L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Vivendo ancora nei rei retaggi primordiali di natura predatoria l’essere umano rivela la sua insensibilità non solo verso chi soffre per cause a lui estranee ma quando egli stesso è causa di ciò che non vorrebbe mai succedesse a se stesso. Nessuna ingiustizia, nessun furto, rapina, stupro, violenza, guerra, dittatura; nessun popolo in fuga dalla miseria sarebbe possibile per un’umanità la cui coscienza di tutti fosse sensibile e partecipe della condizione dell’altro.
L’inerzia e la non curanza verso gli effetti prodotti delle nostre azioni, delle nostre scelte quotidiane questo è il vero dramma del genere umano. L’indifferenza (figlia legittima dell’egoismo) è ciò che rende l’uomo capace di qualsiasi delitto, ma quando si manifesta da parte di coloro che detengono il potere economico, politico o tecnologico, allora gli effetti possono essere devastanti perché in grado di condizionare e manovrare le scelte politiche, culturali, scientifiche, religiose di ogni paese.
Le grandi lobby attraverso i media riescono a creare esigenze e tendenze i cui profitti economici vanno solo a loro vantaggio ma spesso a danno dei sistemi, della salute umana e dell’economia familiare. Anche nella scienza e nella ricerca la verità viene distorta con il veto sui risultati quando questi sono in antitesi con le aspettative di chi ha pagato la l’indagine.
La politica delle multinazionali improntata sul profitto e sul fatturato passa come un rullo compressore sulla vita di tutti. Se il potere economico condiziona l’evoluzione della cultura libera e democratica il compito di chi ha l’obbligo di tutelare il bene della popolazione dovrebbe essere di impedire la concentrazione di grandi capitali nelle mani di pochi e fare in modo che parte di questi siano utilizzati a creare lavoro per la popolazione.
Ma le multinazionali sono fatte di uomini è se questi sono tendenzialmente avidi e di natura predatoria è su questi che bisogna intervenire affinché il loro operato non sia a danno della comunità ma a beneficio di tutti. Questo è un problema antico come l’uomo. L’animo umano, aperto e sensibile alle necessità del prossimo, alla sofferenza dei deboli, degli indigenti, non si improvvisa. E’ la cultura antropocentrica dominante che ha depauperato negli esseri umani l’etica, la morale, la spiritualità abituandoli alla logica del dominio, del forte sul debole, del fine che giustifica i mezzi.
Per umanizzare i meccanismi, i sistemi, occorre umanizzare gli uomini perché tutto dipende, da sempre, dalla coscienza umana che a sua volta condiziona il modo di pensare e quindi i sistemi economici, politici, culturali, scientifici, tecnologici ecc.. Ma come umanizzare gli uomini? Come renderli più giusti, responsabili e sensibili? La capacità di immedesimarsi nelle esigenze degli altri deve essere la legge morale che governa la vita dei popoli. Questo può avvenire solo attraverso una politica ed un sistema educativo da parte dello Stato, della scuola e della famiglia in modo da mettere al primo posto i valori fondamentali della vita, di giustizia, lealtà, onestà, trasparenza. E anche se questo è un progetto a lunga scadenza (ma non utopia), se mai si inizia un percorso mai si arriva alla meta.