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Fascinating Road è un progetto ambizioso che prenderà il via il 26 settembre 2015 all’Elegance Cafè di Roma, un progetto che mira ad un rilancio della musica jazz che va dagli anni 40 agli anni 60, partendo da Sinatra, attraverso un filtro creativo che si avvale della professionalità di musicisti contemporanei uniti alla voce di un interprete che sa avvolgere con uno stile originale chi lo ascolta.
Antonio Marziantonio è un artista multiforme. Nato a Napoli, si è diplomato all'Accademia Internazionale di A.Fersen a Roma e si è perfezionato all'Actor's Studio di New York. Dal 1990 in poi ha lavorato al cinema, in teatro e in televisione in numerose fiction di successo e ha partecipato a famose campagne pubblicitarie. Al percorso di attore ha unito una carriera nel mondo della musica, come cantante e autore, che nel 2005 lo porta alla realizzazione di un album brit-rock ‘A Sunshine Day’, un lavoro discografico con un buon riscontro di critica. La voglia di sperimentare e di elaborare nuovo materiale lo stimola verso un nuovo percorso di rivisitazione jazz e swing. Le esperienze nella musica prima brasiliana, poi nel rock, hanno plasmato la vocalità di Antonio Marziantonio, che ha cercato di dare forma ad una nuova linea artistica in collaborazione con ottimi elementi di estrazione jazz. Il risultato è una sonorità innovativa, che vuole ridare vigore alla bellezza che fu di un tempo straordinario, dove un mito come Sinatra segnò un’epoca. Marziantonio ha in qualche modo assorbito da Sinatra e da altri grandi di quel periodo il meglio della loro produzione, riproponendola sotto una veste nuova, del tutto personale. Un progetto certamente non facile da realizzare, ma che ha il merito di dare alla musica una funzione altamente emotiva e comunicativa. La conferma di ciò è evidente nel video di ‘If I could’ve stopped time’, brano arrangiato e diretto da Massimo Ruocco, che dimostra le capacità vocali di Marziantonio, ma anche la profonda conoscenza di diversi generi musicali, che sono stati minuziosamente studiati e affrontati. E dalle note calde e coinvolgenti di ‘If I could’ve stopped time’, si snoda una dolce malinconia per un rimpianto d’amore, ma non si avverte tristezza, solo la consapevolezza di un momento passato che non può far altro che diventare linfa di una nuova luce per ricominciare ad amare, le parole del testo lasciano intuire il desiderio di ritrovare la strada per la felicità. La musica diventa allora quell’atto di magia che rende vivo ed autentico ogni momento della propria esistenza.
Da attore diplomato all'Accademia Internazionale di A.Fersen a Roma a cantante e autore musicale, cosa ti ha spinto verso la musica e quali sono state le tappe fondamentali per la tua formazione artistica?
