Silvia Pietrovanni March 25, 2018 9860

“Questo libro nasce come una lunga lettera d'amore” afferma l'autrice nella prefazione, una lettera d'amore verso Ildegarda ma ancor di più verso il potere di trasformazione declinato al femminile.
Parola chiave attorno a cui ruota il pensiero di Ildegarda è la viriditas, termine mutuato dalla botanica, è la forza che si cela nella pianta prima di diventare verde, “la viriditas è movimento, è parola, è sangue del sangue delle nostre madri e delle nostre nonne ”; è alla viriditas che dobbiamo e possiamo attingere per ritrovare la creatività e la guarigione.
Una verità verde, germogliante, desiderante, che troppo spesso viene soffocata da una orizzontalità narcisistica, da una “trama del pensiero unico” che appiattisce piuttosto che elogiare alla differenza: “abbiamo voltato le spalle al bosco per non sporcare un paio di scarpe nuove e stringate”.
Se si voltano le spalle alla viriditas ben presto busserà alla porta il sintomo, il “male a dire”, la malattia. Ma la stessa malattia può rivelarsi segno iniziatico, apertura di una via di conoscenza. Ildegarda, infatti, è ricordata anche per i suoi trattati di erboristeria e alimentazione, nei suoi trattati c'è un'attenzione alla cura nei suoi molteplici aspetti, un percorso di guarigione e consapevolezza indirizzato alla ricerca della causa primaria, anticipando le scoperte della psicosomatica.

Il libro tratteggia con affetto la figura di Ildegarda sin dalla giovinezza, ma amplia i resoconti con accostamenti unici e contemporanei: interessanti gli appunti sull'infanzia che spaziano da Dolto, alla pedagogia nera, passando per i costumi degli aborigeni australiani.

Nella ricerca del proprio “daimon” dobbiamo fare i conti anche con gli antenati,con il sistema familiare, con i nodi da sciogliere “mettendo in atto” i conflitti, così come accade nelle costellazioni familiari.

La scrittura per Ildegarda è autocoscienza, accesso ai propri mondi interiori e all'indicibile, la scrittura si fa alchimia , rito, “liturgia femminile di redenzione”. Oltre all'inchiostro, la liturgia femminile comprende l'erborizzazione, la raccolta delle piante curative, e Ildegarda usciva scalza per unire raccolta e preghiera.
“La scrittura e la pratica erboristica si nutrono degli stessi processi investigativi e immaginativi della composizione musicale e pittorica”: comporre una tisana è un atto di devozione personalizzato. Ma non solo dalle piante Ildegarda raccoglieva la forza vitale, nei suoi medicamenti erano compresi anche i minerali, i cristalli.

“Sibilla del Reno” così viene definita Ildegarda: ricerche etnologiche confermano una linea (anche geografica) che unisce i culti della Sibilla in Italia a quelli della Vergine: un inserto interessante che l'autrice indaga e amplia connettendosi al potere taumaturgico della parola che salva, quando viene tirata fuori dalle profondità :“parlare, pregare, sibilare i salmi significa dunque aprire le porte e le vie”, e Ildegarda si fa sibilla di se stessa.

“Aprire il cielo” richiama l'opera delle “segnatrici” galiziane, donne del popolo capaci di guarire attraverso gesti e invocazioni antiche dette appunto “aberturas”.

Un libro che sa accarezzarti come una poesia, ma anche scuoterti come una favola antica, e quando si chiude l'ultima pagina, si ha la consapevolezza che ogni passo futuro sia verso la viriditas, la forza che fa germogliare.

FRANCESCA SERRA
Le donne aprono il cielo
Sulle tracce di Ildegarda di Bingen
San Paolo 2018

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Last modified on Saturday, 24 March 2018 21:03
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