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Ogni vita è un’avventura. Sia quella tranquilla, vissuta dalla gran parte di noi costellata di piccoli e (all’apparenza) innocui accadimenti, sia quella tumultuosa dei pochi che ne cavalcano i giorni al ritmo sincopato del proprio (sballato?) codice esistenziale.
Metti, ad esempio, Albino Buticchi. Un uomo prototipo di un’ epoca che ha rappresentato – nel bene e nel male - la forte, caparbia, irriducibile voglia di vincere, di piegare la vita alla propria volontà che ha caratterizzato l’essere dei molti italiani che uscivano – negli anni Quaranta/Cinquanta - dalle tremende esperienze e dalla miseria assoluta vissuta nei lunghi anni di guerra.
“Prendi la vita per il bavero” è stata la regola di Albino Buticchi. Oggi il figlio Marco, autore di successo di grandi libri d’avventura, ne racconta i giorni, gli anni, le grandi “avventure” in un libro che travolge il lettore trascinandolo - ancora una volta - nel sapiente gorgo che lo scrittore spezzino sa sempre creare nei suoi romanzi. Ma questa volta è diverso : non è un romanzo, ma una vita vissuta, intensamente e spavaldamente, un fantastico intarsio inserito in un pezzo di Storia italiana.
Quasi timoroso, permeato di affetto filiale, il pensiero di Marco : “ Seduto di fronte all’esistenza di mio padre, densa di avventure come un romanzo, cerco il coraggio di raccontarla.”
“Casa di Mare” (edizioni Longanesi,300 pagine, euro 18.60 -) si apre con una pagina che è un forte pugno nello stomaco : il dettagliato racconto dell’ultimo e più tremendo tentativo di suicidio di Albino Buticchi nello splendore della sua grande villa di Lerici.. Un colpo di pistola alla tempia che lo renderà cieco per il resto dei suoi giorni. Altre volte nel corso della sua tumultuosa vita, carica di grandi successi e dolorose cadute. di grandi amori e di dolorosi rancori, Albino aveva tentato di “farla finita”. Per fortuna sempre senza gravi conseguenze, ma che questa volta furono disastrose.
Albino Buticchi, nato “dignitosamente povero” seppe combattere la vita giorno dopo giorno riuscendo a conquistarsi grandi successi e un posto di primo piano nel panorama dell’alta società del tempo. Una vita costellata di grandi passioni : la velocità (fu pilota di fama di auto da corsa per Alfa Romeo, Ferrari, ecc.), per il calcio che, appena quarantenne, lo vide favoloso presidente del Milan, ma anche la disastrosa schiavitù per il gioco d’azzardo che lo fece perdere autentiche fortune e fu la causa principale del suo ultimo tentativo di suicidio.
Non aveva frequentato grandi scuole, Albino Buticchi, si era fermato alla seconda elementare. Era tempo di guerra, e non c’era voglia, denaro né spirito di pensare ... alla laurea. Eppure seppe imparare – straordinario autodidatta - tutto quanto serviva per fare della sua vita un fantastico affresco. Dure esperienze di guerra con nazisti e fascisti, fughe disastrose nella Legione Straniera, contrabbandiere di prodotti petroliferi subito dopo la guerra. Un prologo alla sua ascesa vertiginosa, sociale ed economica, proprio nel settore petrolifero che segnò e accompagnò i suoi grandi successi.
Una vita all’insegna degli eccessi, positivi e negativi, vista attraverso gli occhi di un figlio-scrittore che racconta di un padre, icona di un’epoca in cui persone come lui contribuirono a “rifare l’Italia quando dell’Italia restavano solo macerie”.
”Casa di Mare” – Marco Buticchi –edizioni Longanesi -300 pag. - euro 18.60)