“Diciamo che la musica è arrivata prima dell’Accademia, è stato il primo amore perché già da ragazzino, dopo studi privati e al conservatorio, facevo le mie prime composizioni e i primi concertini per i miei compagni di liceo e prima dell’Accademia avevo già avuto esperienze professionali con la musica brasiliana, ma se ti riferisci alla parte più importante della mia carriera musicale dal 2000 in poi, è stata senz’altro la consapevolezza di quanto materiale compositivo, accumulato negli anni, avevo da parte e veniva fuori prepotentemente nei momenti più impensati oltre ad una capacità comunicativa accresciuta dalla mia carriera di attore ed a quella che è stata sempre una mia facilità naturale nel canto. Le tappe, accorciandole all’osso: l’esperienza con la musica brasiliana, oltre che nella bossanova di Jobim e Gilberto, anche in quella di matrice più prettamente bahiana di Caetano Veloso e Djavan, poi l’esperienza negli anni 90’ con il grande teatro classico, Sofocle, Aristofane, Shakespeare, Molière, Pirandello, Beckett, e con i grandi Maestri del cinema come Marco Risi, Marco Bellocchio, Dario Argento e le tante fiction televisive di valore fatte. A seguire la pubblicazione nel 2005 del mio primo album ‘A Sunshine Day’ di ispirazione Brit- Rock, che mi ha portato ad una tournée nazionale che si è protratta per tutto il 2006, l’incontro con Massimo Ruocco che mi ha condotto con maestria verso la svolta stilistica del jazz dietro la valutazione della mia composizione ‘If I Could’ve stopped time’, da lui arrangiata e diretta, l’incontro determinante con il maestro Federico Capranica che, grazie anche all’esperienza con il Coro Altavoce, ha perfezionato (e continua a farlo) con una severissima disciplina la mia tecnica vocale e mi ha incoraggiato sulla strada del jazz e dello swing dei grandi cantanti del passato come Sinatra, riconoscendo in me queste potenzialità. Ricordo che una sera a casa sua dopo una registrazione mi disse che potevo senz’altro continuare su quella strada, previo uno studio ancora più feroce. Conoscendo la sua durezza ed inflessibilità, fu questo per me il segnale che ero sulla strada giusta.”
Hai all'attivo un progetto di diffusione dell'arte poetica italiana. In cosa consiste e cos'è per te la poesia?
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“Parlare di poesia di fronte a una poetessa di grande valore come te è un vero onore. Ritengo che l’Italia abbia il patrimonio poetico più importante del mondo. Basti ricordare Dante, Foscolo, Leopardi, D’annunzio, Pascoli, Montale, Pavese, Ungaretti per capire che è una vergogna la mancata diffusione di questa meraviglia sia tra gli adulti che non hanno avuto tempo e modo ed educazione di potersi avvicinare alla poesia, sia tra i giovani che studiano questi poeti in modo spesso sommario, scolastico e poco avvincente. Ho notato che mettendo la mia arte di attore al servizio della poesia ho dei riscontri di emozione e di partecipazione e di riflessione talmente importanti ed incoraggianti che mi spingono sempre più ad incentivare il mio lavoro in questo senso. Infatti oltre a siti istituzionali, la prossima stagione comincerò pure a svolgere questa attività in alcuni licei della capitale sensibilizzati a questa potenzialità comunicativa. I giovani che crescono educati a questo patrimonio, saranno il vero tesoro di questa nazione, qualunque lavoro svolgeranno nella vita. Dobbiamo salvaguardare le nostre radici culturali, la nostra identità e le nostre arti. Per finire, non è escluso che in qualche concerto non faccia anche qualche escursione poetica per gettare un ponte tra le due arti, visto che per me la Poesia, quando è di grande valore come la tua, è anche meravigliosa musica.”
Dal rock, alla musica brasiliana per arrivare al Jazz, come si è evoluto il tuo modo di fare musica e in cosa consiste il progetto Fascinating Road?
“Intanto colgo l’occasione per comunicarti che il tour Fascinating Road, dopo un periodo di gestazione che è stato più lungo del previsto, prenderà il via ufficialmente il 26 Settembre 2015 con un concerto all’Elegance Cafè prestigioso locale in Via Veneto a Roma con la denominazione di formazione Antonio Marziantonio Quartet, per poi essere ospitato in tante città italiane. Questa è un’esperienza decisiva per completare il mio percorso di cantante e musicista. Non è stato facile, venendo dal rock. Ma il mio rock già in partenza era particolare, la musica che stavo componendo prendeva valenze diverse che si avvicinavano a R.E.M. e Radiohead e poi anche jazz, diciamo jazz-rock. E’ una strada che andava esplorata. Ho cominciato a studiare e il resto è venuto da solo, certo non mi aspettavo neanch’io una adesione così profonda. Ma guarda che esperienze simili le hanno fatte per esempio Rod Stewart e Robbie Williams, addirittura ultimamente Dylan, che ha fatto un disco su Sinatra. Il jazz è una musica popolare colta ed antica, depositaria, di molto di quello che sarebbe venuto poi dopo nei generi musicali.
