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Divertenti - più che stimolanti – si sono concluse le pur sempre turbolente “giornate di Milano” dedicate alla moda femminile. Su passerelle ed elitari rendez-vous sono state presentate le immagini e i suggerimenti che grandi e piccoli stilisti impongono alla più raffinata eleganza delle fashion victimes del prossimo inverno 2015/2016.
Cosa andrà e cosa non andrà? “In” e “aut” non esistono più: tutto fa moda. Il corto e il lungo, le spumeggianti trasparenze del licenzioso stile malandrino caro alle raffinate cocotte che, attorno agli anni Venti. popolavano quelle famose Case più o meno “chiuse”. Ma tira molto anche lo stile puritano anni Quaranta. Quella moda tristemente autarchica con gonne di stoffa pizzicosa mestamente lunghe alla caviglia e l’orlo a sfiorare
Dsquared women |
tondeggianti scarponcini con suole carrarmato...
E i tessuti ? Mammamia che confusione ! Certo non sono più per nulla “pizzicosi” : anzi più morbidi e preziosi di così sembra impossibile trovarne! Ma i colori ? E le fantasie ? Da perderne occhi e sentimenti. Le strisce, i triangoli e le righe “(tutto fa brodo!” diceva una vecchia pubblicità televisiva) ma nel “brodo” della moda dell’anno che verrà c’entrano anche i cerchi, i quadrati e persino la cybernetica e le onde gravitazionali che hanno confermato, dopo 100 anni dalla grande intuizione di Einstein sulla Teoria della Relatività, come tutto sia effettivamente “relativo”. Anche sotto il profilo estetico, e del buon gusto, della moda. Oggi non è lo stile a segnare il tempo : è il tempo a segnare lo stile. I tempi che andiamo vivendo sono balordi ? Non ci meravigliamo, quindi, se lo stile e la moda sono altrettanto balordi. Ma dove vanno quelle giovanissime fanciulle in passerella con gonne-slip e corpo in trasparenze che non lasciano neanche un piccolo spazio alla fantasia ? E quando veramente indossano un vestito o presunto tale (tagli da sarta, rifiniture e drittofilo chi sà più che cosa sono?) si fanno trafiggere da fantasie impensabili, con sovrapposizioni e accostamenti stridenti, che fanno girare gli occhi e la testa come trottole.
Eppure questa moda a diversi livelli di osservatori piace. Altroché. Basta leggere, su quotidiani e riviste specializzate, le lodi sperticate – su tutto e tutti – di una grande parte di “severe” critiche di moda che spesso - ahinoi – fanno fatica a distinguere un calzino da una liseuse.
Leonardo Di Caprio veste Armani |
Quindi: pollice verso per le passerelle milanesi ? Manco per niente! Per fortuna ci sono ancora (e speriamo durino a lungo) i “grandi” del settore. In grado, anche nelle turbolenze odierne, di fare un cenno o dire una parola che possa fare testo e confermare il ruolo senza uguali che la moda italiana ha nel mondo. Giusto è non fare nomi: né negativi, né positivi. Il consumatore italiano ha gli occhi aperti e il senso dell’estetica ben sviluppato. Quindi sa fare le sue scelte e premiare il merito. In armonia con il successo mondiale della nostra moda. Tipo quella firmata “Giorgio Armani” che ieri sera, nella serata degli Oscar, ha vestito gran parte dei premiati.