L'informazione non è un optional, ma è una delle condizioni essenziali dell'esistenza dell'umanità. La lotta per la sopravvivenza, biologica e sociale, è una lotta per ottenere informazioni. |
Più gli anni passano, più mi trovo a prediligere i libri di non grandi dimensioni. Perché (pigrizia a parte) ho sempre più voglia di pensieri chiari, di parole che parlino senza infingimenti, di discorsi incisivi e contenutisticamente densi. Perché le cose vere, le cose importanti, per essere dette in modo che siano comprese, non sempre abbisognano di complesse argomentazioni e di articolate dimostrazioni, di parerga e paralipomeni, di scholia e corollari. Hanno bisogno, soprattutto, di grande sincerità, di essere vissute ed amate, di essere generate come proprie creature, di essere inviate nel mondo di fuori come colombe sospinte nel cielo.
Con un pizzico di azzardo, si potrebbe addirittura arrivare a sostenere (provocando magari qualche doloroso mal di pancia) che il Discorso della Montagna riesca a donarci il cuore dell’intera letteratura evangelica, la Bhagavad Gita dell’intero Mahabharata, il Dhammapada dell’intero Canone Buddhistico.
Insomma, piccoli libri possono dirci grandi cose e, soprattutto, far nascere pensieri e scelte di vita grandi.
E’ proprio questo il caso del Piccolo libro vegano di Serena Ferraiolo proposto dall’editore Iacobelli nell’ambito di una intera collana di Piccoli libri.
La Ferraiolo ha il pregio di parlarci della sua scelta vegana con gradevole quanto efficace pacatezza, rifuggendo da toni infuocati e da atteggiamenti fastidiosamente pontificanti e apologetici. Ci sa presentare la sua scelta con lineare semplicità, riuscendo, senza alcuna fatica, a farcene comprendere le reali motivazioni e la sensata fondatezza. Riuscendo perfettamente a farci capire che la scelta vegana, come quella vegetariana (meno radicale), non è, per chi l’abbraccia in modo sincero, dettata da irrazionale desiderio di anticonformismo, né da morbosità asceticheggianti, bensì da una consapevolezza ragionata e, soprattutto, sentita. Ovvero, dalla volontà di prendere posizione di fronte all’infinita crudeltà del mondo e di provare a combattere e a rifiutare lo stile di vita imperante fondato sulla cinica voracità e sull’antropocentrico sfruttamento del pianeta e delle sue creature.
Il Piccolo libro della Ferraiolo ha pertanto molti pregi: nasce, innanzitutto, da una contaminante esperienza di vita felice; è caratterizzato da una intonazione sobria ed essenziale; presenta suggerimenti e consigli rivolti a tutti coloro che guardano alla scelta vegana con interesse ma con perplessità, con tanti dubbi ma curiosità sincera; distingue con cura vegetarianesimo da veganismo, mettendo bene in luce punti di contatto e differenze e sottolineando come le due cose non debbano necessariamente essere viste come fasi in rigida successione, una propedeutica all’altra.
Ma, forse, il merito maggiore scaturisce dalla sua indubbia utilità pratica, rappresentata dalla grande quantità di ricette gustosissime e di facile preparazione che ci vengono presentate, in buona parte ricavate dalle migliori tradizioni popolari, mediterranee e non solo: dalla zuppa di cicerchia alla farinata di ceci, dalla ciambotta agli gnocchi di lenticchie, dalla ribollita al gazpacho. Cosa questa che potrà farlo apprezzare non soltanto a vegetariani e vegani (o aspiranti tali), ma anche a tutti coloro che volessero scoprire o riscoprire piatti salutari e nutrienti al fine di correggere, migliorare ed arricchire le proprie abitudini alimentari.
Serena Ferraiolo
Il piccolo libro vegano. Consigli utili in cucina e non
Iacobelli editore