Fascinating Road è un percorso molto ambizioso che ho intrapreso nella mia vita musicale. Partire dalla grande bellezza di un periodo straordinario degli anni 40-50 e 60, fatto da una sinergia di interpreti meravigliosi come Sinatra, arrangiatori e Direttori musicali straordinari come Nelson Riddle e di autori strabilianti come Cole Porter, solo per citarne alcuni tra gli altri fantastici, farli rivivere con una band compatta di alcuni musicisti di grande spessore e creatività, Stefano Sastro, Flavio Ianiro e Marco Rovinelli, uniti alla mia voce che, a detta di molti addetti ai lavori, è un mediatore perfetto per questa operazione, per filtrare poi questa esperienza nella mia capacità compositiva. ‘If I Could’ve Stopped Time’ è la testa di ponte di questo progetto. Sto accumulando altro materiale, che dopo un autunno ed un inverno “ live” in giro per l’Italia sfocerà spero in sala d’incisione in un album il cui stile e le cui composizioni si chiariscono lentamente giorno dopo giorno, un album per certi versi un po’ misterioso, fatto oltre che di qualche rivisitazione importante del nostro repertorio, di materiale originale con svariate contaminazioni e in cui il jazz sarà senz’altro fondamentale, ma sarà fuso in evocazioni inusitate, frutto delle mie esperienze brazil e soprattutto rock e di quelle dei musicisti che collaborano con me a questo progetto, oltre che jazz, blues e soul. Vorrei infatti coinvolgere, così come negli anni ’40 e 50 la straordinaria competenza musicale degli artisti che in questi anni ho avuto la fortuna di conoscere per un vero lavoro di equipe, che spero riesca a creare uno stile ed un suono originale, così come era stato il mio primo album.”
Parlando di un mito, Frank Sinatra disse: “Progresso vuol dire che per tutto occorre sempre meno tempo e sempre più denaro.” Una tua riflessione.
“Il capo dei capi, come l’ha definito Bono Vox aveva ragione. Ti voglio fare un esempio. Billy Strayhorn, straordinario compositore ed arrangiatore degli anni ’40, primo collaboratore e vera ‘altra’ mente di Duke Ellington lavorò su una sua celeberrima composizione ‘Lush Life’, continuando a perfezionarla, per ben 15 anni. Conosci qualcuno oggi disposto ad un tale lavoro? Le canzoni si elaborano oggi spesso in pochi giorni, sono la cosa meno importante, perché poi quello che conta sono i capitali che ci vogliono per la sua diffusione e commercializzazione. Risultato: le canzoni, anche quando rendono molti soldi alle Majors, vengono dimenticate in fretta, perché senza anima, senza spessore, spesso inutili, sono temporanei strumenti commerciali, mentre ‘Lush Life’ e tanti altri capolavori sono ancora lì a mostrare al mondo come si fa musica, come si entra nel cuore delle persone per sempre. E così è per la musica pop- rock, soul e così via. Pensa alle meraviglie che ci ha regalato Steve Wonder!! Anche ‘If I Could’ve Stopped Time” ha avuto una lunga gestazione, ma sono molto felice del risultato. Al di là del successo commerciale, sono certo che rimarrà, magari ci metterà molto più tempo ad essere conosciuta a livello globale ma sono certo che accadrà e che sarà interpretata da altri artisti. Quando la pubblicai, il giorno prima scrissi: “Scrivere una canzone è un atto creativo, scrivere una bella canzone può anche essere un fatto di fortuna, scrivere una canzone che rimanga nel cuore è un atto di magia.” Bene, da quel giorno, tanti, indistintamente, mi ripetono che l’ascoltano, si emozionano, che gli è entrata dentro. Per me, come quando recito una poesia e vedo i volti grati delle persone, la missione è compiuta!!”