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È denso di impegni il maggio dei Musei Vaticani, si susseguono a raffica presentazioni di eventi, di pubblicazioni e di restauri.
Sei milioni di visitatori all’anno marciano verso la Cappella Sistina attraverso il percorso obbligato delle Gallerie. Circa trecento metri la distanza da coprire suddivisa in tre parti: Galleria dei Candelabri, Galleria degli Arazzi e Galleria delle Carte Geografiche. La prima e l’ultima, sono state oggetto di restauro, che ha riguardato, in particolare, le superfici dipinte.
La Galleria delle Carte Geografiche è quella che attira maggiormente la meraviglia dei turisti, coinvolti in un turbinio di colori, fra tutti, sovrasta il blu profondo dei mari e poi gli stucchi e le grottesche sulla volta.
É Gregorio XIII Boncompagni, il papa che ha introdotto il calendario gregoriano nel 1582 e che ha fondato l’osservatorio astronomico del Vaticano, ad aver commissionato la decorazione della Galleria. Era l’epoca delle scoperte geografiche che avevano determinato anche la moda di decorare con le carte le dimore gentilizie.
La progettazione viene affidata al cartografo, domenicano, perugino, Egnazio Danti, mentre l’esecuzione, tra il 1580 e il 1581, spetta ad un gruppo di pittori manieristi tra i quali l’orvietano Cesare Nebbia e il bresciano Girolamo Muziano, protagonisti della storia della pittura, profondamente trasformata, dai dettami del Concilio di Trento e paesaggisti fiamminghi come Paul Bril.
A lato della porta di entrata, la memoria della Battaglia di Lepanto vinta da Marcantonio Colonna nel 1571 contro la flotta turca, a seguire, sulla sinistra, la carta dedicata alla città papale di Avignone, quindi si entra in Italia. La si percorre tutta, da sud a nord, costeggiando sulla sinistra le coste tirreniche, mentre sulla destra quelle adriatiche. Alla fine l’Italia intera, antica a destra, nuova a sinistra, guardando la porta d’uscita, circondata dalle quattro città portuali più importanti: a destra Venezia, con piazza S. Marco in evidenza ed Ancona, a sinistra Genova e Civitavecchia.
Carta raffigurante l'Italia Antiqua |
Diverse sono le curiosità, le più macroscopiche sono l’inversione dell’orientamento sud-nord di alcune carte e la presenza della Corsica, non ancora francese. Nelle carte sono riportate le scale metriche e sono segnate le città e i paesi più importanti, illustrati in dettaglio in riquadri interni che mostrano le mappe topografiche. Dei cartigli spiegano gli episodi storici salienti che vi sono riportati, ad esempio la battaglia tra Annibale e l’esercito romano presso il lago Trasimeno nel III secolo a.C.
Il restauro ha riguardato la pittura, realizzata sia con la tecnica ad affresco sia a secco, soprattutto per quanto riguarda i particolari, per le dorature è stata usata la tecnica a missione. La decorazione è stata restaurata più volte, a partire già poco tempo dopo l’esecuzione, probabilmente, proprio la velocità di quest’ultima, ha determinato i problemi di adesione che hanno reso necessari i diversi restauri.
Le indagini diagnostiche hanno portato all’identificazione dei pigmenti e anche dell’adesivo/consolidante funori, un polisaccaride estratto dall’alga rossa Gloiopeltis furcata presente nell’Oceano Pacifico, estremamente costoso. Per questo il Laboratorio di Diagnostica per la Conservazione e il Restauro dei Musei Vaticani ha messo a punto un sistema di estrazione e purificazione per contenere la spesa.
La Galleria dei Candelabri, invece, deve il suo nome alle coppie di candelabri marmorei, ai lati di ogni arco, che suddivide in sezioni il corridoio. Lo spazio è fittamente stipato di sculture, sarcofagi, vasi e urne di marmo, che offrono esempi di tutti i diversi tipi di questo materiale. Le opere fanno parte del Museo Pio Clementino, una delle grandi collezioni di arte antica dei Musei Vaticani. Il restauro ha riguardato la decorazione pittorica della volta, realizzata alla fine del XIX secolo per volere di Leone XIII, autore nel 1891 dell’enciclica Rerum Novarum, fondamento teorico della dottrina sociale cattolica.
Lo stemma del papa affiancato dalle personificazioni delle virtù Fortezza e Prudenza, campeggia sulla volta all’ingresso, nella sezione successiva sono raffigurate tutte le arti benedette dalla Religione, compresa la moderna fotografia, rappresentata da una vecchia macchina, che ha l’aspetto di una scatola con un obiettivo. Una delle due scene laterali, ricorda l’ingresso nelle collezioni papali del grande dipinto che celebra la vittoria del re polacco Giovanni III Sobieski sull’armata turca a Vienna nel 1683, esposto in una delle sale dell’ex appartamento di S. Pio V a cui ha dato il nome. Dopo le arti è l’allegoria della storia protagonista nella sezione seguente. Poi è ricordata la monumentale e onnicomprensiva opera speculativa di S. Tommaso d’Aquino. La penultima campata è decorata con scene più piccole a monocromo, mentre nell’ultima, con motivi decorativi, si trova il busto del papa, affiancato dalle personificazioni di Teologia e Poesia.
Gli autori sono il perugino Annibale Angelini, il romano di padre bavarese Ludovico Seitz e il Romano Torti. Angelini, oltre che pittore è anche scenografo, restauratore e decoratore, allievo del pittore romantico Tommaso Minardi, ha lavorato per le famiglie nobili, a Roma restano sue testimonianze anche al Palazzo del Quirinale, e alcune “miniature” nella cupola di S. Pietro in Vaticano, ha insegnato prospettiva presso l’Accademia di S. Luca. Seitz, figlio d’arte, risente dell’influenza dei pittori nazareni Overbeck e Cornelius, ha decorato diverse chiese romane, è stato membro della Congregazione dei Virtuosi del Pantheon e dell’Accademia di S. Luca, nel 1887 è stato nominato Ispettore delle Pitture dei Sacri Palazzi Apostolici, nel 1894 Direttore delle Gallerie Pontificie. Torti ha lavorato a Nepi, a Frascati, a Piazzola sul Brenta e a Fassolo vicino Genova.
Frutto del restauro, consistito nella spolveratura, nel fissaggio della pellicola pittorica e delle dorature, nella pulitura, nel stuccatura delle lacune e consolidamento degli intonaci e nella presentazione estetica, sarà la pubblicazione di prossima edizione, corredata anche di ricerche d’archivio e bibliografiche.